ANNO B. 3 DOMENICA DI PASQUA - Lc.24,35-48

Atto penitenziale

San Giovanni afferma che dice di amare Dio e poi non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo.

Chiediamo al Signore di aiutarci a non essere annoverati fra i mentitori, ma di essere invece considerati suoi amici.

E come tali, nella sincerità del cuore, confessiamo i nostri peccati a Dio e ai fratelli.

  1. Per tutte quelle volte che il nostro cuore non riconosce le tracce della tua presenza negli avvenimenti della storia, e per quando smarriamo il sentiero della vita e ci allontaniamo dalla tua Parola,Perdonaci Signore

  2. Per quando la durezza del nostro cuore non ci permette di comprendere il significato profondo delle Scritture, e quando diciamo di essere cristiani, ma non abbiamo la forza di osservare i tuoi comandamenti, Perdonaci Signore

  3. Per quando vediamo il dolore nel cuore delle persone che ci sono accanto, ma non sappiamo trovare le parole per far cambiare la tristezza in gioia e quando non sappiamo riconoscere la presenza del Signore risorto nella sua Chiesa pellegrina sulla terra, Perdonaci Signore


In queste prime domeniche di Pasqua sembra che le letture della messa dicano sempre le stesse cose: Gesù è risorto, Dio l’ha risuscitato da morte, gli apostoli e alcune donne lo hanno visto…viene quasi voglia di dire” Lo sappiamo già, cambiamo discorso….” Questa notizia non è come una delle tante che leggiamo nel giornale ogni giorno.

E’ vero che lo sappiamo già, che cioè l’abbiamo sentito dire più volte, ma forse non abbiamo ancora compreso fino in fondo il significato e le conseguenze di questo messaggio straordinario e neppure l’abbiamo accolto con una fede così sincera da farlo diventare il perno e il movente di tutta la nostra vita.

Oggi la televisione ci abitua a conoscere le cose e poi a dimenticarle subito perché tanto ne arrivano subito delle altre. Il nostro cervello è diventato un tubo attraverso cui passano ogni giorno centinaia di notizie, belle, brutte, utili, inutili tanto che non sappiamo più distinguerne l’importanza.

Il discorso della Risurrezione di Gesù ritorna sovente perché è il punto centrale della nostra religione.

Senza questa verità tutto il cristianesimo sarebbe un assurdo, una bolla di sapone, un non senso. S. Paolo dice:”Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede”.

E adesso potremmo fare anche a meno di stare qui a contarcela, perchè sarebbero tutte storie.

Invece è una notizia così bella e grande che dovrebbe riempirci il cuore di gioia e sentire il bisogno di dirlo a tutti: Gesù è davvero risuscitato e per tutta l’umanità! Proprio come hanno fatto gli Apostoli.


Ma ci rendiamo conto che cosa vuol dire che Gesù è risorto?

Vuol dire che Dio stesso garantisce con la risurrezione di suo Figlio tutto quello che Gesù ha detto e fatto e quindi possiamo fidarci della parola di Gesù perché è la verità. Ci rendiamo conto come sia commovente e tenace la volontà di Dio di salvarci.

Vuol dire che dobbiamo cambiare il nostro modo di ragionare e di vivere, per comportarci in ogni cosa secondo l’esempio e l’insegnamento di Gesù, e non secondo ciò che dice la gente, i nostri istinti, il mondo, la politica, i grandi che comandano, la televisione ed i giornali.

Vuol dire che la questione di Dio, religione, coscienza, fede va presa sul serio nella vita e non possiamo dire; ci penserò quando ho tempo, quando sarò vecchio, ora ho altro da fare, non mi interessa.

Vuol dire che va preso sul serio anche il peccato, che in un modo o in un altro è sempre rifiuto o non riconoscimento pratico dei diritti e della realtà di Dio, dei nostri doveri verso di Lui. Tale è infatti ogni disobbedienza, piccola o grande, ogni comportamento contrario ai comandamenti di Dio.

Vuol dire che è più importante che una vincita al superenalotto, che mi fa solo vincere dei soldi, che vanno e vengono e non sempre mi danno la felicità, invece Gesù Risorto mi rende erede e partecipe di una vita eterna di gioia senza fine, vera e completa.

Vuol dire che se noi risorgeremo un giorno, ora dobbiamo avere tutta la pazienza e buona volontà per aspettare e prepararci, la certezza che tanto il male, il dolore finiranno, perché è Dio che vincerà alla fine, non i potenti, i soldi, i partiti, i prepotenti, il male e la morte.

Vuol dire che se tutti risorgeremo, tutti ci ritroveremo un giorno insieme e realizzeremo il grande desiderio di tutti: stare insieme, felici, amandoci, senza più lo spettro della sofferenza, della morte e che la nostra gioia possa un giorno finire.

Vuol dire che Gesù Crocifisso e Risorto è il segno definitivo del perdono di tutti i nostri peccati, per quanto siamo stati cattivi e lontani da Dio, purché ci riconosciamo peccatori. Egli è il nostro avvocato e difensore, proprio perché ha preso su di se i nostri debiti col Signore, i nostri peccati nella sua passione.


2 lettura: S. Giovanni ci assicura:”Fratelli miei, vi scrivo queste cose…”

Vuol dire allora che la nostra conversione è necessaria e importante.


1 lettura: Anche S. Pietro ci aiuta a vivere meglio la risurrezione di Gesù:”Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati”, altrimenti tutte le cose belle che Dio ci sta preparando vanno in fumo, le perderemo per sempre.

Non siamo innocenti e la strada sbagliata del peccato ci porta alla nostra autodistruzione. Il peccato è il peggior male del mondo,ci fa del male e abbiamo estremo bisogno di Dio perché ci guarisca di dentro.

Vuol dire che l’Eucaristia, dono che Dio ci ha lasciato, è troppo necessaria, perché contiene il seme di risurrezione, ci rende forti contro il male e le delusioni del mondo, ci aiuta e ci rasserena nella lotta contro il maligno, perché è lo stesso Gesù che ci accompagna, tutte le volte che lo vogliamo.

Leggere il salmo: “Quando t’invoco,rispondimi , Dio della mia giustizia…”


Di questo voi siete testimoni”. Ci dice Gesù nel vangelo. Noi dobbiamo raccontare e testimoniare l’amore di Dio e manifestare chi è veramente Dio per noi. Dobbiamo rendere credibile la nostra testimonianza con la coerenza di ciò che annunciamo e lo stile di vita che conduciamo.

Pace a voi”, ci dice ancora. Parola che troppi gridano nelle piazze e nei cortei, ma lo fanno per i loro interessi di parte, di partito, senza preoccuparsi se calpestano gli altri.

Pochi si rendono conto che la Pace è un dono di Dio, che deve maturare, crescere, diventare esigenza, forza, passione prima di tutto nel nostro cuore. Chi vuole la pace, deve prima di tutto realizzarla nel proprio cuore, che comporta un cammino di purificazione dall’egoismo, orgoglio, di ordine interiore, dominio di noi stessi. La pace non la si grida, ma la si irradia con la vita.

E Gesù ci dona la sua Pace che si realizza attraverso il sacrificio, la croce, la vittoria sul male.

E’ una forza superiore all’odio, alla vendetta, alla violenza. E con questa pace di Gesù, tutto diventa possibile in noi e attorno a noi, perché è Dio che vince il mondo, il male, il peccato, l’odio.

Se viviamo così la pace di Gesù, tutto andrà bene, nonostante le apparenze; ci accorgeremo che tutto è grazia, anche la croce e la sofferenza, perché tutto è bontà, tutto è amore, tutto, grazie a Dio, ci porta a Lui, se lo vogliamo.


PREGHIERA

Signore Gesù, che risorto da morte abiti nel cuore della nostra esistenza come fermento di una nuova umanità, rimani con noi! Ai tuoi discepoli paralizzati dalla paura hai portato il dono della pace, confortando il loro smarrimento con i segni della tua amicizia.

Anche noi sentiamo il bisogno di vincere le tristezze che a volte ci opprimono, soprattutto la tristezza di non saper riconoscere la tua presenza in noi e tra di noi.

Attorno a noi ci sono alcuni, forse molti, che ti considerano solo un personaggio del passato, altri che vivono come se neppure tu fossi mai esistito, altri che proclamano di “vederti” sempre, non importa dove e come, mentre noi, che pure vorremmo credere, facciamo così fatica a riconoscere i tuoi passi discreti e silenziosi.

Signore, non siamo ancora abbastanza cristiani, anche se siamo figli tuoi e ti ringraziamo, ma crediamo che ci sia ancora tanto da migliorare in noi per essere veramente tuoi amici; ti preghiamo, in nome dell’Eucaristia che riceviamo, in nome del perdono che cerchiamo, in nome del tuo cuore che è buono, di donarci di essere oggi cristiani migliori di ieri, perché per questo ci hai dato la vita.

Donaci la gioia di irradiare la nostra fede come veri e validi testimoni che parlano con la loro stessa vita, soprattutto per diffondere la pace che tu ci hai donato. Amen.