Solennità della Chiesa Locale Ef.2,19-22 Gv.17,11-23

Chiesa:unità,carità, mistero, dono

Liturgia penitenziale

La famiglia parrocchiale come ogni famiglia: ha bisogno di amore, di comprensione, di collaborazione e di perdono.

Per tutte le volte che ho criticato, giudicato e non ho amato abbastanza i miei fratelli parrocchiani: Signore pietà

Per quando il mio orgoglio ed egoismo mi hanno impedito di collaborare negli impegni parrocchiali . Cristo pietà

Per tutte le scuse che ho potato per non collaborare e prendermi anche io delle responsabilità in parrocchia Signore pietà


Oggi parliamo della nostra chiesa locale, cioè della nostra parrocchia e della diocesi cui apparteniamo.

Una prima domanda dobbiamo farcela subito:

Ci interessa e siamo contenti di appartenere ad una parrocchia?

Sappiamo che cosa vuol dire “Essere Chiesa?”

Vangelo. Il Vangelo di oggi ci aiuta a capire meglio questa realtà, che è poi anche un mistero. Ogni volta che Gesù parla col Padre suo, insiste molto su un solo tema:”Essere Uno, essere uniti” come Dio è Uno.

Gesù ha mai vissuto una vita isolata e solitaria, ma è sempre stato unito e in dialogo col Padre e lo Spirito Santo; per Lui sarebbe stato impossibile vivere senza questa relazione di Amore col Padre e lo Spirito Santo.

Da qui ci rendiamo conto che la vita vera, perfetta, richiede di essere uniti all’Altro.

E l’unica cosa che ferisce il cuore di Gesù è pensare che l’Altro, suo Padre, di cui Lui è l’amatissimo figlio, non sia amato dai suoi fratelli, che siamo noi:

Questi è il mio Figlio prediletto” si sentirà dire dal Padre Gesù al battesimo.

Gesù viene sulla terra e quale può essere il suo dolore nel vedere un’umanità incapace di amare gli altri, di prestare attenzione al prossimo, (ricordiamoci il sacerdote e levita nella parabola del buon Samaritano), anzi di volere sovente il male degli altri. Una umanità capace di indifferenza, di odio, da cui nascono tante situazioni sciagurate di sofferenza e di morte. E questo capita anche nelle parrocchie. Una umanità non come Dio l’aveva creata, ma divisa e irriconoscibile

Per questo Gesù ha accettato di salire in croce: bisognava riportare l’amore nel mondo, rovesciare tutto, perché amare come Lui diventasse possibile e l’umanità sapesse di nuovo capire che cosa è la solidarietà e realizzare l’Unità per cui era stata creata.

Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi”. Questa preghiera di Gesù è fondamentale per la vita dell’uomo costruita a somiglianza di quella divina. Gesù non prega per sé, prega per i suoi Apostoli, per coloro che si uniranno a loro, per tutti i battezzati, perché si realizzi quel modo nuovo di vivere insieme nell’Amore che unisce gli uomini tra di loro e che avviene solo attraverso l’unione con il Padre.


* Così è nata la Chiesa! Che vuol dire assemblea, essere raccolti, radunati dalla fede e dall’amore per partecipare insieme intorno all’altare, in comunione di spirito al sacrificio unificante e salvifico di Gesù. E più ce ne rendiamo conto, e di impegniamo, più siamo consacrati, resi santi, proprio come chiedeva Gesù.

Dio ci vuole uniti a Lui e tra di noi, cioè senza orgoglio ed egoismi, ripicche, gelosie ed invidie, altrimenti saremo sempre incompleti e infelici.

Non c’è altra gioia vera che quella che Gesù ha chiesto al Padre:”Che la mia gioia sia in loro”.

E’ la gioia sicura ed indistruttibile della partecipazione alla vita di Dio.

E noi credenti facciamo parte di questo disegno nuovo, di amore e di gioia che si deve realizzare.


* 2 lettura- S. Paolo ci chiama:” Concittadini dei santi, familiari di Dio”che vuol dire che noi con Dio siamo una famiglia sola. Dio ci rende figli suoi! Specialmente quando peccatori ci accoglie col suo abbraccio paterno e misericordioso:”Figlio mio, ti aspettavo; figlia mia sei arrivata finalmente!”.

E se siamo figli di Dio, siamo fratelli tra di noi. Per arrivare a questo Gesù ha preso su di sè i nostri peccati e vuole che pian piano lo imitiamo nell’amore.

La Chiesa è anche il popolo dei battezzati, dei laici, consacrati, vescovi, del Papa, perché abbiamo bisogno di una struttura esterna, come lo stato, la famiglia, la società, ma senza lo spirito dell’Amore che la rende divina , non c’è Chiesa e tutta la struttura esterna non servirebbe a niente!

Ciascuno di noi deve realizzare un poco di questo amore, con le sue capacità, le sue forze.

Insieme siamo capaci di moltissime cose: come cambierebbe la parrocchia e l’umanità se tutti i credenti, con le ricchezze, i talenti, le competenze che abbiamo, animati dall’amore ci dedicassimo al benessere di tutti!

E’ solo un bellissimo sogno? No, perché Gesù è morto per questo e ciascuno di noi è chiamato a non essere solo, ma a vivere per amare tutti e ciascuno.


* Questa è la Chiesa reale! Come ce la mostrano i santi che ci invitano ad imitare Gesù, ed anche tanti nostri fratelli generosi che vivono in mezzo a noi, sconosciuti e nel silenzio.

Si tratta allora di capire qual è il compito che ci è stato affidato, affinché siamo una vera famiglia, in parrocchia, sul lavoro: realtà che dovrebbero essere espressione di amore totale, parti vive di quell’unità più grande che è la Chiesa universale.

Solo se siamo Chiesa in questo modo, sarà cancellata l’indifferenza, la rivalità, l’orgoglio, vinceremo le paure e le diffidenze.

Ci saranno allora più uomini e donne felici se ciascuno decide di amare veramente, di imitare Gesù, nel riconoscere ciascuno come persona, come prossimo, come fratello.

L’indifferenza fa sempre del male ed è sempre causa di inimicizia, di ripulsa, di odio.


* Facile dirle queste cose, ma più difficile viverle: solo quando ci decideremo a lasciare che l’amore di Cristo svuoti un po’ alla volta il nostro cuore dall’egoismo e ci renda più distaccati da noi stessi, questa sarà la prova della sincerità del nostro amore.

E’ un dono di Dio poter vivere questa vita divina, proprio come ha chiesto Gesù al Padre, e passare così gli anni di questa prova sulla terra, arricchendoci del suo amore, di quell’amore che entra nella vita quotidiana nostra e di chi ci sta vicino.

La Chiesa, la parrocchia, non è il luogo di quelli che sono già perfetti, ma dei peccatori pentiti in sincero cammino di conversione. Nessuno di noi deve sentirsi orfano e dobbiamo pregare perché

quanti si sono allontanati dalla casa del Padre, sentano la nostalgia di tornare a casa, dove il Signore, Dio Padre li ha chiamati e li attende.



PREGHIERA

Signore, Tu non hai voluto che l’uomo fosse solo ed hai benedetto la famiglia perché possiamo essere uniti nell’amore e nell’aiuto vicendevole dove ognuno gioisce e soffre insieme ai propri cari. Ma Tu hai costituito un’altra famiglia molto più vasta: la Chiesa, la parrocchia.

.L’hai voluta consacrare con un segno sacro; il Battesimo; difatti noi tutti siamo stati battezzati ed apparteniamo a questa tua famiglia dove possiamo vivere come fratelli, perché figli dello stesso Padre. Ti preghiamo o Signore fa che diventiamo veri fratelli che si amano, che la nostra parrocchia possa essere comunità di amore, unita come Tu sei unito al Padre, sempre disposti a dare tutto il meglio di noi stessi ai nostri fratelli, vincendo ogni orgoglio ed egoismo, indifferenze e rivalità, gelosie e ripicche, perché sia possibile amarci tra di noi come Tu ci ami.



Per la Lunga: inizio parrocchia 1881

Per i Favari: inizio parrocchia: 1 novembre 1958