ANNO B – 25 DOMENICA ORDINARIA Mc. 9, 30 – 37

Se uno vuol essere il primo sia l’ultimo e il servo di tutti

Atto penitenziale

Signore, tu sei il difensore dei giusti, ma noi per timore degli uomini non siamo stati fedeli alla tua Parola, abbi pietà di noi.

Cristo, tu sei il re della pace, ma noi abbiamo alimentato liti, brame e contese, abbi pietà di noi.

Signore, tu ti sei fatto servo per donare a tutti la salvezza, ma noi cerchiamo soltanto i nostri piaceri e interessi, abbi pietà di noi.


Per capire meglio il Vangelo di oggi, dobbiamo partire dalla

2 lettura che ci descrive qual è la nostra situazione attuale:

Dove c’è gelosia e spirito di contesa c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni…da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni..?”

E’ il dramma dell’uomo che è la causa di tante cose cattive che vediamo ogni giorno, male che non deriva da eventi naturali, ma siamo noi a produrlo. Guerre e liti causate dalle nostre passioni che ci rendono inquieti, invidiosi, insoddisfatti. E’ umiliante per noi creare cose cattive e poi non essere più capaci di rimediare.

Ed è proprio qui che il vangelo diventa luce per noi e ci vuole aiutare.

Vangelo: Gesù, anche stavolta prendendo occasione da una discussione tra i discepoli, ci invita a rovesciare completamente la mentalità egoistica che abbiamo tutti, per dare inizio ad una umanità veramente nuova. Gli Apostoli avevano discusso chi di loro fosse il più grande. Forse i Dodici vedevano in Gesù la via per farsi strada tra di noi, ossia chi sarebbe diventato il primo. Sarà lo Spirito, nella Pentecoste, a illuminarli e renderli "servi" dei fratelli, fino a dare la vita.

Se c'è una cosa che tante volte ci fa assomigliare agli Apostoli, nella vita, è quella voglia di essere "primi nella società". Cosa non si fa per scavalcare i fratelli! Percorrendo vie che sono una grave offesa alla giustizia. Basta guardare a quella scandalosa corsa verso la cosiddetta "carriera".

E’ questo il virus, il demone che rovina ed uccide tutti i nostri rapporti umani: l’orgoglio!

La storia è sempre la stessa: che siano due le persone che discutono chi sia il più grande, il più importante, il più bello, o siano due milioni, non ha importanza: tutti ci crediamo sempre i migliori di tutti pieni di diritti e litighiamo. Per questo cadiamo facilmente nell'invidia, nella gelosia, nell'avarizia, nell'arroganza, nella superbia, nel litigio, nella ricerca dei primi posti, del potere.

E allora Gesù dà un colpo molto netto alla radice del male:

Se uno vuol essere il primo deve diventare l’ultimo, il servo di tutti”.

E’ qui che il cristianesimo di tanti si ferma e non vuol seguire la parola di Gesù, il crocifisso.

Noi vogliamo un cristianesimo facile, comodo, che non ci disturbi troppo, con una certa moralità, alcune buone abitudini, sì, ma molto lontano dal come ce lo presenta Gesù.

Se capissimo che Gesù non ci dà solo dei bei consigli, ma la sapienza e la condizione necessaria per vivere meglio in questo povero mondo!

Se Gesù fosse stato come i suoi discepoli, certo avrebbe potuto dire:”Avete dimenticato che il più grande sono io!”. E lo era per davvero!

Ma invece dice il contrario, ”Io sono venuto per servire!”

Questo non ha niente di avvilente o umiliante perché vuol dire:”Sono venuto a fare il tuo servo,per aiutarti, perché sono qui, vivo, dinanzi a te, per te, per servirti e farti del bene”

E dire che questo modo di essere lo conosciamo già: tutti i papà e le mamme di questo mondo si comportano così; davanti alla piccolezza e totale insufficienza dei loro figli dicono:”Siamo qui, a vantaggio di te” E lo fanno senza neppure dirlo: sono due adulti a servizio di una piccola creatura umana.

Così pure fanno i veri amici, i veri sposi, perché seguono una logica molto semplice: l’amore!

E’ proprio quello che ci vuol insegnare Gesù.

Non per nulla Gesù ci propone questa norma fondamentale:”Se continuate a porvi la domanda su chi sia il più grande tra voi, sarete divorati e distrutti dall’amore di voi stessi, dall’ambizione, dall’invidia, di chi ha più di voi, dalla gelosia del poco che possedete e sarete sempre dei poveri infelici”. Se invece accettate il criterio, la strada dell’amore: - “impara a vivere per il vantaggio di qualcun altro, dal momento che, se tu sei vivo, è perché hai avuto altri che si sono chinati su di te a totale vantaggio tuo”

Allora tutto cambia. Se tutti i popoli accogliessero questa regola fondamentale della convivenza – i Santi lo fanno, ma anche noi possiamo farlo – molti problemi famigliari, nazionali ed internazionali sarebbero risolti.

Il politico, il magistrato, il medico, il commerciante dovrebbero dirmi:”Io sono al tuo servizio”.

Altrimenti saremo sempre schiavi di qualcuno che approfitta di noi per i suoi interessi.

Gesù vuole concludere questa scena con un gesto carico di dolcezza e di amore vero.

Ce lo immaginiamo circondato da tanta gente e da tanti bambini che non mancano mai. E Gesù ne prende uno, lo pone in mezzo e di fronte a loro, sbalorditi, lo abbraccia. Non è perché voleva che gli dicessero: ”Come è buono il Maestro, quanta tenerezza..”, ma perché voleva che imparassero qualcosa di molto importante:”Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me”.

E’ come se dicesse:”Ecco quello che dovete fare, se volete vivere bene: imparare dai bambini come vivono tra di loro” Difatti se mettiamo assieme bambini di qualsiasi razza e religione, anche se non si capiscono nel linguaggio parlato si accolgono, simpatizzano ed incominciano a giocare insieme, ad accogliersi a vicenda senza la minima difficoltà, senza giudicarsi.

A meno che noi grandi, gli mettiamo in testa qualcuna delle nostre idee perverse di odio, di differenza. Sintonizzarsi con i bambini vuol dire: “accettare che essi tacitamente ci insegnino ad essere l’uno per l’altro e quindi ad essere uno per tutti, e tutti per uno, senza differenze”

Quante cose dovremmo imparare dai nostri bambini, che sono esattamente il contrario della superbia e il volto meraviglioso dell’umiltà!

Nel 1959 il mondo ha fatto un documento importante:”La dichiarazione dei diritti del fanciullo”.

Ma come siamo stati poco sinceri, veri farisei! Li abbiamo veramente amati i bambini?

E come mai oggi la loro situazione è sempre più drammatica: i meninhos de rua, i ragazzi di strada del Brasile che sovente vengono uccisi, mettiamo in mano a dei ragazzini i fucili, la droga che devono spacciare, li abbiamo resi schiavi del mercato del sesso, minorenni sottopagati, bambini che trascorrono troppe ore schiavi e succubi della TV, videogiochi, bambini che muoiono di fame…..

Una bella litania di delitti che noi ancora oggi stiamo commettendo, mentre Gesù cerca di difenderli e ci insegna che se non viviamo a vantaggio degli altri prima di tutto faremo soffrire i piccoli e poi i grandi. Come sono giuste allora le parole di Gesù” Se uno vuol essere il primo sia l’ultimo”.

* Prendiamolo sul serio Gesù, specialmente quando ci viene voglia di essere i primi, al di sopra degli altri, in casa, sul lavoro, a scuola, con tutti. Non si tratta di rinunciare alla nostra intelligenza, prestigio, ai nostri diritti, ma al nostro amor proprio, che è tutta un’altra cosa.

Rispettiamoci, aiutiamoci e siamo più disponibili tra di noi: è lo stile di vita di ogni cristiano!

Non abbiamo allora paura di imitare Gesù, anche se ci deve costare qualcosa, Lui ci ha rimesso la vita per tutti noi: non lasciamoci comandare dal nostro orgoglio, andiamo avanti, diventiamo semplici e altruisti come i bambini: perché Gesù ha detto: “E’ dei piccoli il Regno dei Cieli!”


PREGHIERA

O Signore, fin da bambini sogniamo di diventare potenti e preferiamo comandare più che obbedire, essere serviti più che servire. E’ il fardello del peccato che ci portiamo nel cuore e che tu, Signore, sei venuto ad estirpare mettendo la tua vita al totale nostro servizio. Allora aiutaci Tu a mettere al posto della nostra ambizione orgogliosa, il gusto di servire, non cercando solo dei privilegi, ma di essere noi dono per gli altri. Aiutaci ad ascoltare la tua voce che ci dice:

Figlio mio, tu non hai bisogno di trionfare per sentirti qualcuno perché sei nelle braccia del Padre: tu sei suo figlio! Tu non hai bisogno di possedere perché quello che è del Padre è tuo. Non hai bisogno di invidiare nessuno perché già stai regnando con il tuo Creatore” fidati del Padre, come io mi sono fidato, e non sarai deluso. Abbandona la mentalità del mondo e lasciati abbracciare da Dio, "getta nel Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno.

Tutto quel rancore, quell' invidia, la gelosia e la bramosia di potere e di gloria e di ogni altra cosa simile sono frutto di insicurezza profonda, di instabilità, di consapevolezza inconscia di essere solo, senza difesa. Ma tu sei figlio di Dio; Dio è tuo Padre; tu non sei solo; tu non sei come chi non ha speranza! Ricordati che solo nella sapienza del servizio e della donazione troverai la tua felicità”.

Grazie Signore, ma aiutaci Tu a realizzare questo tuo desiderio che oggi vogliamo che diventi anche il nostro.