Anno B – 22 domenica ordinariaMc. 7,1….23

La verità dell'uomo è nel suo 'cuore'

Atto penitenziale

Signore, tu sei Parola di salvezza ma noi troppo spesso non ti vogliamo ascoltare: Signore pietà

Cristo Gesù, tu sei il dono perfetto del Padre., ma sovente non ti accettiamo con tutto il cuore:Cristo pietà

Signore, siamo ancora troppo superstiziosi e vogliamo mantenere le nostre intenzioni cattive che ci portano al peccato: Signore pietà


Purtroppo sovente il Vangelo ci presenta Gesù che litiga con Giudei e Farisei. Certo non era Lui a cominciare, non era Lui a cercare i litigi, ma li subiva. Questo perché Lui portava sempre verità nuove, lontane dal modo di pensare della gente, dei capi, verità che sconvolgevano la vita sia personale che sociale e che facevano progredire l’uomo verso Dio. Solo che quella gente non aveva voglia né di ascoltarlo né di impegnarsi a fare ciò che diceva..

Il vangelo di oggi ci parla di una discussione in apparenza banale:””Perché i tuoi discepoli prendono cibo con mani immonde?”.

A noi sembra solo una buona norma di igiene e galateo, ma ai tempi di Gesù quel gesto semplice, come tanti altri, era diventato un gesto religioso.

Tanti comportamenti insignificanti o secondari erano considerati puri o impuri, abitudini antiche che erano diventate riti religiosi, perché nella legge di Mosè, che regolava il nostro comportamento con Dio, come i Comandamenti, era entrato un po’di tutto, anche semplici norme igieniche, di galateo, di comportamento solo umano e civile.

E mentre si era creata una grande confusione,( infatti chiedono a Gesù:"Qual è il comandamento più importante?”, troppe cose erano diventate un peccato. Quindi c’erano delle cose, animali e persone che erano diventate impure e quindi guai a chi le toccava, guai a servirsene, a nutrirsene, come i maiali.

E se si diventava impuri, si credeva di finire in balia del male, della malattia e della morte.

Gesù allora cerca di mettere le cose a posto, togliere questa confusione e far capire la differenza fra il progetto e la volontà di Dio e il modo con cui la gente lo viveva.

Vuol farci capire qual è la religione pura, vera, quella che Dio vuole.

E contrappone due termini simbolici: le labbra e il cuore.

Questo mio popolo mi onora con le labbra e non con il cuore”.

Gesù vuole riportare la religione al suo centro, a quello che veramente deve essere.

E’ quello che aveva già fatto nel tempio quando aveva cacciato con una frusta i mercanti.

Non c’è nulla di male a vendere colombe, così come a lavare stoviglie o le mani prima dei pasti, ma queste cose diventano peccato quando diventano una scusa per allontanarci da Lui e per non amarlo.

Tutto questo Gesù lo chiama ipocrisia. L’essenziale per Gesù è che il nostro cuore sia pieno di Dio.

Le labbra sono prese da Gesù come il simbolo di ciò che si fa solo in modo esteriore, come ricevere il battesimo, l’ostia, la Cresima, assistere alla messa, fare il segno di croce, dire una preghiera……

Il cuore invece è un’ altra cosa. È quando cerchi di pensare a quello che fai, assumerti le tue responsabilità e cercare di vivere secondo quello che hai capito, ricevuto e promesso con lealtà.

E’ nel cuore che abita il tuo io profondo, dove ti misuri con te stesso, gli altri e con Dio, dove ha sede il vero tuo amore o rifiuto dell’amore, dove maturano le scelte più importanti della vita e le decisioni fondamentali per il nostro destino.

E’ evidente che allora Dio mira al nostro cuore, non vuole che siamo dei robot, manichini sacri, vuole il centro della persona, com’è davvero. Perché è Lui che ci ha creati, sa come siamo fatti, e avendoci creati per sé, vuole un rapporto profondo di amore tra Lui e noi.

Invece il cuore di tanti uomini gli è sfuggito di mano, si è allontanato da Lui.

E Dio è diventato un tenace cercatore di questi uomini per riconquistarli, proprio come farebbe un innamorato; ha lasciato squarciare il cuore di suo Figlio sulla croce, quasi a dirci:”Voglio il tuo cuore, voglio te, i tuoi pensieri, le tue intenzioni, i tuoi progetti, le tue responsabilità, la tua volontà,tutto quello che sei!”.

Potremmo domandarci:” Perché Tu vuoi il mio cuore?”

Avete mai desiderato una volta almeno nella vita, il cuore di un altro? Anche se c’era un po’ di egoismo e di interesse, se il vostro affetto era sincero, puntavate alla gioia che potevate dare a questo cuore e a voi. Talvolta siamo riusciti e talvolta ci siamo sbagliati, (e chi non sbaglia nell’amore ?), ma Dio non sbaglia mai.

Ecco allora la prima domanda che il vangelo di oggi ci rivolge:”Il tuo cuore è solo tuo o appartiene anche a Dio?In quale misura Dio può dire di te: Il tuo cuore è mio, oppure non appartiene affatto a me?”

- Ricordiamoci che Dio ci chiede questo solo per la nostra gioia, non per la sua, perché Lui solo è la nostra felicità. Lasciamoci allora conquistare da Dio. Davanti a nessuno siamo liberi come davanti a Lui; ”Sei tu a decidere. Io ti dico tutto, ti offro tutto, ti propongo tutto e aspetto!”

Dobbiamo essere convinti che Dio aspetta sempre questo da ciascuno di noi.

2 lettura: S. Giacomo ce lo ricorda molto bene:”Accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime. Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi”.

Che cosa possiamo fare allora per realizzare il sogno di Dio che vuole possedere il nostro cuore?.

- Cominciamo a non credere più alle superstizioni, alle magie, fatture, oroscopo, le carte, al denaro, alla furbizia umana, perché Gesù ha fatto piazza pulita di tutte queste cose, ma forse noi, no!

- Le scelte che facciamo col cuore, cioè per il nostro bene, non siano solo sentimentali, egoistiche, superficiali, materialone,ma buone, pulite, sagge, serie, piene di fede in Dio e di amore verso Lui e gli altri.

- Ricordiamoci che anche tutte le cose religiose che facciamo, preghiere, messe, rosari, candele, digiuni, immagini sacre, segno di croce, comunione, pellegrinaggi, atti di carità verso gli altri, hanno davanti a Dio valore solo se sono fatte col cuore, cioè con il desiderio di piacere a Dio, di convertirci, di fare la sua volontà; altrimenti anche noi ci meritiamo il rimprovero di Gesù:” Questo mio popolo mi onora con le labbra e non con il cuore:” e questo vuol dire essere anche noi ipocriti, come i farisei che Gesù ha pesantemente condannato.

- Tutti dobbiamo ammettere che troppo sovente non siamo capaci di controllare il nostro cuore, quanti buoni propositi finiti male, quante promesse da marinaio. Quante volte abbiamo detto come S. Agostino: ”Signore, rendimi casto, ma non subito!”. Quante volte vorremmo disfarci dell’egoismo, dell’orgoglio, dell’impurità e poi facciamo il contrario!

- Siamo capaci allora di riservare al Signore ogni giorno almeno cinque minuti perché il nostro cuore gli dica che gli vogliamo bene?: quando si ama si vuole stare insieme più che si può e se a noi non viene mai in mente di stare un po’ con Lui, vuol dire che non lo amiamo affatto, anche se diciamo cento volte al giorno; ”Mio Dio ti amo con tutto il cuore!”.

Ascoltiamo anche l’invito di Mosè: 1 lettura:”Osserverete i comandi del Signore Dio vostro…..”

Non è questione di osservare un dovere imposto, un precetto come la Messa e la preghiera,la confessione: il dovere imposto per forza non ha mai convinto e fatto bene a nessuno, ma un dovere ispirato dal cuore, cioè dall’amore è quello che ci chiede il Signore e ci salva..

Diciamo allora:”Signore ti apro e ti dono il mio cuore, non ho paura di te: entraci Tu solo, parlami, so che mi convincerai e allora farò quello che tu mi dirai.”


PREGHIERA

O Signore mi pare oggi di ascoltare la tua voce che mi dice:”Vuoi da oggi donarmi un po’ di più del tuo cuore? Ti farò scoprire i momenti per farlo, ti darò l’ispirazione, ti offrirò l’occasione, ma, ti supplico: dammi il tuo cuore, perché l’ho creato per me e lo voglio rendere felice”.

Grazie Signore del tuo invito, ma ti prego:

Liberami, dal pericolo di onorarti solo con le labbra, mentre il mio cuore resta lontano da te.

Liberami dalle preghiere vane, dette e ripetute con superficialità, senza cuore, tanto per farle.

Liberami dalle liturgie distratte, frettolose, dai canti vuoti o bugiardi che innalzo a te senza pensare a ciò che dico e senza viverli, senza meditarli e senza crederci troppo.

Liberami dalle abitudini che lasciano le cose così come sono e non fanno crescere in me la consapevolezza e la gioia di appartenerti. Tu che fai nuove tutte le cose, rinnova anche me. Io voglio adorarti, con i miei fratelli, in spirito e verità.

Già da oggi fa’ che la mia preghiera e la mia vita ti piacciano di più e diano gioia al tuo cuore.