Anno B - 20 domenica ordinaria Gv. 6, 51 – 58

Un annuncio incompreso

Atto penitenziale

Di fronte alla sapienza di Dio, siamo tutti un po’ stolti. Di fronte alla povertà di Cristo, siamo ricchi di orgoglio e di autosufficienza. Nel nostro cuore c’è spesso invidia e gelosia, menzogne e contese...

Chiediamo perdono al Signore perché troppe volte accontentiamo solo le nostre passioni, senza cercare il vero Pane di vita.

Signore Gesù, è la tua Parola che ha acceso in noi la Fede, è la tua bontà che ci ha qui radunati: Signore pietà.

Signore Gesù, è la tua sapienza che ci difende dalla perdizione, è la tua forza che ci sostiene nelle cadute:Cristo pietà

Signore Gesù, è il tuo Corpo che ci difende dalla morte, è il Tuo Pane di Vita che nutre ogni nostra speranza Signore pietà

Oggi siamo di fronte ad una pagina di Vangelo fondamentale, essenziale, troppo importante per l’uomo, tanto che noi sacerdoti forse, dovremmo chiedere perdono a voi e a tutto il popolo di Dio se non sempre vi abbiamo aiutato a capire l’importanza di questa rivelazione del Signore.

Continua il discorso della Vita che Dio vuole darci e del Pane di Vita che è Gesù stesso. Gesù non è solo il nostro Maestro, il maestro della Verità, non della menzogna e delle falsità, come ce ne sono tanti in questo mondo, ma è anche il nutrimento dell’uomo in questo mondo perché possiamo arrivare a vivere un’altra Vita, quella vera ed e eterna.

Nella nostra società le occasioni di pranzi e cene sono sempre segno di allegria, solidarietà e unione tra i convitati, di scambio, di amicizia. Proprio per questo Gesù accettava volentieri gli inviti ai pranzi, perché stava volentieri con la gente, con tutti, poveri e ricchi, buoni e cattivi.

Perché Gesù era portatore della grande proposta di amicizia che Dio rivolge a tutti gli uomini, che è sempre valida e da cui nessuno mai deve considerarsi escluso.

Dio invita al festoso banchetto del suo Regno tutta l’umanità! E non ha problemi né di spazio, né di spesa. Il biglietto d’invito è Gesù stesso “disceso dal cielo, mandato dal Padre” per portare agli uomini l’offerta di Dio: quella che oggi il Vangelo chiama “la vita eterna!

Perché c’è un’altra Vita! Ricordiamocelo sempre!” E Gesù non solo ce lo insegna, ma ci dice come fare a raggiungerla, e vuole che già fin d’ora la desideriamo e la viviamo.

Per ottenere questa vita bisogna essere “in comunione con Cristo

Ed oggi tutta la parola di Dio ci parla di questo, dicendoci come evitare le strade sbagliate.

1 lettura: “Chi è inesperto accorra qui…..Abbandonate la stoltezza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza”.

Ci dispiace quando qualcuno ci inganna, ci offendiamo e stiamo male perché noi viviamo di verità, perché sappiamo che nella menzogna e falsità la nostra vita perde tutto il suo valore.

L’umanità o vive nella sapienza e verità o cade nella follia, nel disastro completo che produce tutti i mali di cui siamo spettatori e viviamo purtroppo tutti i giorni.

Quanta gente ritiene di avere tanta intelligenza, che però non usa per conoscere e abbellire il mondo, per scoprire la natura e costruire il benessere, ma la usa invece per distruggere e rovinare.

Questa è la stoltezza di cui parla la 1 lettura., discorso che viene ripreso da S. Paolo:

2 lettura:”Comportatevi non da uomini stolti, ma saggi…. profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi". E per capire che "i giorni sono cattivi" non ci vuole proprio tanto, basta guardarci attorno. Però, attenti! La cattiveria non è semplicemente attorno a noi o negli altri: è dentro ognuno di noi.

Tutti siamo responsabili del fatto che i nostri "giorni sono cattivi"! "non siate inconsiderati ma comprendete la volontà di Dio, siate ricolmi dello Spirito…”

Questa è la saggezza, la vera furbizia dell’uomo, quella che serve a salvarci tutti, secondo il progetto di Dio, e dobbiamo dubitare sempre di quello che la gente ci presenta come furbizia, saper vivere. E per fare questo, noi bisognosi di intelligenza secondo Dio, bisognosi di amore e bontà, e non di odio e distruzione di noi stessi e degli altri, dobbiamo essere nutriti intimamente dal Signore.

Gesù è la Verità e la Bontà. Si fa pane perché noi viviamo una vita saggia in questo mondo, una vita umana, in comunione con Lui, ma non si accontenta: il suo progetto va ben oltre questa vita:”Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”.

Ecco il Regno felice dove non faremo più fatica per essere saggi e buoni, a vivere in comunione con Dio, e tra di noi, perché saremo dei risorti. ”ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno.”

Ecco l’Amico che viene a prendere la nostra povera umanità, piccoli e poveri come siamo, purché accettiamo il cibo che Lui ha preparato per noi.

Chi è inesperto accorra qui! Venite, mangiate il mio pane, il vino che ho preparato”.

Questo è il discorso di oggi! E noi siamo qui, in questa Eucaristia, per ascoltare Gesù nostro maestro e per riceverlo come nutrimento dal Padre.

Questa storia di Dio nutrimento degli uomini è stupenda e tanto bella che i contemporanei di Gesù non ci hanno creduto:”Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro:- Come può costui darci la sua carne da mangiare?”

Verrebbe voglia di dire:” O uomo, non essere stolto! Già tante volte la Parola di Dio ti ha esortato a lasciare la via della stoltezza! Lascia i tuoi ragionamenti, abbandona i consigli degli uomini che vivono secondo la mentalità di questo mondo e va' dritto "per la via dell'intelligenza".

Qual è questa via? Ce l'ha appena indicata la Parola! Il Signore Gesù, "Sapienza di Dio", ci invita a entrare nella sua casa, la Chiesa santa di Dio; a sederci sicuri perché la casa poggia sulla roccia che è Cristo e sui sette Sacramenti! Ci invita a sederci comodamente e ad abbandonare ogni ansietà, come gli ospiti che, senza preoccupazione alcuna, si accomodano a mensa certi che chi li ha ospitati si è già preso cura di ogni cosa. Insiste, inoltre, perché mangiamo di ciò che ci viene offerto, infatti:

"Chi mangia questo pane vivrà in eterno".

Quanta gente, quanti cristiani dicono di credere con le parole a tutte queste verità,(tanto non costa niente), ma poi in pratica non si nutrono di questo cibo di Dio che è la sua Parola, il suo esempio, la sua vita, i sacramenti, l’Eucaristia, né lo desiderano o fanno qualcosa per assaggiarlo.

Si preoccupano un mondo per tutte le esigenze fisiche, peri il corpo, per l’intelligenza, per l’apparenza, ma per la vita spirituale molto poco o quasi nulla.

Non è solo questione di mangiare, capire, studiare, ma di incontrarsi con Gesù, con Dio, di vivere in comunione con Lui e con i fratelli. L’Eucaristia porta con sé la dimensione comunitaria che è essenziale: siamo qui tutti insieme radunati nell’amore di Dio e fra di noi. Qui in chiesa Gesù ci fa sentire più fratelli, ma fuori dobbiamo noi vivere questa comunione tra di noi. Che tradimento sarebbe, se qui, ci diamo la pace e ci scambiamo dei bei sorrisi, e poi fuori continuiamo a vivere come degli estranei, sconosciuti gli uni agli altri, senza il desiderio di vivere insieme il comando di Dio, che è l’Amore.

Quindi stendere la mano per ricevere quel pane, non è “ricevere solo qualcosa, fare qualcosa, mangiare l’ostia”, ma permettere a Gesù di realizzare nella nostra vita quel meraviglioso disegno del Padre, farci una sola cosa con Lui ed aiutarci a vivere la nostra vita come un atto di offerta di comunione personale con Lui, attraverso suo Figlio, Gesù.


PREGHIERA

Quando ero nel grembo di mia madre sorridevo, scherzavo, sgambettavo e non conoscevo né tristezza né noia.

Anche mia madre era felice perché io e lei eravamo attaccati l’uno all’altra e i suoi sentimenti erano i miei, il suo cibo era il mio, il suo sangue era il mio sangue, il suo cuore batteva insieme al mio.

Ora che nel segno dell’Eucaristia sei venuto in me, Signore, io e Te siamo una cosa sola: viviamo con lo stesso respiro, e ci muoviamo insieme, divenuti ormai un cuor solo ed un solo spirito.

La tua divinità ha assunto la mia umanità come io nel grembo materno ho assunto il DNA di mia madre.

Ora sono e mi muovo in Te, vivo di Te, e dalla tua linfa spirituale sono plasmato e modellato come tuo capolavoro, tanto che chi vede me, dovrebbe vedere Te, esattamente come chi, guardando me, riconosce il volto di mia madre e mio padre. Dovrebbe sempre essere così, Signore, ma tu sai bene quante difficoltà proviamo a vivere della tua vita, quante volte la roviniamo, la sprechiamo, la deformiamo…

Se tante volte l’abbiamo fatto, perdonaci, aiutaci, restaci sempre accanto per non sciupare questo meraviglioso progetto che stai realizzando in noi, in attesa di accoglierci, perfetti come un capolavoro che solo Tu sai fare, nella tua casa.