Anno B – 17 domenica ordinaria – Gv.6,1-15

Avere il cuore a misura di Dio

Atto penitenziale

-Signore, il pianto di chi muore di fame e di sete è una continua accusa contro i nostri sprechi ed il nostro egoismo,

-Cristo Gesù, la solitudine di chi è tagliato fuori da ogni affetto e a stento sopravvive ai margini della nostra vita è un atto di accusa contro la nostra freddezza e pigrizia,

-Signore, il vuoto di chi ti cerca e non ti trova è un atto di accusa contro le incoerenze e le ipocrisie ei cristiani che dicono di credere alle tue parole e poi non le mettono in pratica,


Con il Vangelo di oggi Gesù Inizia il discorso eucaristico pronunciato il giorno dopo il miracolo dei pani, in cui Gesù dichiara apertamente di essere venuto a saziare l’uomo; e Lui stesso si propone come l’unico nutrimento vivo di cui l’uomo ha bisogno, il Pane di Vita, insomma il segreto che l’uomo ha sempre cercato senza mai trovarlo, per esistere.

Il miracolo che Gesù compie sarà solo un segno e una preparazione a questo cibo che vuol darci, cioè se stesso

Ma la gente non lo capisce. Non riconosce in Lui un profeta, uno che parla a nome di Dio e ci insegna la via della salvezza. A loro basta un Gesù che faccia miracoli e distribuisce pane a gratis; difatti lo cercano subito per farlo re: E’ molto comodo avere un re così.

Ma Gesù, sapendo che stavano per venire e prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo”.

Siamo sempre tutti preoccupati di saziare i nostri moltissimi bisogni, il cibo, la conoscenza, l’amore e tutte le esigenze, a seconda delle varie culture. Tutti hanno, abbiamo fame e sete di qualcosa.

Se vi chiedessi quali sono i bisogni che sentite di più, tutti ne avremmo una lunga lista.

Gesù lo sa molto bene e interviene facendo la domanda ai suoi discepoli:

Come possiamo sfamare questa gente? Come possiamo andare incontro al bisogno degli uomini?”

C'è una realtà davanti a cui vorremmo chiudere gli occhi per non vedere, le orecchie per non sentire, è quella di milioni di fratelli e sorelle che in ogni parte della terra pare si rivolgano a noi per chiedere un pezzo di pane. E per pane intendiamo tutto quello che è vita: dalla possibilità di mangiare e bere, alla possibilità di esercitare il diritto dovere del lavoro e quindi conoscere la bellezza di una famiglia, ancora di più scoprire il vero senso della vita, perché tante volte si ha tutto e si "ha fame" della felicità, dell'amore.

1 – La prima risposta della logica umana viene data dall’ apostolo Filippo, che non ha ancora tanta fede, ed afferma quello che probabilmente avremmo detto noi:”Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo!”. Dove duecento denari erano lo stipendio di metà anno di lavoro, quindi una bella somma. Ecco il ragionamento umano:”La gente non ha pane, muore di fame ,è senza lavoro, ci vorrebbero molti soldi per risolvere i loro problemi ma noi non li abbiamo, perciò il problema non si può risolvere, ci pensino gli altri!”

E questo è il ragionamento che fanno tanti: i soldi risolvono tutti problemi, chi non ha soldi non può soddisfare le sue e altrui esigenze e peggio per lui.

Certamente questo ragionamento a Dio non va bene, non basta, perché è puro egoismo: c’è molta gente che ha molti soldi, sufficienti a sfamare milioni di persone, ma non compra il pane per gli altri. Perché è egoista, non ama Dio e i fratelli, e pensa solo a se stessa e gli altri…s’arrangino.

Se noi viviamo nella logica di Filippo, possiamo anche essere delle “brave persone” per la gente, ma non per Dio, perché non saremo veri cristiani. E di poveri che vivono sotto la soglia della sopravvivenza ce n'è dappertutto. Il mio pensiero corre, con il vostro, ai tanti che fuggono dai loro paesi, e cercano sicurezza tra di noi, ossia gli immigrati. E non sempre trovano accoglienza, comprensione e aiuto.

Visto che non abbiamo soldi, ( tutto da provare, perché tutti diciamo di averne sempre pochi !), poco tempo, non siamo quindi in grado di fare niente, quindi non ci impegniamo affatto per venire incontro alla gente che continua a star male, è senza lavoro e muore di fame; allora ce ne laviamo le mani e ci mettiamo la coscienza a posto.

2 – La seconda risposta la dà il ragazzo interpellato dall’apostolo Andrea:” C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma cos’è questo per tanta gente?”.

E questa è la logica che Gesù chiede ai suoi discepoli: “ Anche se uno ha poco da dare, nella logica della fede, dia quello che ha e che può”. Se noi entriamo in questa logica che è di Dio, il nostro cuore acquista la misura di Dio; l’affetto che Dio ha per i suoi figli entra in noi, come è entrato in tanti santi, il Cottolengo, San Vincenzo, madre Teresa di Calcutta, don Bosco e tanti altri nostri contemporanei; il nostro cuore ha la forza di commuoversi per coloro che stanno accanto a noi e ci daremo da fare, troveremo altre persone disponibili, susciteremo tanta generosità, collaborazione e non ci daremo pace fin che non avremo trovato qualche soluzione.

Questo è già capitato mille volte; abbiamo tutti gli esempi che vogliamo di gente che è partita da zero, “due pesci e cinque pani”, ma uno zero che è poi diventato molti zeri fin che si è potuto fare tante cose per gli altri. Se il nostro cuore ha la misura di Dio, allora più sarà grande, più gente sarà consolata, aiutata, sfamata, dissetata, felice perché oltre tutto le avremo regalato la speranza e la fiducia nella vita.

Questo è il cristianesimo, questa è la prassi santa di tutti i cristiani.

Vedete che oggi il Vangelo è molto impegnativo. Tutti forse abbiamo sempre risposto come Filippo in una logica fredda e cattiva: “ Non posso farci niente!”

Siamo invece chiamati a offrire a Gesù il poco che abbiamo, perché: Non è vero che non potete far niente, che non avete ciò che vi occorre! Se vi do il mio cuore avrete tutto perché con me potrete tutto! Non è detto che dobbiate risolvere tutti i problemi del mondo, ma almeno qualcuno che è vicino a voi e alla vostra portata”. Difatti nei momenti di vita in cui abbiamo voluto bene a qualcuno, siamo stati straordinariamente capaci di fare dei doni, ci siamo ingegnati di dare, anche con tanto sacrificio; ci siamo impegnati con tutte le nostre forze, e ce l’abbiamo fatta; eppure era una questione solo umana: perché c’era l’amore o l’interesse.

Ma se noi ci sforziamo ad amare e credere in Dio, Lui ci dona il suo amore e la potenza di Dio è in noi , il cuore si dilata e moltiplica le sue capacità in modo straordinario e, come tanti Santi, possiamo anche operare miracoli, cioè cose impossibili alla sola capacità umana.

Una delle grandi preghiere che possiamo fare è proprio questa: “Signore, che il mio cuore si dilati perché possa entrarci qualcuno in più dei miei fratelli”

Vedrete che lo sguardo del Signore orienterà il nostro e l’aiuterà a capire che non è necessario avere tanti soldi, possedimenti che ci fanno dire:”Farei…vorrei.. ma non posso…la famiglia, il lavoro, il tempo, gli impegni..” che poi vogliono dire che non abbiamo voglia e coraggio, non ce la sentiamo!

E’ uno squarcio di verità, certo molto esigente, che si apre alla nostra coscienza e ringraziamo il Signore che ci permette di comprendere queste cose e lo Spirito ce le stampi nel nostro cuore.

State certi che in questi giorni, anche se saremo in vacanza, lo Spirito Santo ci farà risentire questa parola e ci dirà in maniera chiara:”Ecco, ora tocca a te!”.

E vi auguro di non rispondere:”Ci sentiremo un’altra volta, Signore,” ma:

Grazie, Signore, era il momento che aspettavo, però.. aiutami Tu!”.


PREGHIERA

Davanti agli immensi problemi che sono nel mondo – la fame, le guerre, l’ateismo, l’immoralità – mi sento scoraggiato e impotente. Che cosa posso fare io con i miei cinque pani e due pesci?

Eppure, Signore, tu vuoi che anche io faccia qualcosa e offra tutto quello che ho e posso, perché è con il mio poco che Tu realizzi il tuo molto.

In una notte buia se accendo il mio fiammifero non è che serva a fare luce, però faccio un po’ di luce.

Se insieme a me altre persone accendono il loro fiammifero il buio è sconfitto.

Tu vuoi che ognuno di noi accenda il suo fiammifero, faccia tutto il suo piccolo possibile, offra la sua piccola briciola di amore: le tue mani, poi, moltiplicheranno il nostro poco ad utilità di tutti.

Facci comprendere seriamente, o Signore che a Te piace non la teologia della potenza e della grandezza, ma la teologia del fiammifero. Anche una goccia d’acqua è una piccola cosa ma, caduta nel mare, ne alza il livello in tutta la vastità. Aiutaci a crederlo e a farlo sul serio. Amen