Anno B -13 domenica ordinariaMc.5,21 – 43

TU SEI LA MIA VITA

Atto penitenziale

- Signore, tu hai creato le cose per l'esistenza, ma noi abbiamo scambiato la libertà per la schiavitù del peccato, abbi pietà di noi

- Cristo Gesù, ti sei fatto povero perché diventassimo ricchi Te , ma noi siamo tanto attaccati ai beni che peniscono, abbi pietà di noi

- Signore, tu hai risvegliato alla vita la ragazza ormai morta, ma noi non abbiamo il coraggio di abbandonare le nostre tristezze e le nostre commiserazioni, abbi pietà di noi…


E’ consolante oggi guardare Gesù che realizza la missione per cui il Padre lo ha mandato: renderci vivi di una vita che non conosce più la morte. L’ha detto Lui stesso:”Questa è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Noi purtroppo viviamo in un tempo che sembra dominato dalla morte; quanta gente che uccide senza sosta e senza pietà, anche se non siamo rassegnati a morire, ed è giusto e vero, perché noi siamo vivi di una vita immortale data da Dio.

E’ commovente come Gesù corra subito verso la casa dove la fanciulla è agonizzante, e solo Lui può dire “Io ti dico,alzati”, come l’ha detto a Lazzaro, al figlio della vedova di Naim, e lo vuol dire all’umanità morta dal peccato. Se c’è un nemico della morte, è proprio Dio. Perché Lui solo è la Vita:”In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio,e il Verbo era Dio, in Lui era la Vita” Se c’è un nemico della morte, di qualsiasi tipo di morte, è Colui che è la vita stessa.

La gente parla molto di tutte quelle insidie che sono contro la vita, e che rendono difficile la nostra esistenza: la malattia,la tristezza, il dolore che sono tutti segni di morte, ma purtroppo si guarda il senso esterno della vita come è, come appare. Tutti proviamo una sensazione di morte ogni volta che la vita in qualche modo è soffocata, ferita, schiacciata.

Viene Gesù e ci invita a guardare alla vita non come appare in superficie, ma come è in realtà, perché la sua realtà va oltre le cose che appaiono e che si vedono, oltre la stessa vita mortale.

Purtroppo nel mondo soffia una certa aria di nichilismo, cioè di gente che sostiene che nulla ha senso e valore. Nulla di più sbagliato e Dio vuole che reagiamo con Lui..

Nella 1 lettura leggiamo:”Dio ha creato l’uomo per l’immortalità…..” Quando perdiamo il senso della vita certamente distruggiamo in noi stessi la prospettiva di una vita eterna e questo è il vero disastro per un cristiano, perché Gesù stesso è venuto perché dalle sue parole di speranza dovremmo trovare il sorriso,la forza, l’incoraggiamento, il significato del vivere.

Al pessimismo umano, che talvolta sembra giustificato, noi opponiamo la speranza che viene dal fatto che la Vita, cioè Dio eterno, è venuta ed è Gesù Cristo.

Se ci lasciamo accompagnare da Signore come Parola eterna e come cibo spirituale, Lui che ha vissuto pienamente la morte e la risurrezione, possiamo vivere in pace, sereni e non nella falsa tranquillità umana, sempre esposta a tragici rovesciamenti, ma nella pace di Gesù.

Allora nulla ci potrà far disperare, nulla potrà renderci pessimisti.

E Gesù lo dice a ciascuno di noi:”Svegliati, alzati, vieni a vivere!”Lo dirà al nostro corpo, perché veramente la nostra anima è già viva. Ma se siamo già oggi più sereni, più aperti; se questi pensieri fanno parte della nostra visione della vita, anzi si identificano con essa, fin da ora possiamo vivere questa immortalità nel mostro cuore, nella profondità del nostro sentimento, nella certezza della vita eterna.

E chiediamo a Gesù che dica anche a noi quella parola:”Alzati”, anche se non siamo ancora sul letto di morte: ce lo ripeta quando abbiamo voglia di lasciar perdere tutto, di scivolare in pensieri negativi, pessimisti, persi in una sterile malinconia o paura del futuro:”Svegliati!Sono io che te lo dico!” Vale allora la pena di vivere, vale la pena di soffrire con Gesù morto crocifisso; vale la pena di sperare, di essere lieti anche in un mondo difficile, perché nessuno può toglierci la Vita che Egli ci dona.

Per credere così ci vuole la fede, la fiducia iniziale che deve trasformarsi in incontro e intimità con Lui, in fede nella sua persona: questo è il senso del dialogo con la donna che perdeva sangue, che è cercata e chiamata:”Chi mi ha toccato?”E lei fa avanti timida e si lascia guardare da Lui, incontra il suo volto per esprimere apertamente la sua fede in Lui.

Non basta “toccare” Gesù, come nella Comunione o preghiera, ma conoscerlo faccia a faccia. Solo così Gesù può dirle:”Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va in pace e sii guarita dal tuo male!”

Non è solo guarita, ma salvata, cioè in lei è entrata la vera Vita.

Anche Giairo è invitato a superare il momento critico della sua fede: gli dicono che ormai sua figlia è morta, quindi che cosa viene a fare Gesù? Ma Gesù lo invita ad avere una fede forte, a superare la paura della morte, sperando contro ogni speranza e gli dice:”Non temere! Solo abbi fede!”

E’ questa la fede che ci occorre per entrare nella Vita che è Gesù, che esige un cammino di vera conversione interiore, un modo nuovo di “toccare e lasciarci toccare da Gesù”.

Quanta gente lungo le strade della Galilea hanno toccato, spinto, dato la mano a Gesù, ma senza ricavarne alcun beneficio. Solo una donna, sfiorandone il mantello ha cambiato radicalmente la propria vita. Tanti oggi toccano Gesù, ascoltando la sua Parola, facendo la Comunione, pregando, ma quanti tornano a casa veramente rinnovati di dentro? La nostra fede è la misura del desiderio che noi abbiamo di Dio. Tanto desiderio di Dio, tanta fede, scarso desiderio di Dio, scarsa fede.

La 2 lettura è in invito alla solidarietà per chi sta peggio di noi, ma non dobbiamo solo intendere questa esortazione solo per quanto riguarda i mezzi materiali: Gesù ci invita a donare amicizia, solidarietà, incoraggiamento, la letizia pur nel dolore, il tesoro della vita interiore, calore, e speranza ad un mondo che ne ha sempre tanto bisogno, perché vive nelle tenebre e nel freddo egoismo.

Tutti possiamo farlo, anzi non lasciamo passare giorno senza aver regalato un poco di vita a qualcuno, senza aver imitato Gesù, anzi, senza aver permesso che Lui, attraverso di noi incoraggi qualcuno:”Su fratello, vivi, non lasciarti morire!”

Questa è la missione cristiana, la più concreta che si possa vivere. Impegniamoci a realizzarla, perché il nostro gesto sarà testimonianza di risurrezione ed anche fonte di gioia dentro di noi: ci sentiremo vivi che sanno far vivere. Ed è la cosa più bella che possiamo fare.


Preghiera

Ci dice il Signore: ”Figli e fratelli miei, so che siete oppressi ogni giorno, da tanti falsi maestri e profeti: Non date retta a quanti vogliono saperla più lunga di me, sulla vita e sulla morte.Credete a me e continuate solo ad aver fede in me!”. "Io sono la risurrezione e la vita". Io vengo a distruggere nell'uomo ciò che non viene da Dio, ma dall'invidia del demonio che non sopporta che una creatura impastata di terra possa essere immagine di Dio ed entri in quella gloria dalla quale lui è stato escluso per la sua ribellione. Quando vi sembra che, per i peccati quotidiani propri della debolezza umana, la vita divina vi sta sfuggendo, ricordatevi di quella donna che dice:

"Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita".

Ve la indico perché anche voi vi accostiate a me con fede e non per abitudine: nella preghiera, nei sacramenti, nella lettura del vangelo, nell’amarvi tra di voi e io vi dirò: "La tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male".

Saprete allora veramente chi sono Io e mi potrete seguire, senza paura alcuna "all'altra riva", dove vi aspetto tutti, perché a tutti ho preparato un posto, vicino a me!.