ANNO B – DOMENICA DI PASQUA - Gv. 20,1-9

La sua e la nostra Pasqua

Atto penitenziale

-Signore, tu che sei vivo e risorto per tutti, per il mondo intero, abbi pietà di noi.

-Cristo, Gesù, tu che mediante il battesimo, ci fai partecipare alla tua risurrezione, abbi pietà di noi.

-Signore, tu che un giorno ci risusciterai alla vera Vita, abbi pietà di noi.


Si fa l’aspersione con l’acqua benedetta nella notte.


Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra”. Ci invita oggi S.Paolo

In realtà oggi si parla di due Pasque: una Pasqua di Cristo che consiste nella sua immolazione e risurrezione e una Pasqua del cristiano che consiste nel cercare e pensare alle cose di lassù, cioè alla vita nuova, alla purezza di vita e non più solo alle cose della terra, cioè alle esigenze della vita materiale e alla corruzione del peccato in cui viviamo ogni giorno.

La Pasqua di Cristo è già fatta, avvenuta, e noi dobbiamo solo più crederla e celebrarla.

La nostra Pasqua invece è tutta da fare ed è un comando che oggi ci viene dato:”Cercate le cose di lassù” .

La Pasqua di Dio è un dono di Dio che si accoglie con la fede, e noi tutti, se siamo qui, crediamo veramente che Cristo è risorto, tanti anni fa.

La Pasqua dell’uomo, la nostra Pasqua dobbiamo invece realizzarla con le nostre opere, ed essere disposti a farla adesso, ogni giorno.

E non dobbiamo correre il rischio di “fare pasqua”, come una semplice ricorrenza, come si celebra l’anniversario della resistenza, della scoperta dell’America o del matrimonio, dove tutto si risolve in qualche discorso commemorativo, una bella sfilata o parata militare, un bel rinfresco o pranzo e tutto finisce lì!

L’essere qui a Messa, non è solo una commemorazione ricordando Gesù che 2000 anni fa è risorto, non è solo un “fare pasqua”, perché ci si è pure confessati (magari solo una volta all’anno!), so è fatta la comunione e poi tutto finisce lì, fino alla prossima Pasqua, come una tassa annuale da pagare a Dio o al prete o alla propria coscienza.

Pensare alla cose di lassù e non a quelle della terra” vuol dire pentirsi e distaccarsi dal male, dal peccato e risorgere anche noi ad una vita diversa da prima, nuova, seguendo Gesù Cristo.

Purtroppo oggi il popolo cristiano, in genere, non riconosce più il suo vero nemico, il peccato, il padrone che lo tiene schiavo, solo perché non ci vuol pensare. Molti che parlano ancora di peccato, l’hanno identificato con gli avversari politici o ideologici; il peccato è a destra o a sinistra, ma sempre negli altri e non si ricordano che il peccato è dentro di noi.

Molti sono rimasti come drogati, frastornati dalla televisione, dai giornali, dall’opinione pubblica e non lo avvertono più. Scherzano con la parola peccato, quasi fosse la cosa più innocente e ridicola del mondo; ci vivono insieme, senza paura, da anni e non lo riconoscono più.

Sarebbe bello fare un’inchiesta su che cosa pensa la gente del peccato: forse i risultati ci spaventerebbero!

E per far” pensare alle cose di lassù”, bisognerebbe alzare la voce anche oggi, come dice il profeta Isaia:”Grida a squarciagola per dichiarare alla gente i suoi delitti”,e, in primo luogo il delitto di aver dimenticato Dio o di averlo messo in soffitta, con le cose che non servono più.

Bisogna che il mondo capisca la verità tanto ribadita dalla Bibbia, che il peccato è morte.

Ripetere ciò che diceva il profeta Isaia:”Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo. Perché volete morire, o popolo mio? Perché volete ancora essere colpiti accumulando ribellioni?”

E quando Dio parla agli uomini di pentimento e di purificazione dai peccati, è perché li vuole felici, non infelici, vuole la vita, non la morte. E’ un dono che vuol farci, non un peso che ci impone.

Ogni movimento penitenziale veramente cristiano ed evangelico non è una cosa negativa, retrograda, che fa venire il mal di pancia e il cattivo umore, ma è sempre positiva, che porta amore e vita, gioia e slancio di vivere con entusiasmo già questa vita.

Il pentimento sincero è la via più sicura alla perfetta letizia, come diceva S. Francesco, perché il peccato, ricordiamocelo bene, è il primo responsabile della grande infelicità che regna nel mondo, cioè nel cuore di tanta gente..

Certo il pentimento è una parola austera e qualcuno arriccia il naso perché costa fatica e sacrificio, ma dobbiamo chiedere forza e coraggio allo Spirito Santo, proprio come disse S. Pietro nel suo discorso nel giorno di Pentecoste. All’udirlo parlare di conversione: “i presenti si sentirono trafiggere il cuore e dissero :Che cosa dobbiamo fare fratelli? E Pietro disse: Pentitevi…dopo riceverete il dono dello Spirito Santo”.

Spero che tutti abbiamo capito, che se vogliamo arrivare alla gioia della Pasqua, cioè del rinnovamento interiore, per poter cantare con vera gioia i tanti Alleluia che la liturgia oggi ci fa cantare, dobbiamo proprio passare attraverso questa conversione, questa vita nuova che ci porta al Signore.

Il vangelo ci dice:”Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette”. Ha creduto, anche se non ha visto Gesù.

Anche noi non vediamo Gesù, ma siamo invitati oggi a credere con tanta fede che Cristo è risorto.

Allora sarà per noi davvero Pasqua, avremo compiuto il santo passaggio e possiamo con gioia ed entusiasmo pregare il Signore con le parole liturgiche:” Alla vittima pasquale s’innalzi oggi il sacrificio di lode………”


PREGHIERA

Siamo qui raccolti, Signore Gesù, con il cuore che vibra nella fede e nella gratitudine, attorno a Te che sei risorto, che sei ritornato dalla morte e non ci lascerai mai più. Vogliamo ripeterti che noi siamo il tuo popolo e che, nutriti della tua vita, desideriamo morire al peccato che c’è ancora in noi.

Vogliamo camminare nella vita nuova e fare così la nostra pasqua, cioè il nostro passaggio dalla morte alla vita, dal male al bene, dal peccato al tuo amore.

Vogliamo rifare con te quell’alleanza che troppe volte abbiamo rotto e tradito e che tu da sempre hai mantenuto fedelmente con noi peccatori.

Tutto questo affidiamo a Colei che ti vide morire, che sicuramente intuì e ti vide risorto e che ora ci aiuta a capire questo mistero di risurrezione.

Ci affidiamo alla Vergine della risurrezione perché faccia esplodere in noi questo desiderio di risorgere e stare con te,così ogni giorno sarà Pasqua e potremo essere forti, fiduciosi e anche felici.