ANNO B – 3 DOMENICA DI AVVENTO Gv. 1, 6…28

GESU’ E’ LA SORGENTE DELLA NOSTRA GIOIA

Liturgia penitenziale

Signore, ti chiediamo perdono perché non sempre ti ringraziamo per la salvezza che ci hai portato.

Signore Gesù, ti chiediamo perdono perché di fronte alle tristezze della vita, alle croci, ai fallimenti, ci lamentiamo sempre con te.

Signore Gesù, ti chiediamo perdono perchè troppo sovente ci metttiamo al di sopra degli altri, con tanta superbia ed orgoglio.


* “ State sempre lieti”, ci dice oggi S. Paolo. E’ una parola! Con tutte le grane e le preoccupazioni che affrontiamo ogni giorno, con quello che ci racconta la televisione, con la stanchezza che tanti si ritrovano addosso, con certi ritmi di vita che tolgono il fiato ( e con l’avvicinarsi del Natale, ancora peggio!), non è che possiamo sentirci sempre su di giri.

Per non parlare poi di quando non stiamo bene, o siamo di fronte a sofferenze o problemi di lavoro o di ingiustizie…è una parola essere contenti nella gioia.

E’ vero che talvolta esageriamo, non ci accontentiamo di quello che abbiamo e non siamo capaci di guardare chi sta peggio di noi. Comunque la gioia di cui ci parlano le letture non è quella a buon mercato, di chi sta bene e si diverte senza fastidi, e l’invito è rivolto non ai buontemponi, agli spensierati, ma proprio a coloro che soffrono, che faticano a vivere, che subiscono ingiustizie:

Prima lettura:”Io gioisco pienamente nel Signore.. Il Signore mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati. Il Signore ci riveste di salvezza”

Vangelo:“Il Signore è in mezzo a noi”Giovanni l Battista, ha capito questo e quindi invita le folle ad andare da Gesù, perché è Lui il Messia, Lui la speranza, Lui la gioia, Lui lo sposo. Giovanni è solo il battistrada, l’amico, una voce.

* La Chiesa potrà anche deludere talvolta, ma Cristo non smetterà mai di essere la nostra gioia e la nostra speranza. Ecco perché la gioia non nasce spontaneamente, come sentimento emotivo e spontaneo del cuore, ma nasce e cresce a mano a mano che noi crediamo e aderiamo alla persona di Gesù Cristo; più ascoltiamo la sua preghiera, più preghiamo, siamo attenti alla voce dello Spirito e più siamo fedeli anche nella sofferenza. Come due sposi che crescono ogni giorno nell’amore vicendevole, stando insieme e condividendo tutta la loro vita, nel bene e nel male.

Una gioia che Dio ci vuol donare anche oggi, da questa celebrazione eucaristica, capace di vincere ogni tristezza che deriva dal peccato, dalle prove e contraddizioni della vita.

Non vi sembra che le nostre assemblee hanno bisogni di diventare più gioiose, più eucaristiche, meno pesanti e meno piatte? Noi siamo qui per pregare, per ascoltare, ma anche per esaltare e lodare il Signore nella gioia.

* Come mai le nostre giovani generazioni non riescono più a cantare, o cantano con fatica e manifestano con difficoltà la gioia di vivere e di credere, come una volta, quando la vita era più semplice, più povera e si cantava volentieri, da soli o assieme, durante il lavoro, le gite ed ogni occasione era buona per cantare e fare quattro salti? Forse perché si è smarrita la speranza? C’è un diffuso senso di tristezza, di noia che il progresso ci ha comunicato. La gente spesso è delusa, scoraggiata, spesso triste e annoiata, preoccupata per il futuro, fugge gli impegni e le responsabilità, anche se lo pretende dagli altri. Ci stiamo accorgendo che le stesse comodità e gli stessi piaceri del benessere non bastano, anzi “uccidono” la vera gioia. Eppure stiamo correndo sempre più forte, come se avessimo paura di arrivare in ritardo e rimanere senza nulla in mano. Tutti reclamiamo uno stile di vita più semplice, eppure facciamo fatica a liberarci dal consumismo, che ci consuma davvero la vita, l’esistenza. I giovani avvertono più di tutti questa noia e questa tristezza che cercano di soffocare in tanti modi sbagliati e pericolosi.

* Questo perché la gioia non viene dal di fuori ma dal di dentro, la gioia non è vivere da sregolati, senza regole e nel libertarismo, ma è vivere dando un valore giusto e diverso alle cose, sapendo quindi cosa è che vale di più e cosa vale di meno, ciò che è bene tenere e ciò che è bene lasciare, ciò che è bene cercare e ciò che è bene evitare; che la gioia non sta nel vivere come ci piace, ma nel vivere come “si deve”.

* La gioia è un cammino da fare nell’interiorità che vince la superficialità e l’esteriorità: e interiorità esige qualche volta silenzio. Invece quanta gente vive nel chiasso continuo, non può vivere senza radio, televisione continuamente accese, forse perché ha paura o non è capace di rientrare in se stessa. Il silenzio ci fa ascoltare la coscienza, la voce di Dio e della sua Parola che parla sempre al cuore dell’uomo e lo fa sentire amato da Dio, quindi non solo con se stesso. La Parola che lo aiuta a scegliere ciò che veramente vale e conta. E il bene scelto rende felici anche nelle prove e nelle difficoltà, nelle delusioni ella vita e dona quella felicità che nasce dal cuore e rende felici.

Quella gioia che ci fa capire come Dio non sia un lusso, un soprammobile; il fatto che Lui ci sia o no nella nostra vita non è indifferente, come mangiare un gelato alla crema o cioccolato, ma diventa un bisogno assoluto per la nostra esistenza.

* “In mezzo a voi c’è uno che non conoscete” Quanta gente non si rende conto che la gioia vera nasce dall’incontro personale con Gesù Cristo.”Nessuno sa quanto è felice un cristiano” diceva Pascal, ma lui intendeva un cristiano vero, non uno all’acqua di rose.

La radice dell’infelicità dell’uomo sono i suoi desideri insoddisfatti; e fin che cerca di soddisfarli con i mezzi umani sarà sempre infelice. Occorre orientare i nostri desideri nella giusta direzione: Gesù, che è la pienezza delle nostre aspirazioni, il vero oggetto dei nostri desideri, il centro del genere umano, la gioia di ogni cuore, la pienezza delle nostre aspirazioni e ogni tentativo di gioia all’infuori di Gesù è sempre fallimentare.

Come cristiani dovremmo dire di meno queste cose, ma manifestarle di più: cerchiamo di rendere le nostre assemblee più gioiose, i nostri volti più sereni, la nostra vita più lieta, e la nostra gioia, in una società annoiata e triste è un segno ed una testimonianza straordinaria della presenza di Dio nella storia.

Se noi, oggi non siamo nella gioia e non siamo capaci di esultare in Dio e di ringraziarlo a causa di sofferenze, delusioni, contrasti, e se abbiamo capito che la ragione di questa nostra situazione sta nel fatto che non «conosciamo» ancora Colui che, potente, vive in mezzo a noi, non ci abbattiamo, ma piuttosto cominciamo a pregare incessantemente, e presto la nostra tristezza si cambierà in gioia, e non semplicemente perché muteranno le condizioni esterne, ma perché lo Spirito di Dio sarà riversato nei nostri cuori e la nostra anima esulterà nel nostro Dio.

PREGHIERA

Signore Gesù, tra pochi giorni sarà Natale. Dovremo trovare tutti le parole più giuste per dire a tutti la nostra gioia, nell'accogliere te che abbiamo tanto atteso ed invocato. Abbiamo bisogno di parole semplici ed umili che derivano dal cuore. Abbiamo bisogno, come Giovanni di diventare la tua parola, la tua luce per i nostri familiari, per i nostri amici e per tanti fratelli e sorelle che sono in cerca di una luce per il loro cammino e per il loro futuro. La tua gioia sia il conforto della notra speranza, con la certezza che tu sei sempre accanto a noi, anche quando i nostri occhi sono velati e non sanno scorgere e tracce della tua meravigliosa presenza.

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