CONGREGAZIONE
PER LA
DOTTRINA DELLA FEDE
IL
MESSAGGIO
DI FATIMA
PRESENTAZIONE
Nel passaggio dal secondo al
terzo millennio il Papa Giovanni Paolo II
ha deciso di rendere pubblico il testo
della terza parte del « segreto di
Fatima ».
Dopo gli eventi drammatici e
crudeli del secolo XX°, uno
dei più cruciali della storia dell'uomo,
culminato con l'attentato cruento al «
dolce Cristo in terra », si apre dunque
un velo su di una realtà che fa storia e
che la interpreta in profondità, secondo
una dimensione spirituale a cui la
mentalità odierna, spesso venata di
razionalismo, è refrattaria.
Apparizioni e segni
soprannaturali punteggiano la storia,
entrano nel vivo delle vicende umane e
accompagnano il cammino del mondo,
sorprendendo credenti e non credenti.
Queste manifestazioni, che non possono
contraddire il contenuto della fede,
devono convergere verso l'oggetto
centrale dell'annuncio di Cristo: l'amore
del Padre che suscita negli uomini la
conversione e dona la grazia per
abbandonarsi a Lui con devozione filiale.
Tale è anche il messaggio di Fatima che,
con l'accorato appello alla conversione e
alla penitenza, sospinge in realtà al
cuore del Vangelo.
Fatima è senza dubbio la più
profetica delle apparizioni moderne. La
prima e la seconda parte del « segreto
» che vengono pubblicate
nell'ordine per completezza di
documentazione riguardano
anzitutto la spaventosa visione
dell'inferno, la devozione al Cuore
Immacolato di Maria, la seconda guerra
mondiale, e poi la previsione dei danni
immani che la Russia, nella sua defezione
dalla fede cristiana e nell'adesione al
totalitarismo comunista, avrebbe recato
all'umanità.
Nessuno nel 1917 avrebbe potuto
immaginare tutto questo: i tre pastorinhos
di Fatima vedono, ascoltano,
memorizzano, e Lucia, la testimone
sopravvissuta, nel momento in cui riceve
il comando del Vescovo di Leiria e il
permesso di Nostra Signora, mette per
iscritto.
Per quanto riguarda la
descrizione delle prime due parti del «
segreto », peraltro già pubblicato e
perciò conosciuto, è stato scelto il
testo scritto da Suor Lucia nella terza
memoria del 31 agosto 1941; nella quarta
memoria dell'8 dicembre 1941 vi aggiunge
poi qualche annotazione.
La terza parte del « segreto »
fu scritta « per ordine di Sua
Eccellenza il Vescovo di Leiria e della
Santissima Madre... » il 3 gennaio
1944.
Esiste un solo manoscritto, che
viene qui riprodotto fotostaticamente. La
busta sigillata fu custodita dapprima dal
Vescovo di Leiria. Per meglio tutelare il
« segreto », la busta fu consegnata il
4 aprile 1957 all'Archivio Segreto del
Sant'Uffizio. Suor Lucia fu avvertita di
ciò dal Vescovo di Leiria.
Secondo appunti d'Archivio,
d'accordo con l'Em.mo Card. Alfredo
Ottaviani, il 17 agosto 1959 il
Commissario del Sant'Uffizio, Padre
Pierre Paul Philippe, O.P., portò a
Giovanni XXIII la busta contenente la
terza parte del « segreto di Fatima ».
Sua Santità « dopo talune esitazioni »
disse: «Aspettiamo. Pregherò. Le farò
sapere ciò che ho deciso ».(1)
In realtà Papa Giovanni XXIII
decise di rinviare la busta sigillata al
Sant'Uffizio e di non rivelare la terza
parte del « segreto ».
Paolo VI lesse il contenuto con
il Sostituto Sua Ecc.za Mons. Angelo
Dell'Acqua, il 27 marzo 1965, e rinviò
la busta all'Archivio del Sant'Uffizio,
con la decisione di non pubblicare il
testo.
Giovanni Paolo II, da parte sua,
ha richiesto la busta contenente la terza
parte del « segreto » dopo l'attentato
del 13 maggio 1981. Sua Eminenza il Card.
Franjo Seper, Prefetto della
Congregazione, consegnò a Sua Ecc.za
Mons. Eduardo Martinez Somalo, Sostituto
della Segreteria di Stato, il 18 luglio
1981, due buste: una bianca, con
il testo originale di Suor Lucia in
lingua portoghese; un'altra color
arancione, con la traduzione del «
segreto » in lingua italiana. L'11
agosto seguente Mons. Martinez ha
restituito le due buste all'Archivio del
Sant'Uffizio.(2)
Come è noto Papa Giovanni Paolo
II pensò subito alla consacrazione del
mondo al Cuore Immacolato di Maria e
compose egli stesso una preghiera per
quello che definì « Atto di affidamento
» da celebrarsi nella Basilica di Santa
Maria Maggiore il 7 giugno 1981,
solennità di Pentecoste, giorno scelto
per ricordare il 1600° anniversario del
primo Concilio Costantinopolitano, e il
1550° anniversario del Concilio di
Efeso. Essendo il Papa forzatamente
assente venne trasmessa la sua
allocuzione registrata. Riportiamo il
testo che si riferisce esattamente all'atto
di affidamento:
« O Madre degli uomini e dei
popoli, Tu conosci tutte le loro
sofferenze e le loro speranze, Tu senti
maternamente tutte le lotte tra il bene e
il male, tra la luce e le tenebre che
scuotono il mondo, accogli il nostro
grido rivolto nello Spirito Santo
direttamente al Tuo cuore ed abbraccia
con l'amore della Madre e della Serva del
Signore coloro che questo abbraccio più
aspettano, e insieme coloro il cui
affidamento Tu pure attendi in modo
particolare. Prendi sotto la Tua
protezione materna l'intera famiglia
umana che, con affettuoso trasporto, a
Te, o Madre, noi affidiamo. S'avvicini
per tutti il tempo della pace e della
libertà, il tempo della verità, della
giustizia e della speranza ».(3)
Ma il Santo Padre, per
rispondere più pienamente alle domande
di « Nostra Signora » volle esplicitare
durante l'Anno Santo della Redenzione
l'atto di affidamento del 7 giugno 1981,
ripetuto a Fatima il 13 maggio 1982. Nel
ricordo del Fiat pronunciato da
Maria al momento dell'Annunciazione, il
25 marzo 1984 in piazza San Pietro, in
unione spirituale con tutti i Vescovi del
mondo, precedentemente « convocati »,
il Papa affida al Cuore Immacolato di
Maria gli uomini e i popoli, con accenti
che rievocano le accorate parole
pronunciate nel 1981:
« E perciò, o Madre degli
uomini e dei popoli, Tu che conosci
tutte le loro sofferenze e le loro
speranze, Tu che senti maternamente tutte
le lotte tra il bene e il male, tra la
luce e le tenebre, che scuotono il mondo
contemporaneo, accogli il nostro grido
che, mossi dallo Spirito Santo,
rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore: abbraccia
con amore di Madre e di Serva
del Signore, questo nostro mondo umano,
che Ti affidiamo e consacriamo, pieni di
inquietudine per la sorte terrena ed
eterna degli uomini e dei popoli.
In modo speciale Ti affidiamo e
consacriamo quegli uomini e quelle
nazioni, che di questo affidamento e
di questa consacrazione hanno
particolarmente bisogno.
Sotto la Tua protezione
cerchiamo rifugio, santa Madre di
Dio! Non disprezzare le
suppliche di noi che siamo nella prova!
»
Poi il Papa continua con
maggiore forza e concretezza di
riferimenti, quasi commentando il
Messaggio di Fatima nei suoi tristi
avveramenti:
« Ecco, trovandoci davanti a
Te, Madre di Cristo, dinanzi al Tuo Cuore
Immacolato, desideriamo, insieme con
tutta la Chiesa, unirci alla
consacrazione che, per amore nostro, il
Figlio Tuo ha fatto di se stesso al
Padre: Per loro egli ha
detto io consacro me stesso,
perché siano anch'essi consacrati nella
verità (Gv 17, 19).
Vogliamo unirci al nostro Redentore in
questa consacrazione per il mondo e per
gli uomini, la quale, nel suo Cuore
divino, ha la potenza di ottenere il
perdono e di procurare la
riparazione.
La potenza di questa
consacrazione dura per tutti i tempi
ed abbraccia tutti gli uomini, i popoli e
le nazioni, e supera ogni male, che lo
spirito delle tenebre è capace di
ridestare nel cuore dell'uomo e nella sua
storia e che, di fatto, ha ridestato nei
nostri tempi.
Oh, quanto profondamente
sentiamo il bisogno di consacrazione per
l'umanità e per il mondo: per il nostro
mondo contemporaneo, in unione con Cristo
stesso! L'opera redentrice di Cristo,
infatti, deve essere partecipata dal
mondo per mezzo della Chiesa.
Lo manifesta il presente Anno
della Redenzione: il Giubileo
straordinario di tutta la Chiesa.
Sii benedetta, in questo Anno
Santo, sopra ogni creatura Tu,
Serva del Signore, che nel modo più
pieno obbedisti alla Divina
chiamata!
Sii salutata Tu, che sei
interamente unita alla consacrazione
redentrice del Tuo Figlio!
Madre della Chiesa! Illumina il
Popolo di Dio sulle vie della fede, della
speranza e della carità! Illumina
specialmente i popoli di cui Tu aspetti
la nostra consacrazione e il nostro
affidamento. Aiutaci a vivere nella
verità della consacrazione di Cristo per
l'intera famiglia umana del mondo
contemporaneo.
AffidandoTi, o Madre, il mondo,
tutti gli uomini e tutti i popoli, Ti affidiamo
anche la stessa consacrazione del
mondo, mettendola nel Tuo Cuore
materno.
Oh, Cuore Immacolato! Aiutaci a
vincere la minaccia del male, che così
facilmente si radica nei cuori degli
uomini d'oggi e che nei suoi effetti
incommensurabili già grava sulla vita
presente e sembra chiudere le vie verso
il futuro!
Dalla fame e dalla guerra, liberaci!
Dalla guerra nucleare, da
un'autodistruzione incalcolabile, da ogni
genere di guerra, liberaci!
Dai peccati contro la vita
dell'uomo sin dai suoi albori, liberaci!
Dall'odio e dall'avvilimento
della dignità dei figli di Dio, liberaci!
Da ogni genere di ingiustizia
nella vita sociale, nazionale e
internazionale, liberaci!
Dalla facilità di calpestare i
comandamenti di Dio, liberaci!
Dal tentativo di offuscare nei
cuori umani la verità stessa di Dio, liberaci!
Dallo smarrimento della
coscienza del bene e del male, liberaci!
Dai peccati contro lo Spirito
Santo, liberaci! liberaci!
Accogli, o Madre di Cristo,
questo grido carico della sofferenza di
tutti gli uomini! Carico della
sofferenza di intere società!
Aiutaci con la potenza dello
Spirito Santo a vincere ogni peccato: il
peccato dell'uomo e il peccato del
mondo, il peccato in ogni sua
manifestazione.
Si riveli, ancora una volta,
nella storia del mondo l'infinita potenza
salvifica della Redenzione: potenza dell'Amore
misericordioso! Che esso arresti il
male! Trasformi le coscienze! Nel Tuo
Cuore Immacolato si sveli per tutti la luce
della Speranza! ».(4)
Suor Lucia confermò
personalmente che tale atto solenne e
universale di consacrazione corrispondeva
a quanto voleva Nostra Signora (« Sim,
està feita, tal como Nossa Senhora a
pediu, desde o dia 25 de Março de 1984
»: « Sì, è stata fatta, così come
Nostra Signora l'aveva chiesto, il 25
marzo 1984 »: lettera dell'8 novembre
1989). Ogni discussione perciò ed ogni
ulteriore petizione sono senza
fondamento.
Nella documentazione che viene
offerta si aggiungono ai manoscritti di
Suor Lucia quattro altri testi: 1) la
lettera del Santo Padre a Suor Lucia in
data 19 aprile 2000; 2) una descrizione
del colloquio avuto con Suor Lucia in
data 27 aprile 2000; 3) la comunicazione
letta per incarico del Santo Padre, a
Fatima il 13 maggio c.a. da Sua Eminenza
il Card. Angelo Sodano, Segretario di
Stato; 4) il commento teologico di Sua
Eminenza il Card. Joseph Ratzinger,
Prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede.
Un'indicazione per
l'interpretazione della terza parte del
« segreto » era già stata offerta da
Suor Lucia in una lettera al Santo Padre
del 12 maggio 1982. In essa dice:
« La terza parte del segreto
si riferisce alle parole di Nostra
Signora: Se no [la Russia]
spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla
Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il
Santo Padre avrà molto da soffrire,
varie nazioni saranno distrutte
(13-VII-1917).
La terza parte del segreto è
una rivelazione simbolica, che si
riferisce a questa parte del Messaggio,
condizionato dal fatto se accettiamo o no
ciò che il Messaggio stesso ci chiede:
Se accetteranno le mie richieste,
la Russia si convertirà e avranno pace;
se no, spargerà i suoi errori per il
mondo, ecc..
Dal momento che non abbiamo
tenuto conto di questo appello del
Messaggio, verifichiamo che esso si è
compiuto, la Russia ha invaso il mondo
con i suoi errori. E se non constatiamo
ancora la consumazione completa del
finale di questa profezia, vediamo che vi
siamo incamminati a poco a poco a larghi
passi. Se non rinunciamo al cammino di
peccato, di odio, di vendetta, di
ingiustizia violando i diritti della
persona umana, di immoralità e di
violenza, ecc.
E non diciamo che è Dio che
così ci castiga; al contrario sono gli
uomini che da se stessi si preparano il
castigo. Dio premurosamente ci avverte e
chiama al buon cammino, rispettando la
libertà che ci ha dato; perciò gli
uomini sono responsabili».(5)
La decisione del Santo Padre
Giovanni Paolo II di rendere pubblica la
terza parte del « segreto » di Fatima
chiude un tratto di storia, segnata da
tragiche volontà umane di potenza e di
iniquità, ma permeata dall'amore
misericordioso di Dio e dalla premurosa
vigilanza della Madre di Gesù e della
Chiesa.
Azione di Dio, Signore della
storia, e corresponsabilità dell'uomo,
nella sua drammatica e feconda libertà,
sono i due perni sui quali si costruisce
la storia dell'umanità.
La Madonna apparsa a Fatima ci
richiama a questi valori dimenticati, a
questo avvenire dell'uomo in Dio, di cui
siamo parte attiva e responsabile.
Tarcisio Bertone, SDB
Arcivescovo emerito di
Vercelli
Segretario della
Congregazione per la Dottrina della
Fede
IL « SEGRETO » DI FATIMA
PRIMA E SECONDA PARTE DEL «
SEGRETO »
NELLA REDAZIONE FATTANE DA SUOR
LUCIA NELLA « TERZA MEMORIA » DEL 31
AGOSTO 1941, DESTINATA AL VESCOVO DI
LEIRIA-FATIMA
(testo originale)
(traduzione) (6)
Dovrò, perciò parlare un po'
del segreto e rispondere al primo punto
interrogativo.
Cos'è il segreto. Mi pare di
poterlo dire, perché dal Cielo ne ho
già il permesso. I rappresentanti di Dio
in terra mi hanno pure autorizzata, varie
volte in varie lettere, una delle quali
credo sia conservata dall'Ecc. V. Rev.ma,
quella del P. Giuseppe Bernardo
Gonçalves, nella quale mi ordina di
scrivere al Santo Padre. Uno dei punti
che mi indica, è la rivelazione del
segreto. Qualcosa ho detto, ma per non
allungare troppo quello scritto, che
doveva essere breve, mi limitai
all'indispensabile lasciando a Dio
l'opportunità d'un momento più
favorevole.
Ho già esposto nel secondo
scritto, il dubbio che mi tormentò dal
13 giugno al 13 luglio, e che in
quest'apparizione svanì.
Bene. Il segreto consta di tre
cose distinte, due delle quali sto per
rivelare.
La prima dunque, fu la visione
dell'inferno.
La Madonna ci mostrò un grande
mare di fuoco, che sembrava stare sotto
terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e
le anime, come se fossero braci
trasparenti e nere o bronzee, con forma
umana che fluttuavano nell'incendio,
portate dalle fiamme che uscivano da loro
stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo
da tutte le parti simili al cadere delle
scintille nei grandi incendi, senza peso
né equilibrio, tra grida e gemiti di
dolore e disperazione che mettevano
orrore e facevano tremare dalla paura. I
demoni si riconoscevano dalle forme
orribili e ributtanti di animali
spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti
e neri. Questa visione durò un momento.
E grazie alla nostra buona Madre del
Cielo, che prima ci aveva prevenuti con
la promessa di portarci in Cielo (nella
prima apparizione), altrimenti credo che
saremmo morti di spavento e di
terrore.
In seguito alzammo gli occhi
alla Madonna che ci disse con bontà e
tristezza:
Avete visto l'inferno
dove cadono le anime dei poveri
peccatori. Per salvarle, Dio vuole
stabilire nel mondo la devozione al Mio
Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi
dirò, molte anime si salveranno e
avranno pace. La guerra sta per finire;
ma se non smetteranno di offendere Dio,
durante il Pontificato di Pio XI ne
comincerà un'altra ancora peggiore.
Quando vedrete una notte illuminata da
una luce sconosciuta, sappiate che è il
grande segno che Dio vi dà che sta per
castigare il mondo per i suoi crimini,
per mezzo della guerra, della fame e
delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo
Padre. Per impedirla, verrò a chiedere
la consacrazione della Russia al Mio
Cuore Immacolato e la Comunione
riparatrice nei primi sabati. Se
accetteranno le Mie richieste, la Russia
si convertirà e avranno pace; se no,
spargerà i suoi errori per il mondo,
promovendo guerre e persecuzioni alla
Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il
Santo Padre avrà molto da soffrire,
varie nazioni saranno distrutte.
Finalmente, il Mio Cuore Immacolato
trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà
la Russia, che si convertirà, e sarà
concesso al mondo un periodo di pace.(7)
TERZA PARTE DEL « SEGRETO »
(testo
originale)
(traduzione) (8)
« J.M.J.
La terza parte del segreto
rivelato il 13 luglio 1917 nella Cova di
Iria-Fatima.
Scrivo in atto di obbedienza a
Voi mio Dio, che me lo comandate per
mezzo di sua Ecc.za Rev.ma il Signor
Vescovo di Leiria e della Vostra e mia
Santissima Madre.
Dopo le due parti che già ho
esposto, abbiamo visto al lato sinistro
di Nostra Signora un poco più in alto un
Angelo con una spada di fuoco nella mano
sinistra; scintillando emetteva fiamme
che sembrava dovessero incendiare il
mondo; ma si spegnevano al contatto dello
splendore che Nostra Signora emanava
dalla sua mano destra verso di lui:
l'Angelo indicando la terra con la mano
destra, con voce forte disse: Penitenza,
Penitenza, Penitenza! E
vedemmo in una luce immensa che è Dio:
qualcosa di simile a come si vedono
le persone in uno specchio quando vi
passano davanti un Vescovo vestito
di Bianco abbiamo avuto il
presentimento che fosse il Santo
Padre. Vari altri Vescovi,
Sacerdoti, religiosi e religiose salire
una montagna ripida, in cima alla quale
c'era una grande Croce di tronchi grezzi
come se fosse di sughero con la
corteccia; il Santo Padre, prima di
arrivarvi, attraversò una grande città
mezza in rovina e mezzo tremulo con passo
vacillante, afflitto di dolore e di pena,
pregava per le anime dei cadaveri che
incontrava nel suo cammino; giunto alla
cima del monte, prostrato in ginocchio ai
piedi della grande Croce venne ucciso da
un gruppo di soldati che gli spararono
vari colpi di arma da fuoco e frecce, e
allo stesso modo morirono gli uni dopo
gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi
e religiose e varie persone secolari,
uomini e donne di varie classi e
posizioni. Sotto i due bracci della Croce
c'erano due Angeli ognuno con un
innaffiatoio di cristallo nella mano, nei
quali raccoglievano il sangue dei Martiri
e con esso irrigavano le anime che si
avvicinavano a Dio.
Tuy-3-1-1944 ».
INTERPRETAZIONE DEL « SEGRETO
»
LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II A
SUOR LUCIA
(testo originale)
(Traduzione)
Reverenda Suor
Maria Lucia
Convento di Coimbra
Nel tripudio delle feste
pasquali Le porgo l'augurio di Gesù
Risorto ai discepoli: « La pace sia con
te!».
Sarò lieto di poterLa
incontrare nell'atteso giorno della
beatificazione di Francesco e Giacinta
che, a Dio piacendo proclamerò il 13
maggio p.v.
Siccome però in quel giorno non
ci sarà il tempo per un colloquio, ma
solo per un breve saluto, ho incaricato
appositamente di venire a parlare con Lei
Sua Eccellenza Monsignor Tarcisio
Bertone, Segretario della Congregazione
per la Dottrina della Fede. È la
Congregazione che collabora più
strettamente col Papa per la difesa della
vera fede cattolica, e che ha conservato,
come Lei sa, dal 1957, la Sua lettera
manoscritta contenente la terza parte del
segreto rivelato il 13 luglio 1917 nella
Cova di Iria, Fatima.
Monsignor Bertone, accompagnato
dal Vescovo di Leiria, Sua Eccellenza
Monsignor Serafim de Sousa Ferreira e
Silva, viene a mio nome per fare qualche
domanda sull'interpretazione della «
terza parte del segreto ».
Reverenda Suor Maria Lucia,
parli pure apertamente e sinceramente a
Monsignor Bertone, che riferirà
direttamente a me le Sue risposte.
Prego ardentemente la Madre del
Risorto per Lei, per la Comunità di
Coimbra e per tutta la Chiesa. Maria,
Madre dell'Umanità pellegrina, ci tenga
sempre stretti a Gesù, Suo Figlio
diletto e nostro Fratello, Signore della
vita e della gloria.
Con una speciale benedizione
apostolica.
GIOVANNI PAOLO II.
Vaticano, 19 aprile
2000.
COLLOQUIO AVUTO CON SUOR
MARIA LUCIA DE JESUS E DO CORAÇÃO
IMACULADO
L'appuntamento di Suor Lucia con
Sua Ecc.za Mons. Tarcisio Bertone,
Segretario della Congregazione per la
Dottrina della Fede, incaricato dal Santo
Padre, e Sua Ecc.za Mons. Serafim de
Sousa Ferreira e Silva, Vescovo di
Leiria-Fatima, è avvenuto giovedì 27
aprile u.s., nel Carmelo di Santa Teresa
di Coimbra.
Suor Lucia era lucida e serena;
era molto contenta dell'andata a Fatima
del Santo Padre per la Beatificazione di
Francesco e Giacinta, da lei tanto
attesa.
Il Vescovo di Leiria-Fatima
lesse la lettera autografa del Santo
Padre che spiegava i motivi della visita.
Suor Lucia se ne sentì onorata e la
rilesse personalmente contemplandola
nelle proprie mani. Si disse disposta a
rispondere francamente a tutte le
domande.
A questo punto Sua Ecc.za Mons.
Tarcisio Bertone le presenta le due
buste: quella esterna e quella con dentro
la lettera contenente la terza parte del
« segreto » di Fatima ed essa dice
subito, toccandola con le dita: « è la
mia carta », e poi leggendola: « è la
mia scrittura ».
Con l'aiuto del Vescovo di
Leiria-Fatima, viene letto e interpretato
il testo originale, che è in lingua
portoghese. Suor Lucia condivide
l'interpretazione secondo cui la terza
parte del « segreto » consiste in una
visione profetica, paragonabile a quelle
della storia sacra. Essa ribadisce la sua
convinzione che la visione di Fatima
riguarda soprattutto la lotta del
comunismo ateo contro la Chiesa e i
cristiani, e descrive l'immane sofferenza
delle vittime della fede nel XX°
secolo.
Alla domanda: « Il personaggio
principale della visione è il Papa? »,
Suor Lucia risponde subito di sì e
ricorda che i tre pastorelli erano molto
addolorati della sofferenza del Papa e
Giacinta ripeteva: « Coitadinho do
Santo Padre, tenho muita pena dos
pecadores! » (« Poverino il Santo
Padre, ho molta pena per i peccatori!
»). Suor Lucia continua: « Noi non
sapevamo il nome del Papa, la Signora non
ci ha detto il nome del Papa, non
sapevamo se era Benedetto XV o Pio XII o
Paolo VI o Giovanni Paolo II, però era
il Papa che soffriva e faceva soffrire
anche noi ».
Quanto al passo concernente il
Vescovo vestito di bianco, cioè il Santo
Padre come subito percepirono i
pastorelli durante la « visione »
che è colpito a morte e cade per
terra, Suor Lucia condivide pienamente
l'affermazione del Papa: « fu una mano
materna a guidare la traiettoria della
pallottola e il Papa agonizzante si
fermò sulla soglia della morte »
(Giovanni Paolo II, Meditazione dal
Policlinico Gemelli ai Vescovi Italiani,
13 maggio 1994).
Poiché Suor Lucia, prima di
consegnare all'allora Vescovo di
Leiria-Fatima la busta sigillata
contenente la terza parte del « segreto
», aveva scritto sulla busta esterna che
poteva essere aperta solo dopo il 1960, o
dal Patriarca di Lisbona o dal Vescovo di
Leiria, Sua Ecc.za Mons. Bertone le
domanda: « perché la scadenza del 1960?
È stata la Madonna ad indicare quella
data? ». Suor Lucia risponde: « Non è
stata la Signora, ma sono stata io a
mettere la data del 1960 perché secondo
la mia intuizione, prima del 1960 non si
sarebbe capito, si sarebbe capito solo
dopo. Ora si può capire meglio. Io ho
scritto ciò che ho visto, non spetta a
me l'interpretazione, ma al Papa
».
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