PERTEOLE
LA CHIESA
SANT'ANDREA e SANT'ANNA
Festa del patrono 30 novembre e 26 luglio
La storia di una Chiesa è la
storia di una Comunità cristiana, perché essa è la
testimonianza della vitalità dei momenti belli e dolorosi di un
popolo. Queste affermazioni si addicono in maniera completa alla
Chiesa di Sant'Andrea in Perteole. Il luogo in cui sorge è stato
un sito importante ancora prima di essere un edificio sacro,
perché era una stazione romana adibita al cambio di
cavalli sulla linea di collegamento tra Aquileia e Forum
Juli e in prossimità di alcuni guadi di fiumere. Al tempo
di Carlo Magno (intorno all'800) risale la Chiesa primitiva, sono
infatti, venuti alla luce le fondamenta di un abside, che è
stato messo a vista, mentre sulla parete interna dell'arco
trionfale si possono vedere alcune tracce su cui si posava
probabilmente la copertura del catino. Questa Chiesa
avrebbe avuto anche un piccolo campanile verso ovest, ora
scomparso. Nel 1297 Viscardo di Pietra Pelosa, al soldo del conte
di Gorizia incendiò Perteole distruggendo col fuoco il paese e
la Chiesa ed atterrando la torre; una parte degli abitanti trovò
la morte nel fuoco. Un'altra notizia certa su questo edificio si
trova in un documento che descrive la sua consacrazione,
ovviamente dopo un restauro, che riporta la data del 10 giugno
1548.
In quell'occasione il Vescovo Luca
Bisante, vicario del Patriarca di Aquileia Giovanni Grimani
depone alcune reliquie nell'altare di sinistra. La consacrazione
dell'altare maggiore in onore di Sant'Andrea tocca al Vescovo di
Trieste Ursino de Bertis nella domenica 11 settembre 1605, più
di cinquant'anni dopo. La Chiesa funzionava anche come Cappella
dell'annesso cimitero, e in essa veniva celebrata una santa Messa
per i defunti in novembre, altre due nel giorno di Sant'Andrea e
di Sant'Anna. Il luogo era meta della processione delle Rogazioni
prima della festa dell'Ascensione. All'interno veniva pure
costruita, secondo la vecchia usanza, una cripta tombale, dentro
la quale venivano sepolti i sacerdoti: l'ultimo fu don Giovan
Battista Serafini, parroco di Perteole, morto di colpo
apoplettico mentre celebrava la Santa Messa nella Chiesa di
Alture nel 1838. Nel 14 marzo 1890 il Parroco di Perteole don
Giovanni Battista Battaino scriveva una lettera al Consiglio
Comunale di Perteole per chiedere un aiuto finanziario per
restaurare la Chiesetta di Sant'Andrea nel cimitero. La
condizione deplorevole e di abbandono viene descritta con dovizia
di particolari. Prima viene evidenziata la situazione del tetto,
che si trovava nel massimo disordine. I canali smaltitoi
sono turati dal muschio e dai crepacci delle tegole frantumate
per cui l'acqua penetrata all'interno ha guastato talmente la
travatura da renderla crollante; poi viene descritto l'ambiente
interno: L'interno poi è convertito in letamaio dalle
lordure prodotte dai gufi, civette, upupe e barbagianni che ivi
presero stanza. Ciò proviene dalle finestre prive di vetri e di
telai.... Il parroco intendeva renderla officiabile ma
questa essendo considerata un deposito di cadaveri e camera
mortuaria non si poteva renderla aperta al culto anche
perché si rischiava contagio ed epidemia. Il podestà
di Perteole risponde con una nota il 24 marzo 1890 di non
concorrere nella spesa per la riparazione della Chiesa di S.
Andrea nel Cimitero. In questo documento, datato più di
cent'anni fa e custodito nell'archivio parrocchiale, non si fa
cenno però agli affreschi, che probabilmente saranno stati
coperti da una pennellata di calce per disinfettare l'ambiente
contro i contagi. Si ricava pure che l'ambiente circostante sia
stato adibito a Cimitero fuori del Paese anche
secondo il decreto napoleonico, poiché quello attorno alla
Chiesa di San Tommaso era ormai non legale. Le notizie successive
a questa lettera ci dicono che i lavoro sono stati eseguiti,
infatti esistono delle dichiarazioni di prestazioni d'opera
specificate da una poliza del muratore e da una
specifica del marangone per un montare di Fiorini 91.82-
Il cimitero di Sant'Andrea accolse molte salme di soldati durante
la prima guerra mondiale, a Perteole solo nel 1915 ne morirono
717. La Sant'Andrea fu restaurata dal parroco don Giacomo Gregori
verso la fine degli anni '60. Nel 1988 è iniziata l'ultima
ristrutturazione. Questa però, condotta sotto l'impegno del
Comune di Ruda e la responsabilità della Soprintendenza è stata
più importante per le diverse scoperte fatte: gli affreschi, gli
scavi e le monete. Gli affreschi Attorno all'arco trionfale si
sono scoperti due strati di affreschi sovrapposti appartenenti a
due epoche diverse: il più antico risalente al XIII secolo, il
secondo agli inizi del XVI secolo. I due strati sono stati
strappati e separati e poi posti l'uno, il più antico sulla
parete originale e l'altro, quello del 1505, firmato dal pittore
Tomaso de Salo, sulla parete vicino alla porta d'ingresso.
Essendo di epoca diversa sono anche di stili diversi, ma tutti e
due raffigurano il tema dominante che è l'Annunciazione. Mentre
sulle pareti che fiancheggiano l'arco sono raffigurate diverse
immagini di santi. Nell'affresco più antico domina la figura di
Sant'Andrea, mentre subisce il martirio per mezzo della
crocifissione, come il fratello Pietro. Qui il santo viene
rappresentato con il vestiti della sua gloria e con la croce
latina. Sul lato opposto si intravedono delle persone che
piangono, forse sono le pie donne che sono sotto la croce di Gesù,
che non si intravede. Sulla parete infondo all Chiesa: a sinistra
si distingue molto bene la Madonna con il bambino, la figura di
San Sebastiano e ai suoi piedi un personaggio in ginocchio, molto
probabilmente l'offerente. Sulla parete destra: la Santissima
Trinità con ai lati San Nicolò di Mira e San Francesco d'Assisi.
I lavori di strappo e di restauro sono stati fatti dalla ditta
Lizzi Renzo. Gli scavi La dottoressa Lo Preato Paola, direttore
del museo medioevale di Cividale con l'ausilio dei volontari del
Gruppo Archeologico Aquileiese ha scavato il sottosuolo dentro l'aula
della Chiesa. Sono stati rilevati più strati di edifici che
sovrastavano uno sull'altro. Il più antico risale all'epoca
romana, poi sono emerse le fondamenta di un'abside di epoca
carolingia, successivamente si sono riscontrati alcuni resti di
pavimento e di selciato di epoca successiva con le basi di un
piccolo campanile. Gli scavi hanno messo pure in mostra diversi
pezzi di pietra lavorata di origine romana che sono servite da
supporti di fondamenta e di decorazioni, tutto materiale da
riporto. Si è scoperto poi che la lastra di marmo che serviva da
mensa per l'altare nascondeva sulla sua facciata nascosta un
bellissimo bassorilievo di epoca del patriarca Massenzio (sec. IX),
e ora fa nella mostra su una parete. I sedili che circondano il
perimetro interno dell'edificio servivano certamente per far
sedere i pellegrini che venivano da Cividale ad Aquileia per
venerare le sacre reliquie dei martiri. Le monete Durante un
sondaggio, sotto il pavimento esattamente dentro il perimetro e
in mezzo alle fondamenta del campanile, sono state scoperte,
custodite in una pentola di terracotta, 1164 monete d'argento
datate intorno al 1250 d.C. Era l'8 marzo 1989. Le monete dopo
essere state restaurate e catalogate sono state trasferite ed
esposte al museo di medioevale di Cividale. Sono denari del
patriarca di Aquileia Bertoldo di Andechs (1218-1251) ben 681,
dei vescovi di Trieste Leonardo (1231-1233) e Volrico (1233-1254)
480 e del duca di Carinzia Bernardo II Spanheim (1202-1256)
soltanto 3. Non si sa chi le abbia raccolte e chi le abbia
nascoste dentro le fondamenta del piccolo campanile e tanto meno
perché sono state nascoste. Certamente risalgono ad una data
anteriore all'incendio del paese di Perteole del 1297. Si
potrebbe ipotizzare che qualcuno abbia nascosto questo piccolo
tesoro per salvarlo da quella razzia e che questo qualcuno sia
morto senza rivelarne poi il luogo.