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Molto
probabilmente, se andassimo a chiedere ad un qualsiasi individuo di qualsiasi
fascia d’età, qual è l’elettrodomestico a cui tiene di più in casa
propria, non vi sentireste rispondere: il frigo, il phon, la lavatrice, il pc,
etc…Quasi certamente la risposta sarebbe lapidaria: la TV!! Si, proprio lei, la piccola scatola magica che ci ha cambiato la vita, quella che negli ultimi cinquant’anni ha segnato la svolta decisiva nei nostri comportamenti, nella nostra vita sociale, che è riuscita ad avvicinare i punti più remoti della terra, i popoli più lontani, facendoci ascoltare lingue e vedere cose che solamente i nostri emigranti, quando ritornavano al paese dopo una lunga e massacrante stagione di lavoro lontani da casa, potevano un tempo raccontarci, attorno ad un focolare, ad un tavolo, facendo filò. Ebbene sì, la TV, dopo la penicillina, la radio, l’automobile e qualche altra invenzione, è certamente la più stupefacente delle diavolerie messe a punto dal genere umano. Pensate, se facessimo vedere oggi ad un individuo di qualche secolo fa la nostra scatoletta magica, griderebbe al miracolo oppure alla stregoneria, tanto risulta misteriosa la sua creazione… Eppure questa accozzaglia ordinata di schede elettroniche, integrati ed assemblati plastici, risulta essere sempre di più il nucleo a cui ruota attorno gran parte della nostra esistenza domestica. Si litiga più per la scelta del canale su cui sintonizzarsi, che per far quadrare il budget familiare, addirittura ci prendiamo gli appuntamenti in funzione alla visione o meno di qualche trasmissione! Al
di là comunque di queste semplici e superficiali congetture, non possiamo non
riconoscere alla televisione un’importanza culturale di massa, e soprattutto
allo stato attuale delle cose non possiamo non rammaricarci constatando le
potenzialità malamente sfruttate da parte degli amministratori del servizio
pubblico. Sì perché credo che il tasto dolente della tv, non sia tanto il
fatto (seppur grave), che lentamente abbia sostituito gran parte dei nostri
rapporti interpersonali, che sia uno strumento politico molto fine e subdolo,
che sia la baby sitter del terzo millennio, etc, il tasto dolente è la cattiva
qualità di programmazione che ci viene proposta quotidianamente. Diciamocelo
chiaramente, la nostra Televisione è decisamente di basso livello. Il
giornalista inglese Tobias Jones, cronista del “Financial Times”, dopo
essersi sorbito un mese di programmazione full immersion del nostro panorama
televisivo, ha pontificato che il livello del prodotto visionato è veramente di
bassa lega, sbandierandolo su tutti i tabloid europei. Beh! Francamente possiamo
affermare che non ci serviva un inglese masochista per farci capire come
andassero le cose qui in casa nostra! Non
possiamo comunque fare di tutta l’erba un fascio… Bene o male film e fiction
(leggi telefilm) seguono un format di tipo universale, che va per la maggiore, e
che per fortuna possiamo scegliere di vedere o meno, basandoci su bollini
colorati, consigli di amici e recensioni. Le trasmissioni culturali, sono il
sale di quella informazione intelligente che dovrebbe servire ad educare i
telespettatori ed in Italia seppur con il contagocce e soprattutto ad orari
strampalati qualcosa di buono si riesce ancora a vedere (Quark, La macchina del
tempo, La grande Storia, approfondimenti dei vari TG…), ed il livello è
sicuramente elevato. Quello che veramente lascia allibiti sono quei famosi
“contenitori” pomeridiani dove sguazzano storie incredibili, personaggi che
sembrano (ed il più delle volte risulta così) inventati, condotte da
personaggi ameni ed insulsi, che in un paio d’ore snocciolano eresie ed
argomenti che nulla hanno di culturale o di formativo, risultando alla fin fine
noiosi, talvolta volgari, ma soprattutto penosamente inutili. Tutto oramai si
basa sul pettegolezzo, sulla frivolezza, e sul sensazionalismo, che all’inizio
può anche intrigare, ma poi, dopo i primi “succulenti” scoop, si cade nel
banale e vale la pena cambiare canale. Sarà in quel momento che disperatamente
armeggiando sul tastierino del telecomando (una volta avremo dovuto alzarci
dalla comoda poltrona per cambiare il canale, per lo meno avremmo fatto un po’
di ginnastica…) ci renderemo conto che non cambierà nulla e che la minestra
sarà sempre la solita. Fuggendo da Cucuzza, dribblando Giletti, rimbalzeremo
sulla D’Eusanio che ci proietterà direttamente fra le braccia della De
Filippi in un nulla mediatico che ci farà sicuramente rimpiangere la radio a
transistor degli anni 50. OK, è vero, la TV è figlia dei nostri tempi e
riflette, secondo i media-guru, le nostre effettive esigenze, le nostre
debolezze, le nostre preferenze, le nostre morbosità…ma ne siamo sicuri?
Sinceramente non mi rispecchio negli “ignorantoni” del Grande Fratello, che
non conoscono il nome nemmeno delle regioni italiane, non mi immedesimo
nell’Uomo Gatto di Sarabanda, che per carità avrà avuto anche una
preparazione notevole in fatto di musica, ma che spessore umano ha offerto ai
ragazzi che lo vedevano in video? Come possiamo ispirarci ad un Jucas Casella
domenicale o ad un colto ma irriverente, sboccato e maleducato Vittorio Sgarbi?
Non datemi del moralista bacchettone, ma guardatevi attorno, e pensate se quello
che ci offrono è veramente quello che vogliamo! Non esistono programmi per le
fasce d’età, non esiste la TV dei ragazzi, via di quattro cartoni Manga
Giapponesi, che ci fanno rimpiangere Calimero, e del povero Tonio Cartonio che
assieme ad Art Attack è l’unica cosa che si avvicina al mondo dei
bambini…(anche perché I Simpson e South Park politicamente scorretti ma tanto
simpatici, piacciono più ai grandi che ai piccini!!!)…Ad ora di cena poi
“letterine” ed “ereditiere” in mutande (e badate bene che a me piacciono
anche…) ci fanno la scossa, bloccandoci la digestione rianimando a modo loro
quei pochi momenti in cui possiamo confrontarci con il nostro grado di cultura,
ed eventualmente approfondire le nostre conoscenze…, confermando e riducendo
il ruolo delle donne a splendidi quanto inutili soprammobili televisivi su cui
posare gli occhi, bambini compresi. Ritorno a dire dunque che gran parte dei
programmi migliori (perché badate bene, ci sono buoni programmi!!!) vanno in
onda ad orari pazzeschi, a notte fonda, e vanno a perdersi nel mare delle cifre
(basse) dell’AUDITEL, perché come sicuramente sapete è proprio l’AUDITEL
il termine di raffronto, l’indice di gradimento di un programma televisivo.
Ecco che allora un Overland alle 24,00 viene visto da 1.200.000 persone, mentre
C’E’ POSTA PER TE alle 21,00 viene visto da 5.000.000 di disperati, e
secondo l’AUDITEL è sicuramente più trendy il programma della De Filippi…
Terminiamo con lo sport, ed anche qui siamo alla nausea. Calcio, calcio, coppe,
soldi, ingaggi, polemiche, rigore si rigore no, ore e ore, fiumi di parole
inutili che vanno ad inficiare quello
che di più puro può offrire una pratica sportiva: sudore e divertimento!
Calcio sempre in passerella a tutte le ore, mentre gli altri sport più poveri
vengono trattati ad orari antelucani o addirittura sparati sul satellite!!!! Ma
va bene così. Siamo ben felici di pendere dalle labbra di Emilio Fede che con
convinta nonchalanches spara le sue notizie al contrario di come le da Lilli
Gruber, ed il dramma è che non sappiamo chi dei due dia la notizia esatta!
Siamo così abituati a vedere e a sentire parlare di morte, che l’imminenza di
una nuova guerra, ora alle porte, non ci fa neppure il solletico. Facciamo
fatica a filtrare le notizie e soprattutto a capirle. Il “politichese”, lo
“sportivese”, il “vippese”, che escono dal tubo catodico, sono di
difficile comprensione e non perdonano, persa una parola, una frase, non ci si
raccapezza più. Con un libro, con un quotidiano, è differente, se non capisci,
puoi tornare indietro e rileggerti un passo, ma con la TV, non si può, la TV
non aspetta ed allora tante volte crediamo di capire delle cose e poi… Sì lo
so, se la TV non esistesse, per qualcuno ci sarebbe solamente la solitudine, ma
se non ci stiamo attenti, la TV stessa in dosi massicce ha il potere di isolarci
ancora di più della solitudine fisiologica. Sarebbe utile qualche volta,
pigiare più spesso quel pulsantino rosso, ed ascoltare il silenzio, alzarsi,
fare due passi, parlare con i vicini, i figli, le madri, i padri, scegliere un
tipo di comunicazione alternativa, magari zittendo gli omini della scatoletta
magica e mettendoci a parlare noi. Ora smetto di pigiare questi tasti, (a
proposito, anche il computer è una bella bestia in fatto di chiusura e di
alienazione, ma questa è un’altra storia), perché mi devo spostare di là in
poltrona per gustarmi “Il commissario Rex”, con la speranza che ricominci
presto “Il Commissario Montalbano” e magari anche “E.R”., perché se non
l’avete capito io senza la televisione…... divento matto!!!!!!!!!!!!!!!!! La Voce della Vegra |