Stella Stellina
     

STELLA STELLINA …SE COSTA ‘STA BENZINA…

Olio, petrolio, acqua minerale per battere il Vicenza ci vuol la Nazionale!!!

Nascosta dietro questo slogan reazionario in auge durante la mia gioventù scolastica, si cela senza dubbio la miscela più intrigante ed esplosiva relativa al panorama socio economico del terzo millennio con sicuri e preoccupanti riflessi per il nostro quanto mai fosco futuro.

Credetemi, mai avrei pensato che quattro ingredienti così mal assortiti potessero alla fine della fiera stringere un così saldo cappio attorno al collo dell’intera umanità. 

Col passare degli anni, raspando in fondo al nostro quanto mai spremuto portafoglio, ci siamo ineluttabilmente accorti che i nostri quotidiani spostamenti motorizzati hanno cominciato ad incidere pesantemente sul budget familiare, giungendo nelle ultime settimane ad un preoccupante quanto malevolo record, arrivando a mettere in ginocchio l’intero sistema economico occidentale. Maledetto petrolio, maledette guerre, maledetto progresso!!! Ad ogni minima variazione socio economica, ad ogni piccola “sterzata” politica, ad ogni piccola impennata della sinusoide dello status quo mondiale, qual è la prima reazione dei mercati planetari? Eccola là…”Sale il prezzo del petrolio…”

Al solo nominare le parole: petrolio, barile, greggio; ci viene il mal di mare, e mai come in questi giorni ci siamo chiesti se non esista una via alternativa al vituperato oro nero, unico e vero ago della bilancia di tutte le variabili del mondo conosciuto. L’85% delle guerre innescate qua e là nel mondo sono legate vuoi in maniera diretta, vuoi mascherate da deliranti coperture religiose, razziali, ideologiche, al mondo della produttività estrattiva. Vagoni di denaro più o meno sporco, girano attorno al petrolio. Lo sappiamo tutti., petrolio = introiti da canalizzare verso l’acquisto di armamenti, per foraggiare frange terroristiche, corpi speciali di sedicenti brigate religiose assetate di sangue, petrolio = cartello del trasporto mondiale, dove poche multinazionali impongono l’uso del combustibile per autotrazione in quanto proprietarie  delle più potenti lobby delle industrie automobilistiche. Hoibò! Questo petrolio si delinea come un vero e proprio despota intransigente, a cui tutti volenti o nolenti siamo soggiogati!

Vi sono delle zone ben definite ove il greggio risulta reperibile: i deserti medio orientali, alcune zone centro  e nord africane (Nigeria e Libia su tutte), alcune zone dell’America latina, capitanate dal Venezuela, nel continente Nordamericano, sotto i ghiacci dell’Alaska, e qua e là sparse nei vari mari e nei vari oceani. Come avrete ben intuito, in quasi tutte queste zone, America, Emirati Arabi, Kuwait e altre “oasi desertiche” (comunque fide colonie Usa) escluse, i governi risultano instabili, il mercato delle armi è fiorente ed in attivo, sommosse e guerriglie sono all’ordine del giorno e tragedia nella tragedia, la disparità fra la classe dominante ed il ceto più basso è praticamente ABISSALE: c’è chi mangia in piatti d’oro massiccio e chi, morendo di fame, non ha nemmeno i piatti su cui posare quel pasto che a stento si riesce quotidianamente a racimolare. Tutto comunque regolato dallo stesso comune denominatore: il petrolio. Le cifre che girano sono da capogiro, inevitabilmente fuori dalla nostra portata cognitiva, ma, proviamo comunque a quantificare effettivamente quanto può costare un maledetto barile di greggio… Cominciamo a dire che un barile di greggio corrisponde su e giù a 159 litri di petrolio grezzo, che, udite, udite, alla compagnia estrattrice viene a costare da un minimo di 4 dollari (in Irak) ad un massimo di 18 dollari (nel mare del Nord, il famoso Brent) ed il prezzo varia dalla profondità da cui bisogna estrarlo. Il prezzo va via, via, ad aumentare in relazione al trasporto, alla raffinazione ed allo stoccaggio, ma, riudite, riudite, il prezzo equo per un barile si dovrebbe attestare sui 26 dollari finali. Dunque pensando ai 56 dollari raggiunti ad ottobre, si può tranquillamente affermare che il 30% e oltre del costo attuale, è pura e semplice speculazione. Non dimenticate poi il carico fiscale a cui è soggetto il prodotto raffinato… Nel 2000, quando più o meno avevamo raggiunto punte simili ed un litro di verde costava 2060 lirette, ben 1490 lire erano solamente di tasse!!!!!!! GOVERNO LADRO!!!! (verrebbe da dire). Al di là comunque delle fredde cifre e delle note tecniche, non possiamo dimenticare che il petrolio oltre che ad avvelenarci gli animi, sicuramente sta avvelenando il nostro pianeta. È un agente che inquina in maniera esponenziale. Inficia la terra, l’aria, l’acqua, tutti gli elementi in natura vengono lordati dagli scarti di questo naturalissimo prodotto manipolato dall’uomo. Fiumi di inchiostro sono stati versati per ribadire, spiegare, ammonire, a riguardo dei danni collaterali causati dall’oro nero ed in ogni caso a nulla è giovato l’impegno degli ambientalisti e delle persone di buon senso negli anni trascorsi, si fa finta di niente, si finge di non vedere i danni attorno a noi, quelli che vediamo tutti i giorni, quelli che non vediamo ma persone molto più preparate di noi ci comunicano, e mi riferisco al surriscaldamento della terra, al buco dell’ozono che ha raggiunto la dimensione di 27 milioni di Kilometri quadrati ed allo stato attuale, lascia filtrare comodamente una tale quantità di raggi U.V. da abbronzarci anche di notte (ma allo stesso tempo anche a cuocerci le cellule cerebrali) !!!!! Nessuno mai ricorda le catastrofi ecologiche causate dalle petroliere obsolete che infestano tutti i mari, nessuno ricorda l’aumento delle malattie polmonari, le allergie e i 200.000 morti (solo negli USA) l’anno dovuti alle emissioni nocive. Anzi, si temporeggia, o addirittura ci si rifiuta, come l’America stessa, di sottoscrivere la ratifica del protocollo di Kyoto, in cui 160 paesi fra i più industrializzati del mondo, si impegnerebbero a limitare le emissioni per ridurre l’effetto serra, ed introdurre altre giuste regolamentazioni in campo ambientale per tutelare il Pianeta. L’America, il gendarme della Terra, la quale, avendo praticamente esaurito le scorte di petrolio nei deserti texani, si fa arbitro mondiale delle più disparate guerre medio orientali, guarda caso là dove abbonda l’oro nero, impegnando dollari e soldati a profusione solamente nel nome della GIUSTIZIA e della DEMOCRAZIA. AH, AH, AH… ci credono tutti! Il Presidente Bush si dice addirittura disposto a sacrificare la riserva nazionale artica dell’Alaska, al fine di piantare sonde e trivelle, lordare un ecosistema delicato ed intonso per ciucciare 580.000 barili di linfa al giorno, linfa che farebbe muovere il suo paese, e soprattutto le compagnie petrolifere sue e dei suoi sostenitori politici. W l’AMERIKA!!!! Che con un piede in Irak (riserva sconfinata di petrolio da difendere fino alla morte) ed uno in Afghanistan (su cui passa il più grande gasdotto del mondo) sovvenziona sottobanco mercenari e collusi politici venezuelani per destabilizzare il governo, con lo scopo di essere “chiamata” ad aiutare e “consigliare” il povero stato in crisi, e già abbiamo capito la ricompensa…. Pensate, amici ascoltatori (come direbbe il nostro italo americano Mike Bongiorno), i tre più ricchi possidenti americani hanno beni superiori alle popolazioni dei sei stati più poveri del mondo!!!!!

Ma finirà, oh sì, prima o poi finirà. E allora, ma solo allora, si comincerà a rispolverare quei progetti che la ricerca ha da tempo messo in opera, e continua a migliorare. Macchine che percorrono 100km con un litro di idrogeno a 150 km orari, centrali eoliche che producono energia pulita senza una minima scoria, centrali fotovoltaiche che immagazzinano energia a profusione a costi inferiori di quelli legati all’industria petrolifera. Credetemi se possiamo affermare che il prezzo per ottenere un KW di energia pulita oggi è calato dei 2/3 in confronto a quello di 10 anni fa, grazie alle nuove tecnologie. Non dimentichiamo allora, se ci teniamo alla salute della terra, che ogni volta che accendiamo una lampadina, che apriamo il frigo, che ci facciamo un caffè mettiamo in moto un meccanismo veramente infernale che prima o dopo ci vedrà veramente al tracollo. Dobbiamo imparare ed evitare l’inutile…in tutto, specie in campo ecologico…

Se il nero è dunque il colore dello sporco, possiamo affermare che nulla è più sporco del petrolio. Migliaia di persone, sono annegate nel sangue, con l’unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Pensate a quelle popolazioni che giornalmente si sobbarcano bombardamenti, fame, carestia e paura, solo perché si trovano lì sopra il petrolio. Ironia della sorte, cosa possono godere di tutta quella ricchezza sotto i lori piedi, e cosa pensate abbiano goduto fino a ieri, quando governavano gli altri? Guardate gli occhi dei bambini!!!! Gli occhi dei bambini nelle foto di guerra sono terrificanti! A chiedere ”… ma che ci faccio qui, e che colpa ne ho io!!!!!” La corsa all’accaparramento e la conseguente lotta armata ci dimostra che tanta  ricchezza porta tanto dolore, e tutto questo sotto i nostri occhi, indifferenti e bramosi. Altro che “…Gianni, l’ottimismo è il profumo della vita…”… Come potrebbero essere ottimisti?

Grande e ultima preoccupazione poi ci viene ora dallo sviluppo economico di Cina ed India… Una spada di Damocle sulla testa del mondo occidentale! Così è stata definita dagli economisti delle potenze dell’ovest. Tutte le grandi sorelle occidentali rimangono alla finestra per osservare il progresso e soprattutto la velocità di acquisizione della mentalità industriale e capitalistica dell’ormai tramontato stato arcaico e comunista (per assurdo ora capitanato da una potente oligarchia di destra) che rappresenta la Cina, con i suoi oltre un miliardo e duecento milioni di abitanti affamati di tecnologia, moda e benessere ed inevitabilmente assetati di greggio!!!!!!!!!!!! La sete di petrolio ci spaventa e ci sbatte in faccia una nuova realtà e la paura serpeggia! Se i potenti nostrani sono intimoriti chi gongola sono sempre i soliti straricchi che fanno rima con sceicchi. Ma come già detto un giorno il rubinetto inizierà a gocciolare e allora staremo lì a goderci la scena, a meno che il petrolio prima di finire lui stesso non abbia già soffocato ed annientato per sempre il nostro povero spompatissimo pianeta..

Dunque Olio, Petrolio e Acqua Minerale… Eh già, anche l’acqua è una bella magagna, ma questa è un’altra storia, che magari riprenderemo più avanti, per ora con l’inverno che infuria, godiamoci il caldo tepore dei nostri termosifoni pensando a quei “poveri” emiri e sceicchi arabi, che ironia della sorte, pur producendo ettolitri ed ettolitri di gasolio e metano, non possono nemmeno godersi il caldo tepore di un semplice e tubolare termosifone… “Ben gli sta!!!!!!!!!”

                                                                        La voce della Vegra

 
Powered by Don Giacomo Viali e Sandro Ciechi