Non ti sopporto più
     

 

Ebbene sì! Mi sento in dovere (con un certo piacere) di dire due parole, di formulare una riflessione su un argomento molto caldo e quanto mai inflazionato in questi ultime stagioni, talmente battuto e sventolato da divenire perfino puro evento mediatico, di costume e fortemente di tendenza:

 “…Din Don, signore e signori, a Porta a Porta, il DIVORZIO!!”

Ragazzi, non ne possiamo più, siamo alla frutta!

Io ed il mio fido amico, il telecomando, compiamo scorribande inenarrabili nell’etere, ed il mio televisore ne è testimone, dunque, sempre più spesso mi capita di imbattermi in trasmissioni tv tristemente note per il basso profilo e per la pochezza offerta, fra queste come dimenticare: “AL POSTO TUO”, “UOMINI E DONNE”, “L’ITALIA SUL 2”, “VERISSIMO”, e giù di lì. Recentemente però mi sono sorbito degli stralci di una nuova trasmissione dal titolo “BYE BYE BABY”, ode ed apologia di storie d’amore finite alle ortiche e lì, ragazzi, non sono riuscito a trattenermi …

Spesso e volentieri, in queste trasmissioni si assiste alla spettacolarizzazione della “coppia che scoppia”, e in tutta sincerità non lo trovo né molto educativo, né quantomeno così essenziale all’interno di un palinsesto televisivo. E’ altresì innegabile che la morbosità dell’audience faccia sì che comunque notizie relative a corna e separazioni siano fra quelle più appetite, più attese e di conseguenza più seguite. Come possiamo non rammentare la storica apertura di Studio Aperto, il TG di Italia Uno, nel marzo del 2002, dove veniva con enfasi battuta la notizia ANS(I)A dell’imminente separazione fra Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker? Come tralasciare i reportage, con tanto di inviato speciale stile Irak, sulla crisi matrimoniale di Simona Ventura, di Pippo Baudo, della fine di un amore fra DJ Francesco ed Aida Jespica? Tutto ciò mi fa pensare ad una cosa abbastanza preoccupante: la separazione, il divorzio, oramai è divenuto parte integrante, optional irrinunciabile della vita di coppia del nuovo millennio. Se venti o trenta anni fa, il divorzio risultava essere l’estremo atto di un rapporto insanabile dopo una vita passata assieme, ora diviene una delle clausole maggiormente impugnate del contratto matrimoniale.

Per carità, personalmente ritengo la legge 898/1970, approvata con un referendum popolare, una legge equa e tutto sommato utile e necessaria (non me ne voglia don Giacomo che mi ospita su queste pagine chiaramente schierate in tutt’altra direzione…), ma da qui a  fare del “divorzio facile” una colonna portante di questa società, scusatemi ma proprio non ci sto! Come spesso dichiarato, non mi reputo un “bacchettone” moralista (anzi), ma converrete con me che gli ultimi decenni, in qualche modo, hanno sovvertito e un tantino sconvolto il rapporto uomo-donna all’interno della coppia e, se da un lato la pianificazione della parificazione di diritti e doveri ha sicuramente nobilitato il rapporto, dall’altra ha seriamente minato le basi del matrimonio stesso. E’ chiaramente tangibile che la libertà morale ed intellettuale acquisita dalla donna, ha spostato i comportamenti del “sesso debole” verso uno standard simile, se non uguale, a quello maschile e credetemi: non è un complimento!! La donna ha  via, via metabolizzato e fatto suo il comportamento del maschio, non trascurando nemmeno la parte peggiore… D’altra parte se la donna ha guadagnato in prestigio, in sicurezza, in acume, facendosi largo nel mondo a spallate vigorose, l’uomo dal canto suo, è palesemente rimasto ancorato al format che da sempre gli è più caro, l’eterno Peter Pan. La MAMMA, le macchine, lo sport, le donnine, gli amici, ed a rincarare la dose i computer, gli hi-fi, il calcetto, la palestra ed una sconfinata e narcisistica cura del proprio corpo, andando a perdere di vista forse i punti cardine che regolano i rapporti di coppia: famiglia, figli, amore e responsabilità…

Reputo personalmente la donna il polo, il punto fermo attorno a cui ruota tutta la famiglia e credo sinceramente che nel momento in cui si va ad inceppare questo ingranaggio, il matrimonio corra  veramente seri  pericoli.

Quando una donna decide di chiudere…

E’ vero, la cultura maschilista che ci ha accompagnati fino agli anni ’70, aveva svilito, abbattuto, annientato la figura femminile, relegata ad oggetto sessuale, madre integerrima, schiava di casa e timorata di Dio, perennemente consenziente. Da allora una lenta ed inesorabile emancipazione ha livellato il gap fra i due sessi, ponendo di fatto sullo stesso piano gli individui della coppia. Per la donna poi, il realizzarsi nel mondo del lavoro, l’indipendenza economica, il liberismo generalizzato, hanno quindi perfezionato la quadratura del cerchio. Ora ci ritroviamo ad osservare un panorama singolare: separazioni e divorzi in crescita esponenziale, convivenze in aumento (a scadenza, come lo yogurt), matrimoni in inesorabile calo. Ma cosa è veramente mutato all’interno del rapporto? Stress e nevrosi dettati dalla vita quotidiana non aiutano di certo la convivenza. Il progresso prevede tempi e costi esorbitanti, mancano i soldi, manca il tempo per parlare, per dialogare e soprattutto manca la voglia di lottare per tenere acceso un fuoco investito da “correnti d’aria” che arrivano da ogni dove. Una volta i figli erano un deterrente alle separazioni, ora un po’ meno; anche loro alla fine vengono inghiottiti dal vortice… L’egoismo dominante non è quindi da sottovalutare. E’ sempre più difficile  rinunciare al proprio io, mettersi di fronte alle esigenze di una famiglia, dei figli, delle bollette da pagare…. Di mettersi quindi in secondo piano. L’indifferenza stessa, all’interno della coppia si dimostra come il nemico più duro da sconfiggere. Uscite dal tunnel della sopraffazione maschilista ora le donne riescono a dire sempre più frequentemente di NO, e lo sanno fare con una violenza devastante e destabilizzante! L’uomo di suo, si sa, è un debole e come spesso accade la debolezza si manifesta o col totale abbandono a se stessi o con la violenza cieca. “Delitto d’onore” lo chiamavano in Sicilia, quando una donna decideva di troncare un rapporto magari in seguito ad un tradimento o ad una vita costellata di vessazioni, ed un uomo con la violenza cercava “soddisfazione”. Ora i sempre più numerosi casi di uxoricidio vengono chiamati “ follia a sfondo sentimentale”. Sì. Sono in ascesa i delitti legati all’abbandono, segno dei tempi che cambiano, e, se ci avete fatto, caso raramente gli assassini sono mogli abbandonate…

Vi assicuro che mi intristisce molto assistere al disgregarsi di unioni familiari, ed al di là della “ciaccola” momentanea, mi lascia veramente un senso di vuoto e di palpabile solitudine, e mi fa ancor di più apprezzare le piccole cose che vedo funzionare all’interno del mio ambito familiare. Non nego che ad ogni matrimonio che assisto, mi chiedo come e se durerà e se soprattutto le promesse che si scambiano gli sposi non cadano vanamente nel vento… Capisco oggi, col senno di poi, perché le persone più sensibili ed attente, si emozionano durante i matrimoni al momento dello scambio delle promesse, cogliendo sì l’attimo romantico della formula, ma, probabilmente, allo stesso tempo colgono l’importanza e la grandezza di quella promessa. “…Prometto di amarti sempre (eh, eh, mica facile…), di rispettarti (questo mi sembra giusto…) di onorarti, di accogliere i figli (…si, col tempo…), nella buona e nella cattiva sorte…( parole pesanti come un macigno). …Parole meravigliosamente impegnative…

Succede pure che la superficialità dei rapporti ante matrimonio (…leggi fidanzamento, non l’altro significato…), vanifichino fin da subito gli sforzi per solidificare un’unione e non è per niente raro che dopo i primi mesi di convivenza si scopra come il matrimonio sia veramente un “lavoro” da duri, un campo di battaglia in cui ogni giorno ci si misura con il partner , con i suoi limiti e i suoi difetti, ma anche con i suoi pregi, le sue virtù ed è perciò che ogni giorno che finisce, e finisce bene, è una battaglia vinta e vinta meravigliosamente insieme!!! !!!!  Esiste una cura dunque per il male del nuovo millennio? Un rappresentante del pool dei magistrati milanesi sosteneva che bisogna  “…RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE…”,  e mettersi in gioco ogni giorno, e questo mi sembra forse il consiglio più immediato e più alla mano, poi, come si sa sono mille e non più mille le alchimie che tengono unite un matrimonio, basta solo individuare il codice segreto, e poi tutto viene da sé, basta solamente avere voglia di cercarlo…

Bene, ho giusto cambiato canale e la seconda notizia battuta dal TG4 dà per imminente il matrimonio fra il principe Carlo d’Inghilterra e Camilla Parker Bowles…tanto per non smentirci. Avrei voglia di spegnere tutto ed andarmene a letto… E invece no!!! Rimango qui sul mio divano, perché a casa mia comando io e faccio quello che voglio. Se voglio andare a letto alle tre di notte lo faccio tranquillamente… Però… forse è il caso di salire in camera, così…per non prendere parole…Oh, a casa mia comunque comando io eh! ….Buonanotte…Click!

 

                                                                                              Vittorio

 

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