Gita
     

Gita nella terra di S.Francesco

 

Il comitato Ciechi – Brancafora ha organizzato un bellissimo viaggio in Umbria nei giorni 26 e 27 maggio scorsi. Personalmente ero già stata due volte in Umbria, ma è fuori discussione che vale la pena tornarci, sempre.

La partenza, abbastanza mattutina (ore 6.00) lasciava presagire però l’allegria della compagnia! Anche il tempo sembrava proprio dalla nostra parte, nonostante a Pedemonte l’aria fosse fresca.

Il viaggio in pullman è andato per il meglio (ottima organizzazione) e si è concluso con la prima tappa: visita alla caratteristica città medioevale di Gubbio, in cui, secondo la tradizione, S. Francesco avrebbe reso mansueto un feroce lupo che da tempo sconvolgeva gli abitanti. Le bellezze di Gubbio sono tante…il Convento di S. Francesco, sorto sopra la casa della famiglia Spadalonga che avrebbe dato ospitalità al santo dopo che il padre, Pietro di Bernardone, lo cacciò di casa e dove sono raccolti bellissimi affreschi sulla vita di Maria. Salendo per le tipiche viuzze medioevali, tra le case caratteristiche, si arriva nella Piazza Grande, costruzione pensile da cui si ha una splendida vista sulle verdi alture eugubine e su cui si slancia il maestoso Palazzo dei Consoli. Prima di lasciare Gubbio una visita alla Cattedrale, la chiesa dei SS. Giacomo e Mariano, sulla cui facciata si vedono i simboli dei quattro evangelisti e dell’Agnello Mistico.

Dopo un pranzo in un ristorante tipico, il viaggio è proseguito alla volta di Perugia, la città sotterranea: questa definizione le viene data perché sotto l’elegante e popolata città, ne esiste un’altra, meno nota ma non meno ricca di storia e ricchezza. Il vecchio e il nuovo, però, sono fusi armonicamente: attraverso l’uso di scale mobili si può scendere, infatti, nella città “sepolta” e visitare la cinquecentesca Rocca Paolina che prende il nome da Papa Paolo III e che voleva essere espressione del suo potere nei confronti della famiglia Baglioni, al tempo signora di Perugia. La storia che caratterizza quest’epoca e questo luogo è lunga e affascinante…ai lettori un approfondimento!

Dopo essere risaliti in superficie, passando fra palazzi e bancarelle con ogni sorta di oggetto vecchio o antico che dir si voglia, visitiamo la Fontana Maggiore, splendido esempio dell’ architettura di Nicola e Giovanni Pisano, il Palazzo dei Priori, dalla facciata che risente dell’influenza dell’architettura veneziana, la Cattedrale di S. Lorenzo, nella quale però ci siamo fermati poco per questioni tecniche (funzioni religiose in corso).

In seguito ad una giornata così intensa ma molto bella partiamo, diretti all’ hotel, situato a pochi minuti da Assisi. Nel tragitto ci è stato possibile ammirare la dolcezza del paesaggio umbro, con le sue colline a vigneti , i suoi campi di grano e gli uliveti.

Finita la cena una salutare passeggiata verso S. Maria degli Angeli, dove sorge un’imponente chiesa al cui interno è conservata la cappella della Porziuncola, luogo in cui è iniziata la predicazione di S. Francesco e dei suoi fratelli. Visto il periodo abbiamo avuto la possibilità di recitare il rosario e di prendere parte alla processione nei pressi della chiesa, esperienza questa, davvero suggestiva e coinvolgente.

Dopo una “sana” dormita la mattinata ci attende per la visita alla città simbolo dell’Umbria, la città del Santo patrono d’Italia: Assisi.

Per riuscire ad assaporare l’atmosfera che questo luogo comunica, bisognerebbe visitarlo: a parole è poca cosa tentarne una descrizione!

Si entra in città attraverso le antiche mura risalenti al 1300 circa: Assisi è un esempio di tipica città medioevale, posizionata sul colle Subasio, dominata dalla Rocca.

Dopo la visita, purtroppo solo dall’esterno (lavori di restauro) alla bella chiesa di S. Chiara, alla Piazza del Comune dove rimane un monumento di epoca romana, il Tempio di Minerva, ad altre costruzioni e zone che presentano ancora resti romani, finalmente cominciamo ad assaporare alcuni luoghi che hanno visto nascere e crescere Francesco. Come la Chiesa Nuova costruita sopra ai resti della casa del Santo ( si possono vedere lo “sgabuzzino” in cui Pietro di Bernardone avrebbe rinchiuso il figlio dopo che aveva regalato le sue stoffe invece di venderle, la porta della bottega,…).

Infine la Basilica di S. Francesco, costruita due anni dopo la morte del santo e destinata a diventare uno dei centri artistici ma, soprattutto, spirituali, della cristianità: ammirando gli stupendi affreschi di Cimabue e Giotto, sono tornate alla mente di molti le scene viste in TV riguardanti il crollo di parte della volta, durante il terremoto, parti che sono evidenziate dal colore grigiastro del cemento. Così come è nata una preghiera nel cuore di ogni visitatore, nel vedere la piccola lapide posta a ricordo della quattro vittime di tale sciagura.

La luminosità e i colori  della parte superiore della basilica rendono ancora più austera e buia la navata inferiore, concepita come chiesa tombale: dalle scale si scende nella cripta dove fu scoperto, solo nel 1818, il corpo di Francesco, custodito in un’urna di pietra posta sopra l’altare. E’ sicuramente toccante sapere che il corpo del santo è così vicino: un santo emblema di quei valori come la povertà, la carità, l’amore per i fratelli e per tutto il creato, che ogni persona dovrebbe fare suoi e non dimenticare.

Un giro per Assisi per comperare cartoline e ricordini, il pranzo in hotel e poi una visita più approfondita a S. Maria degli Angeli e, in particolar modo alla Porziuncola e alla Cappella del Transito dove morì, nella notte fra il 3 e il 4 ottobre, S. Francesco.

Quando le cose vanno bene e ci si diverte, purtroppo, il tempo passa veloce…nel pomeriggio, infatti, partiamo per il ritorno in quel di Pedemonte, pieni, però di tante cose nuove apprese, di tante bellezze viste, di una carica interiore non da poco!

Una “gitante”

 

 

 

 
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