Un breve ricordo
     

UN BREVE RICORDO DI DANILO LONGHI…

 

Il primo maggio si è spento all’ospedale civile di Vicenza il compaesano Danilo Longhi. Una vita segnata da un lungo periodo di malattia e sofferenza, dopo che un ictus lo aveva colpito nel novembre 2002. Nato a Pedemonte 71 anni fa, il 30 novembre 1933, anche se la vita e gli impegni professionali lo hanno portato lontano, non ha mai dimenticato le profonde radici che lo legavano a Pedemonte. Anche per questo, oltre al fatto che nel nostro camposanto riposa la figlia Francesca, ha voluto farsi seppellire nel cimitero di Brancafora.

Sostanziosi e anche prestigiosi o vai ruoli ricoperti nella vita pubblica, iniziata nel 1985 come consigliere comunale della città di Vicenza. Dal 1992 era stato nominato presidente di Unioncamere dopo che da anni era presidente della Camera di Commercio di Vicenza.

Dal 1998 al 2002 è stato vicepresidente dell’organismo che riunisce le Camere di Commercio Europee. È stato anche presidente della Fondazione “Giacomo Rumor”, dell’ente Vicentini nel mondo” della “Fondazione  Nordest” e del Consorzio di promozione turistica Vicenza.

Ha legato il suo nome in particolare ai temi dell’internazionalizzazione, oltre che alla tutela del ruolo e dell’autonomia delle Camere di Commercio.

I funerali si sono svolti nella chiesa parrocchiale di san Paolo a Vicenza, il 4 maggio, mentre l’orazione funebre si era svolta precedentemente nell’antisala del Consiglio Comunale di Vicenza con gli interventi del sindaco Hullweck, della presidente della Provincia Dal Lago e del presidente dei Vicentini nel mondo Giuseppe Sbalchiero.

 

… E DI SUOR GINA CAROTTA

 

Il 13 maggio è venuta la Madonna a prendere suor Gina e l’ha condotta con sé in cielo.

Non è facile il distacco dalle persone care, ma allora il Signore stesso ci viene incontro, con quello stile che rasserena sempre.

Ecco, mentre eravamo accanto a suor Gina durante l’ultimo quarto d’ora della sua vita si è sentito il cinguettio leggero di un uccello, che si è fermato vicino alla finestra. Lo osservavo un po’ sorpresa e quasi spontaneamente mi sono venuti alla mente i versetti del Cantico dei Cantici: “Alzati amata mia, vieni, è giunto il tempo, già si sente la voce della tortora”. L’uccello è restato lì fino all’ultimo respiro di suor Gina, poi è volato via.

Suor Gina è stata missionaria in posti diversi dell’Africa fin dai primi anni della sua vita religiosa. Come infermiera, prima in Tunisia, poi nel lebbrosario alla periferia di Tripoli. Gli anni trascorsi con i cari lebbrosi li ricordava come i più belli della sua vita.

In tempi successivi è stata anche accanto ai carcerati, sempre in Libia, e considerava una grazia spirituale del Signore il dedicare tutta se stessa ai più bisognosi.

Anche e soprattutto durante la sua malattia è stata missionaria, non più con il servizio di infermiera, ma con il dono del martirio dell’anima, perché il Signore le ha chiesto di collaborare più da vicino alla Redenzione; è questo il tesoro stupendo della comunione dei santi. Anche in questa sofferenza è stata generosa come sempre.

Quando suor Gina svolgeva in comunità il servizio di portineria, padre Cesare le disse un giorno: “Lei è sempre sorridente, trasmette pace!”.

Cara Gina, sorella amabile, lasciaci anche questo tuo dono: poter comunicare a tutti con lo sguardo limpido del cuore la luce serena del Signore.

Grazie suor Gina.

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