Alla luce del Presepio
     

C’è sempre un po’ di curiosità quando, dai primi di settembre, vediamo con largo anticipo il bel gruppetto di giovani che comincia il presepio. Una curiosità che nasce dal fatto che praticamente ogni anno ci hanno riservato delle sorprese anche consistenti. Quasi tutti gli anni cambia radicalmente lo scenario che ci si trova davanti varcando la soglia del presepe.

Per non smentirsi Michele, Diego, Manuel, Gianluca, Valentino, Yuri, Andrea, Giorgio, Roberto, Erica hanno dato campo libero alla loro fantasia e creatività per rinnovare la bellissima tradizione iniziata secoli e secoli fa.

Nuovi movimenti, nuove statue ma, soprattutto, uno scenario completamente nuovo e originale.

Un’idea nata, come spesso accade, quasi per scherzo, mangiando un gelato durante l’estate. Un’idea che diventa uno schizzo e poi un disegno in tridimensionale che esce dal computer. E poi aggiustamenti, colpi di genio, qualcosa che va aggiunto e qualcosa che va tolto. Così, dal caos sinergico iniziale nasce e prende forma il presepio che nonostante i tradizionali ritardi, quasi per miracolo, è sempre pronto la sera della Vigilia. Più o meno funziona ogni anno così.

Cosa ci troveremo davanti quest’anno? È un’idea complessa che si sviluppa in tre scene che hanno come filo conduttore il tema della luce. La nascita di Gesù, che noi celebriamo così solennemente nel Natale, ha un suo senso solo in riferimento alla Pasqua. Se Gesù non fosse morto e risorto per noi la sua nascita non sarebbe poi così importante. La si ricorderebbe semplicemente come quella di un grande personaggio della storia. Le due più importanti feste cristiane sono collegate inscindibilmente tra loro. Ad evidenziare questo profondo legame c’è un segno, un simbolo estremamente semplice ma molto efficace: la luce.

Nella notte di Betlemme è una grande luce che avvolge i pastori all’annuncio dell’Angelo (Lc. 2,9); è la stella che guida i Magi verso il Messia nel racconto dell’Evangelo di Matteo (2,1-12). Nella Pasqua è come la folgore l’aspetto dell’angelo che siede sulla pietra del sepolcro (Mt. 28,3); nella liturgia della veglia Pasquale la prima luce ad essere accesa è quella del cero pasquale che viene presentato con l’invocazione “Cristo luce del mondo”.

Sarà proprio la simbologia della luce a condurre il presepe di quest’anno che parte da Betlemme, passa attraverso la vita di Gesù per giungere poi alla Pasqua in tre scene più… una.

Una scena che ci ricorda il nostro impegno di cristiani al cammino. Sono le figure dei Magi che vanno verso la grotta guidati dalla luce della stella.

Anche noi, nella nostra vita di credenti, siamo chiamati a lasciarci guidare dalla luce di Gesù Messia Figlio di Dio. Una luce che non si ferma alla grotta di Betlemme ma si espande poi nella vita pubblica di Gesù fino ad arrivare al compimento della salvezza nei giorni della Pasqua. ricordiamolo ancora una volta: non c’è Natale senza la Pasqua.

Come di consueto, oltre al bel gruppetto di giovani che ha lavorato, è doveroso ringraziare anche tutti coloro che hanno contribuito in altre maniere con materiale o, come nel caso dell’Amministrazione Comunale, con un contributo per le spese di realizzazione.

Naturalmente quello della piazza di Brancafora non è l’unico presepe, anzi è da augurarsi che in tutte le case ce ne sia uno, magari piccolo ma curato, a rinvigorire questa bellissima tradizione cristiana. Proprio nel segno della tradizione classica del presepio si colloca quello che invece viene allestito in chiesa a Casotto, curato con attenzione anche nei piccoli particolari della prospettiva. Anche qui c’è un bel gruppetto di persone che si dà da fare in tempi stretti perché non si può iniziare prima dell’Immacolata visto che c’è la grande festa annuale.

Sono, se vogliamo, tutti piccoli segni; ma anche questi sono importanti e ci possono dare l’opportunità, ancora una volta, di incontrare il Signore che si fa Dio con noi, che entra nella nostra storia per dirci il suo amore per noi, un amore eterno, come recita il salmo 136.

Quest’anno, associata al presepio di Pedemonte ci sarà anche una mostra fotografica, allestita nella sala parrocchiale sulla Terra Santa, o meglio la “Terra del santo”. Un percorso di una novantina di foto scattate dal parroco nei pellegrinaggi fatti nei luoghi che hanno visto la presenza fisica del “Santo” ossia di Gesù in quella zona martoriata che è l’attuale medioriente, in una regione poco più grande del Veneto nella quale si è sviluppata l’esperienza di un Dio unico, esperienza comune a tutte e tre le grandi religioni monoteiste (Ebraismo, Cristianesimo e Islam) che hanno in Abramo il padre comune della fede.

Perché una mostra del genere nel periodo natalizio e vicina anche fisicamente al presepio? Il motivo è molto semplice. Ripercorrendo a grandi linee la storia della salvezza e i luoghi dove Gesù ha vissuto la sua esperienza terrena in mezzo a noi abbiamo l’opportunità di inserirci ancor più nella sua missione ma soprattutto nell’evento salvifico della Passione, morte e risurrezione.

All’interno della mostra ci sarà anche lo spazio per l’oggi in cui si intersecano, non senza conflitti, le tre grandi religioni monoteiste che hanno in Gerusalemme la città santa. Sembra un paradosso… Gerusalemme significa città della pace e invece sembra che la pace sia sempre molto lontana da questi luoghi. Speriamo che anche queste immagini ci aiutino a capire un po’ di più le mille sfaccettature di questo mondo che a noi sembra così lontano e d’altro canto così vicino perché lì ci sono le radici della nostra fede.

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