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Puntuali, come sempre, alla fine di agosto, nei pressi del
garage della canonica, si sono sentiti i primi colpi di martello segno
inequivocabile che è arrivato il tempo di smantellare il vecchio presepio e
iniziare la nuova edizione. Come sempre l’azione è stata pianificata da una
“pizza progettuale” dove è nata l’idea per il Natale 2003. Finito lo smantellamento di quello dello scorso anno, a parte
la tettoia esterna che verrà riutilizzata il garage ha ricominciato a riempirsi
di assi, pali, reti elettrosaldate e chiodi quanto basta. Piano piano lo
scheletro ha preso forma. A dire il vero ogni tanto anche la cambiava, visto che
non mancano mai le modifiche in corso d’opera. I grandi mucchi di assi e di
tavole accumulate nel cortile calavano e, proporzionalmente calava lo spazio
all’interno tanto che bisogna lavorare a piccoli gruppi per non pestarsi i
piedi l’un l’altro. Dopo è stata la volta dei teli e poi del cemento, dei
fili elettrici, delle fibre ottiche e perfino quest’anno delle fotocellule,
dei meccanismi di movimento e delle pompe dell’acqua, che nemmeno quest’anno
poteva mancare. Un pezzo alla volta, come un grande mosaico ha preso forma. Man
mano che si andava avanti cresceva la consapevolezza che anche quello di
quest’anno sarà davvero un bel presepio. La consapevolezza è divenuta
certezza alla fine del lavoro. Con questo è il sesto anno che il presepio viene allestito
nel garage e a questi vanno aggiunti gli anni precedenti, quando veniva
realizzato vicino alla biblioteca. Di sicuro quella del presepio è una bella tradizione,
radicata nella vita cristiana dai lontani tempi di san Francesco d’Assisi, ma
ci auguriamo che non resti solo un fatto folcloristico, legato a tutto quella
cornice più o meno sentimentale che è legate alle festività natalizie. Anche la scelta di quest’anno non è scaturita
semplicemente da uno scatto di fantasia alla ricerca di un qualcosa di sempre
nuovo. Al di là della realizzazione tecnica e dell’impegno di questo bel
gruppo di giovani (di cui dobbiamo essere in un certo qual modo fieri) dobbiamo
imparare a “leggere” il presepio come attualizzazione della nostra storia di
salvezza, della storia di amore e di alleanza tra Dio e il suo popolo che ha
trovato il suo culmine, appunto, nell’incarnazione del Figlio di Dio. “Il popolo che
camminava nelle tenebre vide una grande luce” scrive il profeta Isaia
all’inizio del capitolo 9. Ed è proprio da queste parole che è nata
l’idea… Tante volte anche noi ci troviamo a camminare nelle tenebre che sono
segno della fatica, delle sofferenze. Ma in fondo troviamo sempre la luce di
Cristo che brilla e che illumina il buio della nostra vita come ha illuminato la
notte dei pastori e dei due discepoli di Emmaus. Per questo il presepio, quest’anno si troverà al termine
di una galleria che vuole ricordare anche tutte quelle persone del paese che per
guadagnarsi il pane hanno lavorato in miniera. Lungo il tunnel si snoderà
proprio il testo del capitolo 9 di Isaia fino a quando si sbocca alla luce della
Natività, contornata dai consueti personaggi del presepe. Ci saranno nuovi
movimenti ed effetti che rendono sempre più suggestivo il lavoro fantasioso di
tutti quelli che si sono dati da fare per realizzarlo. E sono davvero tanti
quelli da ringraziare: Andrea Carotta, Giorgio Munari, Andrea Dal Santo, Adriano
Sartori, Diego Carotta, Michele Scalzeri, Riccardo Marinato, Matteo Longhi,
Gianluca Carotta, Alessandro e Stefano Bertoldi, Manuel Fontana, Stefania
Carotta, Anna Carotta, Marina Scalzeri. Ma un grazie va anche a quelli che in un modo o nell’altro
hanno contribuito fornendo gratuitamente materiale per la realizzazione del
lavoro. E infine un grazie a tutti per le attestazioni di gratitudine
che ogni anno troviamo nel quaderno dei visitatori dove abbiamo la gioia di
trovare anche gente che viene da lontano. Vedi le foto nella sezione "I presepi"
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