Pellegrinaggio e solidarietà
     

Nelle chiacchiere del bar, a fine luglio, qualcuno si chiedeva se il parroco aveva deciso di farsi uccidere, vista la decisione di fare comunque il pellegrinaggio in Terra Santa organizzato dall’Ufficio di Pastorale Giovanile della nostra diocesi, nonostante la guerra in corso tra Israele e gli Hezobollah che ogni giorno si scambiavano una “rata” di razzi e di bombe in alta Galilea.

Chi non è mai stato in quei luoghi e poco sa del contesto in cui si vive può far fatica a capire una scelta di questo tipo confortata peraltro dalle assicurazioni di tutti i religiosi e gli amici che ci sono in loco. Dobbiamo inoltre rammentare che negli ultimi quarant’anni non sono mai occorsi incidenti ai pellegrini nei luoghi santi.

Ovviamente il programma ha subito delle variazioni perché non abbiamo potuto recarci in Galilea. L’unico vero “segno” di questo conflitto è stata la totale assenza di pellegrini. Dei 150 pellegrinaggi prenotati fino a novembre presso una delle agenzie in loco ne sono rimasti solo 3. anche il nostro gruppo ha subito un ridimensionamento: da trenta siamo partiti in venti.

Pellegrinaggio e solidarietà, è il titolo di questo articoletto. Sono le due parole che sintetizzano tutti i dieci giorni trascorsi nella “Terra del Santo”.

Pellegrinaggio perché abbiamo avuto la grazia di ripercorrere alcune tappe importanti della storia della salvezza attraverso parecchi passi biblici che ci hanno permesso veramente di “camminare” sulle strade della fede. Il cambiamento di programma ci ha portato a dare anche ampio spazio alla parte dell’Antico Testamento con la figure di Abramo, Davide, Isaia, Samuele. La lunga permanenza a Gerusalemme, poi, ci ha permesso di entrare veramente nel cuore di questa città santa rivivendo i grandi giorni della Pasqua di Cristo ma anche entrando nell’oggi di questa città considerata santa dalle tre grandi religioni monoteiste.

Pellegrinaggio perché abbiamo camminato come gruppo sulle orme di Gesù ma anche insieme a molte persone che abbiamo avuto la possibilità di incontrare in questo nostro peregrinare.

Ed è proprio qui che in innesta la solidarietà. Nei due giorni passati a Betlemme ci siamo incontrati con il francescano padre Amjed, parroco di Betlemme che ci ha parlato della difficilissima situazione dei cristiani in Terra Santa. Sono solo i 2% della popolazione e spesso si vengono a trovare tra l’incudine e il martello, ovvero tra gli Ebrei e i musulmani che come sappiamo bene sono spesso contrapposti tra loro. Spesso i cristiani sono costretti ad andarsene perché non ci sono pellegrinaggi che sono la principale fonte di lavoro e poi c’è il muro, un’incognita vera e propria per chi la mattina deve andare a lavorare fuori. Non si è mai sicuri di poter uscire.

Ho pensato che se alla televisione dessero ai problemi dei cristiani di Terra Santa metà del tempo che danno al delitto di Cogne tutti noi ne sapremo qualcosa di più…

Ma ci sono stati anche altri due incontri significativi su questo piano. Quello con le suore Dorotee di Vicenza che a Betlemme gestiscono l’istituto Effetà,  una scuola per sordomuti dove curano i molti bambini affetti da queste menomazioni e poi l’incontro con le suore Elisabettine (tanto per capirci la stessa famiglia religiosa delle nostre suore) che lavorano al Caritas Baby Hospital, sempre a Betlemme. Di fatto è l’unico ospedale pediatrico di tutto il territorio palestinese. Lì suor Lucia, originaria di Mason, ci ha illustrato la delicata situazione sanitaria dei bambini. Ci sono 100 posti letto sempre occupati…

Gli unici che non abbiamo potuto incontrare sono stati gli amici di Tarshiha, in alta Galilea, a causa della guerra in corso. Già da alcuni anni l’Azione Cattolica di Vicenza sta aiutando questa parrocchia dove si trovano anche delle suore Dorotee di Vicenza.

È a queste quattro realtà che ho fatto pervenire le offerte raccolte prima di partire: in tutto 3.600,00 €. Un gesto di grande di solidarietà che ci fa sentire un po’ più vicini a questi cristiani spesso dimenticati. Un grazie a tutti, così come dico grazie anche a chi di recente ha fatto offerte consistenti per queste realtà 1.750,00 € che verranno consegnati in questi giorni natalizi da don Gianantonio che si recherà a Gerusalemme.

Chissà che in un tempo non troppo lontano possiamo pensare a un nuovo pellegrinaggio per le nostre comunità per toccare assieme questa realtà carica di fede ma anche di umana sofferenza.

d.G.

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