Padre Giuseppe Giacon
     

 

IN MEMORIA DI PADRE GIUSEPPE GIACON

 

Il giorno di Ognissanti, durante la liturgia in cimitero a Lastebasse, grazie all’interessamento della Pro Loco è stata scoperta una lapide, posta nella cappella, in ricordo di padre Giuseppe Giacon. Di seguito il breve messaggio mandato dalla sorella nei giorni successivi e il ricordo letto da Ignazio Munari prima dello scoprimento e della benedizione della memoria marmorea.

 

Egregio don Giacomo,

            sono Mirella, sorella di don Beppino e, mentre sto per lasciare Lastebasse dopo la cerimonia della targa in memoria di mio fratello, sento il bisogno e il dovere di esprimere a te, a Giulio, ad Ignazio, al signor Sindaco, agli Alpini e a tutti i compaesani il mio più grande e affettuoso grazie.

Ricordare mio fratello è stato uno stupendo regalo, non solo a me, ma soprattutto per mia anziana madre che non ha cessato di piangere tutto il giorno dalla commozione.

Avrò così la possibilità, ogni volta che passerò a Lastebasse, di andare al cimitero, di pregare sulla sua lapide e… versare qualche lacrima.

Un abbraccio a tutti.

 

                                               Mirella

 

La Chiesa ha istituito la solennità di Tutti i Santi già dai primi secoli dell’era cristiana. Questa festività da sempre ha voluto sottolineare che tutti i morti per Cristo, con Cristo e in Cristo, sono viventi assieme a Lui in un’unica comunione di voci e di persone.

Oggi raccolti nel nostro piccolo cimitero, sotto le braccia aperte di questa grande croce di pietra, facciamo memoria dei nostri cari che ci hanno preceduto e qui aspettano la Resurrezione finale.

Da diversi anni alcune persone tra noi avevano, nel profondo del loro cuore, il vivo desiderio di riportare a casa Padre Giuseppe Giacon, figlio di questa terra, nato nella frazione Pickel nel 1930 da Candido Giacon e da_Rina, fraternamente chiamato da tutti Don Bepino (con una sola P).

Giuseppe Giacon sentì, giovanissimo, il desiderio di farsi missionario di Cristo.

Ben presto entro nel seminario dei Missionari detti Padri Bianchi, quelli vestiti con l’abito talare bianco, il burnus arabo per mantello, il fez rosso come copricapo e la corona del rosario al collo.

Dopo gli studi e la laurea in teologia, dove si distinse per l’eccellente profitto, nel 1956 celebrò la prima Santa Messa nella Chiesa di Lastebasse in una giornata solenne, splendidamente festeggiata, con la partecipazione di tutte le Autorità civili e religiose del tempo. Chi, tra noi era presente, lo ricorda ancora con molta gioia.

Svolse il suo servizio sacerdotale dapprima insegnando lettere nel seminario di Treviglio e successivamente come missionario, in prima linea, in vari Stati dell’Africa, senza risparmiarsi e donando integralmente anima e corpo, ai poveri che incontrava sul suo cammino.

A causa della vita grama e povera che conduceva in quei lontani paesi d’Africa, si ammalò gravemente. I superiori lo fecero rientrare pertanto in Italia a Marano per un periodo di riabilitazione .

Divulgatore missionario a Napoli fu molto apprezzato per il suo ardore, il suo entusiasmo e la sua opera caritativa rivolta sempre verso gli ultimi.

La malattia che sembrava dapprima debellata, lo portò invece inesorabilmente verso la fine tanto che, nel 1985 all’età di 55 anni, egli rese la candida anima al suo Signore.

Chi di noi lo vide, qualche mese prima della morte, lo ricorda sereno se pur rammaricato di non essere efficiente “come una volta”. Ma Gesù fu efficiente sulla croce?

Don Bepino, per bocca di Celeste sua madre, che abbiamo contattato a giugno, aveva espresso il desiderio di essere sepolto a Marano. E così sia.

La Pro loco, che si sente di rappresentare il desiderio della Comunità di Lastebasse, ha ritenuto opportuno che venga tramandata la memoria di questo santo sacerdote ai nostri figli dedicandogli una targa marmorea, posta nella parete destra della cappella del cimitero.

Per l’occasione è arrivata a Lastebasse la sorella di Don Bepino, Mirella,  che salutiamo caramente e che preghiamo voler portare l’abbraccio di tutti noi all’anziana madre che vive in Svizzera con l’altra sorella.

 

Ignazio Munari e la Pro Loco di Lastebasse

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