Pace e Bene
     

 

“Pace e Bene”La Missione Vicariale: cronaca, ricordi e riflessioni…

 

Se ne è parlato molto “prima” e credo se ne parlerà ancora per molto ora che tutto è passato…

Per le nostre piccole Comunità di Casotto, Pedemonte e Lastebasse la Missione Vicariale è stata un’esperienza nuova e per ciò stessa sarà indimenticabile. Soprattutto se ad essere coinvolti sono la parte più intima e spirituale di noi e ciò che più di ogni altro al giorno d’oggi si tende a nascondere assurdamente: la nostra fede. Forse per questo Don Giacomo l’ha chiamata scherzosamente (spero!), “Missione (im)possibile”. Dipendeva da noi decidere di mettersi in gioco, dipendeva da noi e dalla nostra fede rispondere a quel richiamo che per mesi, a fine messa ci invitava ad essere “terreno fertile”, “docili e fiduciosi nell’accogliere la Parola del Signore”.

La settimana di Missione si è aperta a Pedemonte, il 29 settembre, con la celebrazione al sabato pomeriggio presieduta dal vescovo Flavio, don Giacomo, dal nuovo parroco di San Pietro don Ruggero, dal suo cappellano, don Carlo e, naturalmente, da Frate Franco e Fra Simone! Chi ha partecipato alla celebrazione porterà sicuramente nel cuore il ricordo di un momento particolare. Personalmente, della cerimonia di apertura, ciò che più mi ha colpita è stata la consegna delle croci ai due Frati. Dalle mani del Vescovo Fra Simone e Frate Franco hanno accolto tra le loro mani due grandi croci, in segno di umiltà e obbedienza alla chiamata, le hanno baciate e se le sono messe al petto: quello doveva essere il simbolo  “visibile” della Missione che si accingevano a compiere nelle nostre Comunità e, ogni volta che li incontravo, stranamente i miei occhi andavano a finire a contemplare quella croce.

La Missione ci proponeva un calendario denso di appuntamenti: per tutta la settimana, il mattino S. Messa alle 6.30, alle 8.30 ed alle 9.30. Il pomeriggio, incontri per i bimbi delle elementari e, in concomitanza, per i genitori che non potevano partecipare agli appuntamenti serali. La sera, alle 20.00, un momento di catechesi per giovani e adulti.

Soprattutto la Messa alle 6.30 sembrava una “cosa dell’altro mondo”, invece è proprio vero che le sorprese non finiscono mai! La prima Messa “mattiniera” della settimana si è celebrata a Casotto, per me quindi, tutto sommato, è stato un sacrificio piccolo piccolo, dovendo fare solo pochi passi. Mi aspettavo una Chiesa vuota ed invece, con mio grande stupore (condiviso anche da Don Giacomo e Fra Simone), già a questo primo appuntamento c’erano più di 40 persone, non solo di Casotto, ma anche delle Comunità vicine. Così è stato per tutta la settimana, nelle varie parrocchie, con un crescendo, anzi, continuo di persone che “eroicamente” sfidavano il sonno e la temperatura “fresca” delle Chiese.

Avvincenti e toccanti gli incontri di catechesi la sera. Era bello arrivare all’appuntamento, la sera, magari stanchi dopo una giornata di lavoro, e trovare la Chiesa colma di gente! Era suggestivo sentirci pregare insieme, uniti e forti. Era bellissimo sentirci cantare insieme quel Padre Nostro “d’altri tempi”! Tante voci che diventavano una sola voce nella preghiera…Cantavo e pensavo che se è vero che “cantare è pregare due volte”, se questo a me dava forza e serenità, Dio doveva essere proprio felice e orgoglioso nel sentire questo canto salire fino a Lui come preghiera sincera. Iniziava Frate Franco, che intervallava una decina di Ave Maria, leggendo alcuni dei fioretti pensati dai bambini nei pomeriggi animati da Fra Simone. La voce dei bimbi: l’innocenza e la purezza dell’infanzia… Alcuni pensieri cosi teneri, cosi toccanti, cosi “umani” e pieni di carità cristiana non indotta, ma spontanea, dal cuore…Impossibile non commuoversi! Poi don Giacomo portava in processione la Parola di Dio e ne leggeva un brano.

Dopo questo momento di preghiera, Frate Franco e Fra Simone, uno da una parte e uno dall’altra, si fronteggiavano in un specie di “Porta a Porta” francescano. Fra Simone, più giovane e “furbetto” faceva la parte del dubbioso, di quello che non crede poi molto in Cristo, nella Chiesa e nei suoi precetti, e rivolgeva a Frate Franco quelle domande a bruciapelo che spesso mettono in crisi, non solo chi le fa, ma anche e soprattutto chi se le sente fare! Le domande di Fra Simone, che spesso divenivano battute e strappavano il sorriso, il commento di Frate Franco, che toccava il cuore nella sua serietà, ci hanno permesso di riflettere, di pensare, di metterci in gioco. Peccato non aver avuto modo di approfondire alcuni argomenti “scottanti” e complessi come l’aborto e l’eutanasia…Credo che più di qualcuno porti nel cuore dubbi e domande,  derivanti magari da scelte di vita fatte in prima persona, combattute e dolorose proprio perché lacerati nel cuore tra scegliere la vita di ogni giorno e fronteggiare le sue difficoltà o ciò che la Chiesa dice “essere giusto” o “condanna”.

Dopo il momento di “catechesi comune” ci si divideva in due gruppi, “adulti-sposati” e “giovani-adolescenti”. Io, da “ibrido” come mi sentivo di essere (adulta/abbastanza giovane/non sposata), ho condiviso con i giovani le riflessioni di Fra Simone. Il tempo, purtroppo, era sempre troppo poco per darci modo di ascoltare, ma anche di intervenire, di dire la nostra, di confrontarci. Si è parlato di scelte ponderate dall’insegnamento della Bibbia, di amore, del grande valore che hanno anche i gesti più semplici (uno sguardo, una carezza, un abbraccio), si è parlato di matrimonio.

Nella Missione nessuno è stato trascurato! C’era una buona parola per ognuno di noi. Per tutta la settimana, infatti, Frate Franco e Fra Simone hanno dedicato parte del loro tempo prezioso anche alle visite ai malati. Tutti, dunque, hanno potuto beneficiare della loro presenza. Essendo inoltre, uno degli scopi della Missione quello di avvicinarci di più al Signore con cuore puro, per tutti i giorni della Missione è stato possibile confessarsi, dopo ogni messa, o dopo gli incontri la sera. L’intera giornata del sabato, comunque, è stata dedicata alle confessioni, alternate nelle tre Parrocchie, per prepararci meglio alla cerimonia finale, ma soprattutto ad un altro momento molto significativo e profondo: l’adorazione al Santissimo che dal tardo pomeriggio di sabato si è protratta fino alla mezzanotte. Anche in questo caso tutti sono stati coinvolti: bambini, giovani, adulti. Alle 19.00 un piccolo momento speciale di adorazione per i piccoli: letture intervallate a canti (con Fra Simone alla chitarra), e riflessioni di Don Giacomo. Alle 20.00 un’ora di adorazione “collettiva” e dalle 21.00 in poi, ad intervalli di mezz’ora, l’adorazione individuale. Anche in questo caso la partecipazione è stata alta e sentita. A mezzanotte ancora c’erano molte persone che, assieme a Don Giacomo, hanno partecipato alla chiusura dell’adorazione, rivivendo, tra l’altro, in questo modo riti che erano parte integrante delle celebrazioni “di una volta”.

La cerimonia conclusiva, il 7 ottobre a Pedemonte domenica mattina, è stata una vera e propria festa. Nei primi banchi i bimbi e a seguire tante, tantissime persone. Tre parrocchie, Casotto, Pedemonte, Lastebasse, unite insieme…Si respirava un’atmosfera speciale. Era una partecipazione sentita alla celebrazione, era devoto raccoglimento, serenità, vicinanza al Signore. E questo credo lo sentissero tutti quelli che avevano partecipato intensamente ai momenti proposti durante la settimana.

La Messa è stata davvero solenne. Toccante ed emozionante il bacio della croce… Un fiume di gente che sembrava non finire mai, un gesto umile e semplice che credo abbia toccato in profondità il cuore di molti.

Poi, un crescendo di entusiasmo ed allegria. Finita la messa, prima di uscire, i bambini ci hanno fatto sentire le bellissime canzoni imparate con Fra Simone. Qualcosa di strepitoso! Una quarantina di ragazzini diretti dall’unico Frate con la chitarra a tracolla, un concerto degno dell’Antoniano! Impossibile stare fermi e non partecipare gongolando come loro!

Finita la cerimonia, complice un sole splendido ed un cielo azzurrissimo da togliere il fiato, ci siamo radunati sul sagrato della Chiesa. Qui ogni bambino ha ricevuto un palloncino colorato con attaccato il messaggio di pace scritto il venerdì Frate Franco reggeva un gigantesco fiore di palloncini multicolore contenenti i fioretti scritti dai più piccoli. Al “VIA” di Fra Simone (che credo si divertisse più dei bimbi), i piccoli hanno lasciato andare i palloncini che, grazie al vento, sono saliti in alto… in alto, fino quasi a scomparire alla vista. Un modo simbolico per affidare al Signore anche le nostre piccole preghiere, i nostri desideri, i “fioretti” di noi adulti.

E’ stato triste salutare i nostri amici Frati; ormai erano parte di noi, erano parte delle nostre Comunità. “PACE E BENE”, mai saluto fu più azzeccato e congeniale per rappresentare ciò che in una sola settimana, intensa e speciale, sono riusciti a portare nei nostri cuori.

Dicevano che, se affrontata nel modo giusto, la Missione poteva avere “effetti sorprendenti”, poteva far ritrovare la fede a chi l’aveva perduta o insegnare la retta via ai dubbiosi; in generale, ci avrebbe aiutato a trovare un po’ di serenità e pace nel Signore. Credo sia avvenuto tutto questo…

Sono state lette parole bellissime e commoventi che molti hanno voluto esternare, scrivendole veramente di cuore.

Dei semplici “grazie” sinceri, rivolti ai nostri amici Frati. Dei “grazie” che divenivano grandiosi nel momento in cui chi li scriveva sentiva di dover ringraziare Dio per la vita che aveva vissuto, per i piccoli grandi doni che aveva ricevuto, per la bellezza di una famiglia riscoperta, che è sempre il dono più prezioso nei momenti gioiosi, ma soprattutto in quelli bui.

“Grazie. Grazie. Grazie!” Mille “grazie” ho sentito risuonare quel giorno… Vorrei allora aggiungere il NOSTRO “grazie” particolare anche a Don Giacomo, che ci ha permesso di fare questa bellissima esperienza. Nella sua solita maniera impeccabile e curata ha saputo organizzare splendidamente quei giorni, garantendo cosi a tutti il giusto raccoglimento nella preghiera e nella riflessione. Un grazie anche alle Suore di Casotto (presenza preziosa!), che hanno “allargato” la loro famiglia ospitando e “coccolando” Fra Simone e Frate Franco con lauti banchetti e un clima fraterno.

Nella speranza che nel nostro cammino di vita, ci sia ancora la possibilità di rinnovare questa esperienza cosi intensa, portiamoci tutti nel cuore i ricordi preziosi di ciò che abbiamo vissuto, e pensiamo più spesso che due semplici parole, “Pace e bene”, così ricche di significato, possono donare agli altri ed a se stessi una grande felicità e serenità dell’animo.

                                               Denise Scalzeri

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