Mondo sotterraneo
     

 

IL MONDO SOTTERRANEO DELLA NOSTRA VALLE

La valle in cui viviamo prende il nome dal corso d’acqua omonimo che è appunto l’Astico.

L’Astico viene da molti definito un torrente più che un fiume di montagna e questo perché il regime idrico , ossia la quantità d’acqua che vi scorre, aumenta o diminuisce con grande velocità in caso di pioggia o di periodi di siccità. Ma da dove arriva l’acqua che porta l’Astico? Una parte sono acque esterne ossia semplicemente la raccolta delle acque piovane(comprese tutte le valli laterali che si buttano come affluenti) e una parte invece sono acque provenienti da risorgenti, o più in generale acque sotterranee. Infatti la nostra valle divide due grandi Altopiani: a est abbiamo l’Altopiano di Asiago e a ovest abbiamo l’Altopiano di Tonezza-Fiorentini; questi due grandi complessi montuosi sono formati da una roccia che si chiama calcare e questa  può essere erosa dall’acqua acida e quindi l’acqua può scavarsi dei percorsi sotterranei. Succede semplicemente così: l’acqua piovana mentre cade, oppure una volta che le goccioline hanno raggiunto il suolo, si arricchiscono di anidride carbonica e l’acqua diventa “acida”. A questo punto l’acqua è in grado di sciogliere il calcare, più o meno come quando buttate il sale da cucina nell’acqua, e quindi l’acqua che ruscella è in grado di sciogliere roccia calcarea. Se a un certo punto questa acqua incontra una frattura nel suolo vi scende dentro e inizia a allargare il pertugio formando nelle migliaia degli anni le grotte. Questa acqua inghiottita  arriva a un punto in cui incontra rocce diverse che non riesce più a sciogliere oppure arriva al livello di un bacino di acqua o fiume e allora trova il modo di uscire formando quella che vengono chiamate “risorgenti”.

Nella nostra valle abbiamo fenomeni di questo sia sulle pareti verso i Fiorentini che verso Asiago; quindi nei fondi delle valli e alla basi delle montagne troveremo sempre delle risorgenti dove esce acqua, mentre in cima alle montagne troveremo degli inghiottitoi dove l’acqua viene, come appunto dice la parola, inghiottita. Partendo da Lastebasse incontriamo subiti due grotte molto interessanti: la grotta della Val Longa e la grotta del Plaser. La prima è una grossa frattura che penetra in direzione ovest sotto ai Fiorentini: è una grotta oramai fossile(che significa che non vi scorre quasi mai acqua)e però presenta moltissimi segni del passaggio dell’acqua come concrezioni(stalattiti) e  forme delle gallerie molto sinuose. Infatti quando in una galleria sia ha il passaggio dell’acqua tutte le forme sono più dolci e arrotondate.

La seconda grotta ce si apre presso la contrà Pom, ossia il Plaser, è invece un grande laminatoio che penetra dentro la montagna per oltre 300 metri tutta in leggera salita.

Questa grotta che ha una volta non molto alta da 1 metro a 1,50 metri presenta una serie di laghetti molto belli al suo interno e nella fase terminale si incontra un bel arrivo di acqua. Questo arrivo in condizioni normali viene inghiottito sul fondo si una frana di sassi e probabilmente queste acque risorgono all’altezza del greto dell’Astico, ma in periodi in cui gli inghiottitoi si trovano ad assorbire grandi quantità di acqua(come ne periodo del disgelo e dello scioglimento della neve) il torrente interno alla grotta diventa molto grande e l’acqua, che non defluisce più, inizia scorrere anche nelle gallerie che vengono verso l’ingresso e sfociano fuori andando ad alimentare una bella cascata. Per questa ragione questa grotta viene chiamata “Troppo pieno” di una sorgente, perché si attiva un periodi di piena eccezionale.

 

Ci sono altre due risorgenti molto molto interessanti che questa volta immettono nell’Astico acque inghiottite sull’Altopiano di Asiago e sono il Gorgo Santo in località Longhi di Pedemonte e la risorgente del Rio Torretta subito dopo l’abitato di Casotto.

Queste due grotte sono molto interessanti e portano acqua tutto il periodo dell’anno il che significa che raccolgono acque di bacini molto grandi. Quasi subito, ossia a pochi metri dall’ingresso , entrambe presentano dei laghetti dove apparentemente queste grotte terminano. In pratica questi laghetti vengono chiamati sifoni e i gli speleologi hanno esplorato oltre immergendosi con le bombole da sub e oltre sono state trovate delle gallerie lunghe varie centinaia di metri e poi nuovamente altri sifoni da superare con le bombole. Ovviamente è difficile esplorare queste grotte per via dei sifoni e inoltre sono grotte molto pericolose in caso di piena e quindi in cui non si può andare a esplorare nei periodi più piovosi dell’anno.

 

Infine c’è ancora una altra risorgente molto interessante che è la risorgente del Rio Tevere più verso ad Arsiero e esattamente tra località Forni e Pedescala, anche questa a pochi metri dall’ingresso presenta una zona allagata non superabile, ma vista la grande quantità d’acqua che porta in periodi di piena ci fa pensare che a monte ci sia un grosso complesso di inghiottitoi. La speranza di noi speleologi è riuscire a trovare i grossi inghiottitoi che stanno in alto e che raccolgono le acque che poi sgorgano da queste sorgenti, ma le nostre ricerche si concentrano anche su provare a  esplorare queste risorgenti per identificare da sotto i grandi inghiottitoi e abissi che si aprono molto più in altro.

 

Ovviamente nella Valle dell’Astico ci sono molte altre grotte di minor importanza e sicuramente ci sono invece tante grotte non ancora trovate e sicuramente interessanti quanto o forse più di quelle conosciute e questo è un ottimo motivo per continuare a fare speleologia e a cercare , sempre animati da una sana curiosità e voglia di conoscere cosa c’è sotto e sopra di noi.

 

Marco Baroncini (Montepiano)

 

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