Il Saluto del Parroco
     

 

IL SALUTO DEL PARROCO

L’estate che stiamo vivendo non passerà alla storia per qualche tormentone musicale, per un avvenimento sportivo di grande portata o per il semestre italiano di presidenza europea, ma di certo per il gran caldo e la siccità che orami da mesi affligge molte regioni del nostro paese. Da cent’anni e più quello che Guareschi nei suoi libri su don Camillo e Peppone definiva il “grande fiume”, il Po, non raggiungeva minimi così. Noi abbiamo avuto la fortuna di alcuni temporali nel mese di giugno (ma anche la sfortuna di due “buone” grandinate) che ci permettono di tirare avanti senza grossi problemi.

Ora come ora tutti si affannano a elaborare teorie sul perché di queste situazioni, sul come mai da cinque anni l’anticiclone delle Azzorre si dimentica di andare al suo posto durante l’estate. Di certo non è mio compito elaborare teorie o fare previsioni. Il rischio sarebbe quello di lasciarsi incastrare da un meccanismo mediatico piuttosto perverso e infruttuoso.

In televisione, una volta, c’era il colonnello Bernacca (i più giovani di certo non lo ricordano) che non ci azzeccava magari tanto perché le tecnologie non erano così avanzate. Ora siamo così… avanti che ogni canale  televisivo dà previsioni diverse per la stessa giornata; non se ci avete mai fatto caso. Per questo, credo, sia importante puntare la nostra riflessione nell’ottica dei credenti, prendendo spunto più che dalle coreografie televisive dalla sapienza e dalla forza della Parola di Dio.

E  Dio disse: “Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini  sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche  e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”. (Gn 1,26-27).

Se noi prendiamo in mano le prime pagine della Bibbia, possiamo renderci conto che alla luce della fede tutto il creato, nella sua armonia e complessità, è un grande dono che Dio ha fatto all’uomo, quell’uomo creato a sua immagine e somiglianza. All’umanità Dio ha dato il potere di dominare su tutte le creature. Il problema è capirci su cosa significa dominare.

Per il vocabolario della lingua italiana significa avere autorità su qualcuno o su qualcosa, essere in una posizione sopraelevata. È chiaro, dominare non significa demolire o consumare in maniera sconsiderata.

Dominare, per noi credenti, significa sì esercitare un’autorità sul creato ma ciò ci aggrava della responsabilità di aver cura di esso perché è fragile, non è eterno, è sostenuto da delicati equilibri che spesso con il nostro egoismo rischiamo di frantumare.

Tanti, nel corso dei secoli, hanno preannunciato o profetizzato sulla fine del mondo. Ho il timore che non ce la manderà Dio… perché ci pensiamo noi a farcela in casa sprecando in maniera inconsiderata le risorse del pianeta.

Naturalmente non dobbiamo lasciarci prendere da facili allarmismi che non portano a nulla. È tempo, piuttosto, di fare una riflessione seria sul come vivere senza lasciarsi andare a un ecologismo fine a se stesso.

Impariamo, innanzitutto, a non sprecare e a non sporcare. Forse faranno bene alla nostra salute (un po’ meno al portafogli) i contatori dell’acqua… Impareremo così a farne buon uso magari recuperando acqua piovana per innaffiare gli orti. I contatori della luce dovremmo appenderli in salotto come un bel quadro d’autore perché vedendoli lampeggiare all’impazzata forse ci viene in mente di spegnere qualche cosa che sta funzionando inutilmente. E i cassonetti delle immondizie dovrebbero essere forniti di telecamere per filmare i soliti furbi che ci buttano dentro di tutto, compresa l’erba o i sassi del giardino. Forse non tutti sanno che il ritiro delle “scoasse” il Comune lo paga a peso…

Appare chiaro che non sono cose fuori dalla nostra portata. Stiamo parlando di casa nostra non delle radiazioni dei proiettili all’uranio impoverito che oggigiorno vanno tanto di moda in guerra.

Essere a immagine e somiglianza di Dio significa essere capaci di dominare con amore proprio come fa il Signore con il noi. La sua potenza sta proprio lì, nella sua capacità di amare.

Prima o poi arriverà anche la pioggia (magari tanta in un colpo solo) e per questo dono non smettiamo di pregare il Creatore come facevano i nostri genitori o i nostri nonni. Nell’attesa, magari mentre riposiamo sotto l’ombra di un albero, guardiamoci intorno e impariamo a riconoscere la presenza di Dio anche in questa splendida natura che ci circonda. È anche questo un modo per fare le ferie, per riposarsi un po’ dalle nostra tante corse quotidiane imparando a contemplare, a gustare ciò che ci circonda.

Il mio augurio è che queste feste che ci attendono siano vera occasione per rinfrancarci e recuperare quelle energie, quelle forze che ci permetteranno, domani, di “dominare” con amore il creato che Dio ha messo nelle nostre mani.

                                                        Il Parroco

                                                        Don Giacomo

 

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