Grande Fratello
     

Viviamo nel tempo in cui tutto o quasi è videosorvegliato anche se bisogna constatare il declino della trasmissione. Ma non è un nostro problema. Il titolo di questo articolo, in realtà, vuole portarci da un’altra parte.

Nell’arco dell’ultimo anno la Conferenza Episcopale Italiana attraverso gli uffici competenti delle varie Diocesi ha compilato un inventario dei beni mobili ecclesiastici nell’ambito del progetto di catalogazione dei beni culturali. A cosa serve l’inventario?

Esso consente di conoscere analiticamente le caratteristiche, la consistenza e lo stato di conservazione del patrimonio culturale di ogni comunità parrocchiale; facilita l’uso corretto di questo patrimonio e mette in luce la necessità di eventuali interventi di restauro e di tutela; consente di valorizzare il patrimonio mediante iniziative catechistiche e culturali, esposizione e mostre, studi e pubblicazioni.

L’inventario non è un semplice elenco, ma un importante strumento prodotto con rigore scientifico e redatto in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, per cui per la compilazione sono stati usati i criteri del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Gli inventari sono composti da un supporto cartaceo e uno digitale con un cd che contiene tutte le immagini degli oggetti sacri inventariati nelle nostre chiese. Le foto, forse qualcuno lo ricorda, sono state scattate lo scorso anno da persone incaricate dalle diocesi. Sono uno strumento importante anche per sapere bene cosa fa parte del patrimonio delle varie comunità. È anche un prezioso strumento nell’ambito della sicurezza visti anche gli episodi spiacevoli successi lo scorso anno. C’è infatti una particolare intensificazione dei furti nelle chiese probabilmente perché il “mercato” dell’antiquariato langue un po’: c’è tanta domanda ma poca offerta: è molto difficile orami trovare oggetti antichi e di un certo valore disponibili sul mercato.

Attualmente ci sono già stati consegnati i due fascicoli riguardati le parrocchie di Casotto e di Pedemonte mentre per quanto riguarda Lastebasse sono già state presentate le bozze e ora attendiamo che ci venga consegnata la stesura definitiva.

Per quanto riguarda la consultazione di tale inventario sono previsti dei criteri ben precisi che si basano su criteri di sicurezza. Il lavoro è stato finanziato in parte dalla Fondazione Cariverona e anche le parrocchie contribuiscono alle spese.

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