Alla fine della fiera
     

 

Ci abbiamo messo un po’ di tempo, è vero, ma non per colpa nostra. Dopo più di un anno finalmente, per le feste di Agosto, possiamo vedere il nuovo altare e l’ambone della chiesa di Brancafora. I tempi sono stati molto lunghi a causa della lentezza della Sovrintendenza ai beni culturali di Verona che se l’è presa comoda, molto comoda, prima di dare il vincolante parere positivo per la realizzazione dei lavori, che è arrivata solamente a maggio.

Quindi possiamo dire che i tempi di realizzazione sono stati poi da record, o quasi.

Già le prime avvisaglie si sono potute vedere verso la fine di giugno quando sono stati tolti alcuni gradini del presbiterio per poterli tagliare e modellare a seconda delle necessità dell’ambone che “esce” dal presbiterio per un metro. Poi il resto dei lavori alla fine di luglio grazie soprattutto all’opera di alcuni volontari che si sono dati da fare per studiare soprattutto il modo per porre in opera i due elementi che non sono certamente leggeri come una piuma.

Il lavoro è stato realizzato sul progetto dell’architetto Michele Anderle di Trento conosciuto grazie all’amicizia di don Alberto Carotta e che ha lavorato gratuitamente. Per questo sfruttiamo già questa occasione per ringraziarlo di cuore. E un grande grazie anche a don Alberto stesso che ci ha stimolati a fare questo passo.

Scriveremo anche sul prossimo numero di questo lavoro ma intanto vorrei mettere in evidenza la scelta fatta, che si ispira ai criteri liturgici che vedono la mensa della Parola (l’ambone) e del Pane (l’altare) sullo stesso piano a livello di importanza.

D’altro canto la semplicità dell’opera, soprattutto per quanto riguarda l’altare. Questa si richiama alla tradizione biblica dell’altare dei sacrifici, estremamente sobri. Secondo alcuni liturgisti sull’altare dovrebbe andare solo il pane e il vino per la celebrazione eucaristica.

Intanto godiamocela anche attraverso la grande festa che faremo il giorno dell’Assunta assieme al nostro Vescovo “uscente” che sarà con noi proprio per consacrare in modo solenne, attraverso il rito della dedicazione, questo nuovo altare che vuol essere segno della nostra fede e del nostro desiderio di sentirci uniti intorno al sacramento dell’Eucaristia.

 

 

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