Diario di Guerra
     

Nelle nostre case spesso, come antichi forzieri, a volte a nostra insaputa, sono conservati piccoli tesori di memoria che ci rimandano indietro nel tempo. È quello che è successo al Sindaco di Pedemonte, Daniele Carotta che ha ritrovato un piccolo diario (13 pagine in tutto) vergato da Pietro Carotta (Zinquantin) nato il 25 giugno 1894, sposato con Domenica Carotta, della Meneghina, prozia di Daniele. Pietro (nella foto qui a fianco) è morto il 2 dicembre 1966 a causa della silicosi. Questo breve diario narra la sua esperienza al fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Un testo redatto con una penna rossa che talvolta rasenta il titanico visti gli spostamenti continui di cui parla, da una parte all’altro del fronte orientale. Lo proponiamo nella sua integrità, compresi gli errori. Ringraziamo Daniele Carotta e la sua famiglia che hanno dato la disponibilità a pubblicare il testo.

 

Io sono partito da Hall Tirol il giorno ventisei dicembre millenovecento   e    quattordici ad ore  undici sera.  Il giorno ventisette mattina ad ore sette  ho ricevuto il caffè a Saalfenden. Poi sono partito ed ad  ore dieci sono arrivato a Lend dove ritrovai mio cugino Emiglio e mi fermai due  ore  in  sua  compagnia   dove abbiamo bevuto  la birra.  Poi di  qui  sono  partito ed  a  ore  undici sono arrivato a Piscen shofen dove ho riccevuto il managio e    scrivetti una cartolina a mia mamma. Partito di qui e  arrivato a Salisburgo   ad ore sette sera, dove  ho riccevuto il caffè. Il giorno vent’otto  mattina  ho riccevuto il caffè a San Pelten ad ore sei. Partito di qui ed a ore due pomeridiane arrivato a Vienna dove ho riccevuto il rancio, e  mi  fermai  diverse  ore.  Partito di qui e arrivato in  una stazzione Ungherese della  quale   il  nome  non  lo ricordo)  ed  ho  ricevuto  il  caffè.  Il  giorno  ventinove  mattina  ho ricevuto  il  caffè  in  unaltra  stazzione ungherese ad ore sei. Ad  ore quattro sera ho ricevuto il  rancio  a  Cracovia.  Poi  partito di qui, ed a ore dodici disceso dal treno, ed  ho  dormito per la  prima   volta  sul  nudo  terreno.  Il  giorno trenta  mattina  ho  ricevuto  il  caffè, ed a ore undici sono partito ed a ore sei  sera  sono  arrivato in un  paesello dove ho  ricevuto il  rancio ed   ho   anche   dormito  abbastanza  bene.  Il giorno, trent’uno  ad  ore   nove  mattina  sono partito di qui, ed  a ore  tre  sera  sono  arrivato in due tre case  dove  ho  riccevuto la benedizione generale. Poi partito di qua ed a ore otto  sera sono arrivato in  un  paesello  dove ho ricevuto il   rancio    e    fui    inquartierato.  

Il    giorno primo    dell’anno   mille   novecento e quindici   ad    ore   otto   mattina   andai   alla messa. Uscito  di  chiesa,  circa  una ora più tardi russi si hanno  accorti che  ci  siamo  in   questo paese, tutto  in  un  momento  una  dirotta  pioggia di granate  russe  ci hanno  tutti dispersi, ed ho  pure  viduto  il  primo  morto  per  la  Patria. I nostri superiori si hanno accorti che questo erra un tradimento subito incominciarono ad esplorare e subitamente trovarono i tre colpevoli che gli impiccarono, al momento. Alla sera del giorno due andai per la prima volta sulla linea del fuoco, dove mi fermai tutta la notte il giorno, e fino alla mezzanotte dietro. Partito di cui alle ore dodici, ed ho camminato fino alle sette mattina, che sono arrivato in un paese dove mi fermai in riposo fino il giorno sei del mezzogiorno. Alle ore una pomeridiane sono partito ed ho camminato fino alle ore sette sera qui mi hanno inquartierato in una stalla e mi fermai in riposo fino il giorno undici. Alla sera del giorno undici andai sulla linea del fuoco micidiale e mi sono fermato tutto il giorno dodici fino alla mezzanotte. Alle dodici impunto sono partito ed ho camminato fino alle cinque mattina che sono fermato ed ho riposato tutto il giorno e tutta la notte. Il giorno quattordici ad ore sei mattina, sono partito ed ho camminato fino ad ore dodici; qui ho riposato una ora ed ho preso anche il rancio. Poi partito e camminato, fino alle ore otto sera dove poi fui inquartierato tutta la notte.

 

La mattina del giorno quindici ad ore sei sono partito ed ho camminato fino alle ore tre pomeridiane. Qui ho riccevuto il rancio ed ho riposato anche due ore; alle cinque sono partito, ed alle ore otto sono arrivato sulla linea del fuoco. Qui mi sono fermato fino il giorno ventisei; in questo tempo facevo otto ore di servizio su ogni ventiquattro. Il giorno ventisette ad ore quattro, sono partito, ed a ore nove mattina sono arrivato in un paese, dove mi sono fermato fino il giorno sei febbraio, in questo tempo che mi fermai in questo paese faccevo due ore e due ore alla sera di istruzione immezzo alla neve e freddo quasi insopportabile. Alla sera del giorno sei febbraio ad ore nove sono partito, ed a ore undici sono arrivato in un paese dove ho riposato tutto il giorno sette. Alla mattina del giorno otto sono partito ad ore sette mattina, ad ore undici riposato una mezza ora, poi partito ed a ore tre sera sono arrivato in due tre case dove ho riposato tutta la notte. Alla mattina del giorno nove sono partito, ed ho camminato fino alle ore tre pomeridiane; qui ho riposato due ore, in un bosco; Alle ore cinque sono partito, e girato tutta la notte in qua in là, sicchè alla mattina mi ritrovai in sulla linea del fuoco. Qui mi sono fermato fino il giorno ventisette. In questo tempo facevo sette ore di servizio su ventiquattro, dodici ore lavoravo, una ora impiegavo a farmi da mangiare, e quelle ore che mi restava libere dormivo saporitamente.

 

Alla sera del giorno ventisei ad ore nove sono partito, ed a ore quattro mattina sono arrivato in un paese dove ho riposato fino il giorno due marzo. Alla mattina del giorno due sono partito ad ore sei, ed ho camminato fino alle ore quattro sera, dove mi sono fermato in un paese dove erro gia diverse volte che ho dormito tutta la notte. Il giorno tre mattina ad ore sei sono partito, ed a ore otto sono arrivato alla stazione dove montai sul treno, e viaggiai fino al mezzo giorno, del giorno quattro dove rivai in una città dell’Ungheria. Il giorno cinque andai alla Santa messa. Il giorno sei mattina ad ore sette sono partito ed a ore due sono arrivato in due tre case dove ho riposato due notti. La mattina del giorno otto ad ore quattro mattina sono partito ed a ore otto sono arrivato in un bosco dove mi sono fermato fino alla sera. Ad ore sette sera sono partito ed a ore dieci sono arrivato sulla linea del fuoco dove ho subito incominciato a lavorare a farmi la trincea.

 

Il giorno nove abbiamo fatto l’assalto ai russi, ma siamo stati stati subitamente respinti. Alla sera partito di qui ed arrivato su un’altra fronte, dove mi sono fermato tutta la notte tutto il giorno fino alle tre mattina del giorno appresso che mi toccai a fuggire, e andai sopra in un bosco dove mi fermai fino il giorno dodici. Alla sera del giorno dodici sono partito ed a ore quattro sono arrivato sulla linea del fuoco, dove mi fermai fino il giorno quattordici sempre senza dormire e in mezzo l’acqua. Poi partito di qui e andai d’unaltra parte dove mi fermai due giorni; poi partito di qui e andai su un’ altro fronte, ma perdetti per due giorni la mia compagnia. Il giorno venti, ritrovai la compagnia e poi partito per un paese dove ho dormito tutta la notte. Il giorno vent’uno partito ad ore sei mattina, ed a ore dodici sono arrivato  in un paese, dove mi fermai tutto il giorno e tutta la notte. Il giorno ventitre ad ore nove mattina partito di qui, ed a ore due sera arrivato alla stazzione. Di qui partito col treno ad ore quattro, e viaggiai tutta la notte fino al mezzogiorno del giorno ventiquattro che sono arrivato in una città Ungherese dove ho dormito tutta la notte. La mattina ad ore sette partito ed a ore quattro sera arrivato in un paese dove ho dormito tutta la notte. Il giorno ventisette mattina ritrovai mio parente Giusto e Luigi, poi partito e camminato tutto il giorno; sicchè alla sera mi ritrovai sulla cima di una montagna dove mi toccai a dormire in mezzo alla neve tutta la notte. Il giorno vent’otto mattina ad ore sei sono partito, ed a ore otto, ritrovato i russi e facemmo un combattimento spaventevole, e mi fermai qui tre giorni. La mattina del quarto giorno partito di qui e andai in un paese dove mi sono fermato fino il giorno trè. Alla mattina del giorno quattro partito e girato tutto il giorno alla sera mi fermai  e lavorai tutta la notte a farmi la trincea. Qui in questa posizione mi fermai fino il giorno venticinque  che trovai pure mi cugino Ferdinando e mio parente Egidio di Lavarone.

 

Il giorno venticinque mattina partito e camminato fino al mezzo giorno, che mi fermai fino alla mattina seguente. Ai ventisei mattina ad ore sei sono partito ed ho camminato fino ad ore nove sera: qui ho riccevuto il rancio ed ho dormito tutta la notte. La mattina del ventisette ad ore quattro sono partito e camminato fino alle quattro sera, qui ho riccevuto il rancio ed ho dormito tutta la notte. La mattina del vent’otto ad ore sei sono partito e camminato fino alle ore quattro sera dove ho riccevuto il rancio ed ho dormito tutta la notte. La sera del ventinove sono partito e arrivato sul fronte ma in  riserva, che mi fermai fino alla sera del primo maggio. La serra del primo maggio partito e camminato fino alla mattina. Ai due mattina abbiamo fatto l’assalto ai russi ma siamo stati respinti. Il giorno tre abbiamo fatto il secondo asalto, ma siamo stati ancora respinti. Alla notte dei tre per andare ai quattro i russi fugirono e noi la mattina gli abbiamo inseguiti e siamo camminati due giorni. Alla sera abbiamo fatto un combattimento sichè i russi fuggirono. Poi incominciato a seguirgli fino il giorno quindici che mi fermai in un boscho tre giorni. Il giorno diciannove fino il giorno ventiquattro sulla linea del fuocco. Partito di qui ed andai in un paese dove mi fermai in riposo fino il giorno trenta. Alla sera del giorno trenta partito e andato in una trincea dove mi fermai fino il giorno tre. Alla sera del giorno tre mi toccai a fuggire alla disperata e andai in dietro dove abbiamo preso una meglio posizione, e mi sono fermato fino il giorno sette giugno. Alla sera del giorno sette sono partito per un paese dove mi fermai in riposo fino il giorno tredici.

 

La mattina del giorno tredici ad ore sei sono partito ed a ore tre sera sono arrivato in una città dove mi fermai a dormire tutta la notte. La mattina del giorno quattordici ad ore quattro sono partito ed a ore undici sono arrivato alla stazzione e aspettai fino alle due pomeridiane, che sono partito col treno. Il giorno quindici ho riccevuto il caffè a Cracovia, il rancio il Slesia, il caccao a Vienna ad ore cinque sera. Il giorno sedici mattina ho riccevuto il caffè a Linz, il rancio a Salisburgo ad ore dodici. Poi partito di qui ed a ore quattro sera sono arrivato a Pashembah dove ho ritrovato la Lina con la sua famiglia e sono fermato diecci minuti in sua compagnia, ad ore sei sera ho riccevuto il caffè a  Saalfelden. Il giorno dicciasette mattina ad ore cinque ho ricevuto il caffè a Imsbruh, poi partito ed a ore due arrivato a Bolzano dove mi fermai fino il giorno nove luglio. In questo tempo tutti i giorni conla canistra sulle spalle e marcie spaventevole. Qui pure ho ritrovato mio parente Albino Azzolini e il Giulio, e più tardo e anche arrivato la Lina e sua figlia Maria che mi hanno dato diecci corone.

 

Il giorno diecci mattina partito per Bruneh dove mi sono fermato fino il giorno venti uno. Il giorno ventuno partito  e il giorno ventidue sera arrivato vicino a Trieste che mi sono fermato fino il giorno ventisette. Ai ventisette sera partito per un fronte ma in riserva dove mi sono fermato fino il giorno trent’uno. Alla sera del trentuno partito e arrivato sul fronte dove mi toccai a fare l’assalto, ma disgrazziatamente caddi prigioniero delli Italiani che mi condussero solo in un paesello dove ritrovai ufficiali Italiani che sono stati delle mie parti, e mi hanno fermato in loro compagnia due giorni poi mi hanno condotto in un’altro paese dove mi hanno disinfettato. Il giorno undici ad ore diecci sera sono partito col treno da Cervignagno. Il giorno dodici mattina ho riccevuto il caffè a Padova, a mezzogiorno ho ricevuto una schattola di conserva a Bologna. Il giorno tredici ho riccevuto una scattola di conserva a Roma. Il giorno quattordi ci mattina arrivato a Baronissi e qui mi hanno fermato.

Così fecci la mia vitta in guerra.

 

     Baronissi 14 giugno 1916

     

        Carotta Pietro Scrisse.

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