Cristiani? si diventa...
     

 

“Cristiani non si nasce, si diventa”. Questa famosa frase di Tertulliano, autore cristiano dei primi secoli della vita della Chiesa, è diventata lo slogan della riflessione che la Chiesa vicentina ha portato avanti a vari livelli in questi ultimi anni. Questo lungo lavoro di analisi e di confronto sulla nostra realtà, ha messo in evidenza l’esigenza di qualificare le tappe fondamentali del cammino di fede, a partire dal Battesimo e dall’Eucarestia perché la modalità del battezzare dice verso quale volto di chiesa intendiamo muoverci. Per questo anche i nostri Consigli Pastorali Parrocchiali si sono messi al lavoro per proporre un itinerario di fede per i genitori che desiderano in Battesimo dei figli che sia adeguato alla nostra realtà e alle nostre esigenze. Per questo nei vari incontri, prima di tutto, si è cercato di analizzare serenamente e realmente la situazione delle nostre comunità focalizzando quale può essere l’itinerario migliore da proporre, itinerario che comunque resta sperimentale.

Prima di esporre qual è la proposta che viene dalla nostra riflessione è bene ricordarci, a mò di premessa, il perché di questo itinerario. Esso nasce dalla consapevolezza della necessità di “diventare cristiani” come ci ricordano gli orientamenti pastorali della nostra diocesi, ma anche dai grandi mutamenti che hanno segnato la Chiesa in questo inizio del terzo millennio che si presentano a noi come una sfida ben precisa. Siamo davanti a delle comunità cristiane sacramentalizzate ma non sempre evangelizzate. È allora importante vivere anche la richiesta dei sacramenti come un’occasione per annunciare il vangelo. Vivere il battesimo è occasione non solo per i genitori ma anche per tutta la comunità per riscoprire la fede. D’altro canto non dobbiamo dimenticare che la comunità dei credenti si deve anche presentare come “grembo” della fede, quindi come comunità che fa crescere e incontrare Gesù Cristo. Questo, evidentemente, chiede alle parrocchie di maturare e crescere come comunità di credenti. Il battesimo dei nostri bambini non ci può vedere come semplici e passivi spettatori. Dobbiamo piuttosto essere il volto accogliente della famiglia di Dio.

In sede di CPP tutti abbiamo concordato dell’importanza di un cammino di questo genere che chiede comunque un salto di qualità e anche “l’abituarsi” a questa nuova prospettiva. Spesso ci portiamo appresso un retaggio socioculturale per cui si pensa che un sacramento sia semplicemente un atto dovuto. In realtà è un’importante scelta di fede che chiede impegno e preparazione. Non dobbiamo smarrire uno dei nostri punti di partenza: spesso si chiedono i sacramenti senza essere disponibili a prepararsi per riceverli. Quindi di strada da fare ne abbiamo più che a sufficienza.

Gli itinerari proposti dalla diocesi hanno messo in evidenza come si possano prevedere anche dei cammini differenziati a seconda delle sensibilità delle famiglie. Questo partendo anche dal criterio che il battesimo non si può rifiutare a nessun bambino. Quello delle proposte differenziate può essere un problema per le nostre comunità, visto che in un anno vengono battezzati tra Pedemonte e Casotto 6 bambini e quindi non c’è magari grande possibilità di movimento. In ogni caso si chiederà a tutte le famiglie una preparazione minima.

La proposta formativa che si intende fare ai genitori si articola in questo modo: in primo luogo un incontro personale con il parroco al quale segue, da parte dei genitori, la richiesta del battesimo.

Seguiranno tre incontri formativi a scadenza mensile nei quali soprattutto vengono messi in evidenza gli spetti del catecumenato e le ricche simbologie battesimali. Tali incontri saranno ripetuti per due volte nel corso dell’anno perché due saranno le celebrazioni comunitarie del battesimo che verranno fatte durante l’anno: una alla fine di novembre e una alla metà di giugno. Da ultimo ci sarà un momento celebrativo e di preghiera al quali sono invitati anche i padrini, le madrine e la comunità parrocchiale.

Un mese dopo la celebrazione del battesimo ci sarà un incontro per le famiglie allo scopo di fare sintesi di quanto vissuto nella celebrazione e per proporre a chi lo desidera un cammino di fede per le famiglie. Questo anche per potere un domani formare delle coppie che si prendano la responsabilità di curare la preparazione del rito del battesimo.

Tutte le famiglie dei battezzati verranno  invitate alla celebrazione della Festa per la vita che si tiene ogni prima domenica di febbraio.

Il cammino catecumenale prevede anche l’impegno della carità. Per questo si consiglierà alle famiglie di fare delle scelte di solidarietà e di carità, sostenendo l’attività della Caritas oppure aderendo a iniziative legate al periodo (per esempio la campagna un Pane per amor di Dio). Scelte, queste, legate a una maggior sobrietà nel “festeggiare” l’evento.

Questa proposta di itinerario è un primo passo e in un certo senso anche una scommessa perché iniziare qualcosa di nuovo comporta inevitabilmente qualche rischio e ci chiede di giocarci qualcosa, ci chiede di non tirarci indietro da questo cammino che ci deve vedere protagonisti nella chiesa del terzo millennio.

 

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