Comune di Pedemonte
     

Cari concittadini,

                  in questo numero di Campane di Ferragosto, periodo che la tradizione riserva al ritorno di molti emigrati al paese d’origine, vorrei dedicare lo spazio concesso alla pagina del Comune per la pubblicazione del Pensiero che ho espresso alla popolazione della valle dell’Ariege, sui Pirenei francesi, a commento ed encomio per aver voluto porre al centro della loro storia, dopo oltre sessant’anni di silenzio, una straordinaria testimonianza di affetto e riconoscenza per le vittime dell’Izourt, dove nel 1939 durante una tempesta di neve perirono 31 persone di cui otto delle nostre valli con quattro di Pedemonte: Luigi Carotta, Ezio Pio Longhi, Guido Longhi e Francesco Sartori.

         In quelle vite perdute ritroviamo scolpito il sacrificio dell’emigrazione dei nostri padri, di ogni latra vittima del lavoro e il dovere del ricordo affinché l’indifferenza non scenda su di noi per togliere la visione di tanta sofferenza.

         Una pagina molto triste per Pedemonte e altri paesi della montagna da riconquistare al culto di una rimembranza che trova ora una sua espressione monumentale nell’austero camposanto di Vicdessos, abbracciato come allora all’antica Pieve dell’Assunta che 64 anni orsono accolse per l’ultimo saluto i figli caduti.

 

Pensiero

 

         Ci sono momenti nella storia dei popoli guidati da emozioni e sentimenti a volte inspiegabili che improvvisamente entrano nella vita e inducono a ripercorrere sulle ali della memoria avvenimenti accaduti in tempi lontani ma ancora presenti nella sofferenza di coloro che li hanno vissuti.

         La nostra realtà umana e sociale ha conosciuto per decenni il travaglio di una emigrazione che ha inciso profondamente sul destino delle vallate e delle montagne, un esodo a volte senza meta che ha trasferito altrove il valore prezioso di più generazioni, tuttavia ancora legate al luogo di origine quale approdo ideale e centro di affetti profondi e inarrestabili.

         È in tale diaspora remota di un popolo che lascia la terra avita con il sogno di un avvenire foriero di certezze che trova il suo compimento la tragedia d’Izourt, simbolo di un sacrificio a servizio dell’umanità tuttora custodito con deferenza come una sacra stigmata nella memoria collettiva delle comunità di Auzat, Vicdessos ed altre ancora.

         Dalla forza spirituale e la elevata civiltà di qui paesi ha preso vita quel memorabile e indimenticabile ciclo di manifestazione alle quali abbiamo partecipato recentemente per onorare il ricordo delle vittime di quel dramma ora rappresentato da una stele eloquente di testimonianze ammonitorie e segni di speranza affinché ciò che accade non si ripeta mai più.

         In tale incontro comunitario abbiamo ammirato l’efficienza organizzativa di un impegno del volontariato giovanile tradotta in regia ineccepibile per un sistema logistico e di accoglienza assai complesso. E sopra ogni altra cosa l’umanità commovente e il desiderio di un abbracci tra esseri umani che il destino ha unito per un perenne tributo di onore suscitato dal cuore e dalla storia.

         Ritengo che la valle dell’Ariege abbia titolo per essere fiera del suo impegno affinché una tragedia ormai sepolta nell’oblio del tempo abbia avuto un fulgido ritorno alla luce e ciò soprattutto per il merito dell’associazione “RICORDATE”, l’Alleanza Italo-Francese, la Prefettura territoriale, i Signori Sindaci locali e rappresentanze municipali, il Clero così autorevolmente rappresentato, le popolazioni e altro ancora.

         Credo che anche la partecipazione italiana vada sottolineata per l’autorevolezza dei convenuti ad iniziare dai congiunti delle vittime, il Signor Console d’Italia a Tolosa, i Presidenti di amministrazioni Provinciali, Sindaci, la corale “Carmina” che ha onorato la tradizione musicale avvalendosi di un repertorio di rara e straordinaria efficacia emotiva, altri amici.

         Il pensiero finale non può che concludersi con la convinzione che dalla sofferenza di una tragedia è nata una grande amicizia che abbiamo ora il dovere di coltivare, sostenere e trasmettere ai posteri con il ricordo imperituro di un luogo remoto ai piedi dei monti Pirenei francesi dove un sepolcro, testimone di una eccezionale pagina della nostra storia, è sempre in attesa di un pensiero affettuoso e una preghiera aperta anche a tutti gli emigranti sepolti lontano dai paesi di origine.

 

                                                                  Il Sindaco

                                                        Comm. Bruno Scalzeri

 
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