Campeggio con gli indiani
     

Non poteva mancare, anche quest’anno, l’esperienza del campeggio che si è svolto dal 9 al 19 luglio in val d’Algone, all’interno del parco naturale del Brenta in collaborazione con la parrocchia di Ognissanti in Arzignano.

Sessanta ragazzi delle medie, assieme ai loro quindici animatori e don Giacomo si sono tuffati nel mondo degli indiani d’America. Sì proprio quei pellerossa che fino a non tanti anni fa per demerito di un certo tipo di cinematografia erano presenti nel nostro immaginario collettivo come i cattivi per antonomasia.

In realtà abbiamo potuto scoprire un popolo ricco di tradizioni, capace di vivere in  simbiosi profonda con la natura e l’ambiente e con una esperienza religiosa davvero significativa e spesso vicina alla nostra.

La traccia della preghiera quotidiana, oltre a presentarci brani della religiosità indiana, ci ha condotto alla riscoperta delle varie parti della celebrazione della Messa visto che quest’anno era stato dedicato da Giovanni Paolo II proprio all’Eucaristia.

Dei sessanta partecipanti dodici provenivano dalla nostra zona: Matteo Serafini da Casotto, Mauro Carotta, Samanta Danielli, Alice Strazzer, Giulia Carotta  e Maria Giacon da Pedemonte, Silvia Stefani e Laura Zorza da Lastebasse, Camilla Stefani. Angelica Balbo, Eleonora Pretto e Federica Bonato da Valdastico. Anche tra gli animatori un bel gruppetto era da Pedemonte: Manuel Fontana, Yuri Munari, Martina Carotta, Sofia Marchesini, Lara Rocchetti. Anna Carotta e Gabriele Russi, mentre in cucina, assieme alle cuoche di Arzignano c’erano Renato Dal Bianco, Lidia Carotta Elisa Strazzer e Daniele Leoni.

Quest’anno il campeggio (a cui partecipiamo dal 2000) sfoggiava otto tende nuove di zecca un po’ più grandi delle precedenti, ma questo non ha evitato che all’interno regnasse spesso il caos primordiale fatto di calzini e magliette dispersi…

I ragazzi erano suddivisi in sette gruppi con i nomi di tribù indiane: Apache, Kiowa, Comanche, Cheyenne, Cherokee, Dakota e Sioux e così suddivisi hanno svolto le varie attività del campo. Ogni giorno, a turno, si svolgevano i vari servizi, necessari per la vita del campo preparare le tavole e lavare i piatti, tenere puliti gli ampi spazi a nostra disposizioni e i bagni.

La parte principale del tempo, comunque, era quella dedicata ai giochi che hanno visto le tribù contendersi la vittoria finale. Ogni giorno, sui totem realizzati il primo giorno andavano ad aggiungersi le frange colorate che indicavano i punti conquistati nei vari giochi, un paio fatti dopo il calare delle tenebre. Giochi di movimento ma anche di intelligenza come le prove della caccia al tesoro o quelli serali dentro il grande tendone del refettorio. Fra tutti, però, quelli che hanno raggiunto maggior successo sono stati probabilmente i giochi d’acqua dove il divertimento è stato davvero grande anche perché accompagnati da una splendida giornata di sole.

Non sono mancate anche alcune attività di gruppo con riflessioni soprattutto sul nostro rapporto con la natura e con le cose. In questo ci ha aiutato molto la cultura degli indiani, il loro rapporto con l’ambiente e l’essenzialità del loro stile di vita. Molto significativa è stata la riflessione su una lettera mandata da un capo indiano al Presidente degli Stati Uniti che voleva comprare la terra degli Indiani.

Le condizioni del tempo ci hanno permesso anche di fare due belle passeggiate: una alla malga Movlina proprio sotto le poderose pareti del gruppo del Brenta che si fronteggia con il grande ghiacciaio dell’Adamello; una al castello di Stenico che si trova su un cucuzzolo proprio in mezzo al paese: un’occasione buona per vedere cose nuova ma anche per scendere in paese e… mangiarsi un bel gelato!

Domenica 17 il campo è stato invaso dai genitori che sono venuti a trovarci e abbiamo passato con loro una splendida giornata anche perché il sole non ci ha lasciato un momento. Sono stati 150 i genitori che hanno usufruito della mensa del campeggio. Ma abbiamo ricevuto anche un’altra gradita visita. Lunedì è passato a salutarci don Olivo Rocchetti che dall’anno scorso è parroco a Tione, a poco meno di venti chilometri dal nostro campo.

È stata un’esperienza arricchente e forte che ci ha permesso di imparare cose nuove ma anche ci ha insegnato un po’ di più a stare con gli altri perchè la convivenza non è sempre facile, soprattutto quando bisogna condividere spazi ristretti come quelli della tenda o i vari servizi da fare. Credo che a nessuno, o a pochi, sia mancata la televisione perché la vera “Vita in diretta” l’abbiamo fatta noi in ogni attimo della giornata, fra canti, giochi, risa e, sporadicamente, qualche lacrimuccia quando il pensiero di casa si faceva più vivo.

Siamo stati protagonisti di una piccola e bella storia e speriamo, l’anno prossimo, che altri si aggreghino a noi per uscire un po’ dal solito guscio in cui siamo racchiusi, per imparare ad assaporare esperienze nuove che vanno al di là dei videogiochi o di altre realtà virtuali. Speriamo, la prossima volta, di essere ancora di più…

Concludiamo il racconto della nostra esperienza lasciandovi alcune piccole perle che provengono da quelle immense praterie dove gli Indiani hanno vissuto a lungo in pace con il Grande Spirito e con la natura.

Ciao a tutti.

 

Grande Spirito, preservami dal giudicare un uomo non prima di aver percorso un miglio nei suoi mocassini. (Guerriero Apache)

 

O Grande Spirito, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza di capirne la differenza (Preghiera Cherokee)

 

Nella vita di un indiano non c’è che un dovere inevitabile: il dovere della preghiera, del ringraziamento, il riconoscimento quotidiano dell’invisibile e dell’eterno. (Ohiyesa)

 

La sola cosa necessaria per la tranquillità del mondo, è che un bambino possa crescere felice. (Capo Dan George)

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