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Dalla
nostra storia - spunti di riflessione Il nostro archivio parrocchiale è da sempre oggetto di particolare attenzione e fonte preziosa di notizie per chi è alla ricerca di ogni indizio utile alla migliore conoscenza della nostra storia locale, fatta di episodi più o meno conosciuti, più o meno importanti ma fatta anche di fatti piccoli piccoli, dall'insignificanza apparente ma che nascondono un valore insostituibile di genuina testimonianza di una mentalità, di una cultura e della sensibilità della nostra gente in un particolare momento della nostra storia. Il documento dell'archivio (teca n.8) che ora andrò a presentare conserva una di queste piccole storie comuni di quasi trecento anni fa, che a dispetto del tempo trasmette ancora immutata l'emozione per il messaggio di fede vissuta che racchiude e per le riflessioni che ancor oggi suscita sui temi fondamentali dell'esistenza. Si tratta di un documento che raccoglie le indicazioni testamentarie di tale "Mattio Tamburinaro" e che così recita: " In nome del Signore
L'anno
1714 Ind.e 7ma, un martedì li 3 luglio, alli Tamburinari, su
le Lastebasse in Cà dell'Infra’sto codicilante,
presenti, IRS Personalmente
constituito Mattio fu Pietro Tamburinaro dai Tamburinari sù le Lastebasse
Distretto Vicentino in letto giacendo, sano, per Id Dio grazia, di mente, senso,
viso, e loquella, ma di corpo languente, e considerando esser questa vita
fragile e mortale, et quanto più è certa la morte, tanto più è incerta l'ora
della medesima, dice, e racconta, haver, gia anni dieci, riceputo in propria
casa Giacomo fu Tomaso Colman d.o Giacon maritato in Barbara figlia de Mattio g.
Gio. Monari de' Montepian in figlio leggale (come appar in un Transazione fatta
con suo pieno consenso dal R.mo Sig. Arcip.e Tamanini Notaro publico) facendolo
erede di tutto il suo tanto stabile, come mobile, debiti, e crediti. Perciò ad
esso Giacomo hora absente ordina, commanda, e vole, ché, quando haverà resa
l'Anima sua All'Onnipotente Id Dio, à cui humilmente, e devotamente si
raccomanda, faccia il suo cadavere seppelire nel Cemeterio della Venerabil
Chiesa di Brancafora presso li suoi predefonti con essergli ivi celebrato
l'obito con due Sacerdoti, come pure anco il 3, 7, et 3.mo, ed Anniversario.
Inoltre dice, e racconta d.o Mattio haver egli nella publica Transazione fatta,
in cui hà riceputo per figlio leggale sud.o Giacomo suo Nepote, riservatosi
Rhaenesi cinquanta, dico R.si 50, di puoter d'essi disponere tutto ciò che gli
pare e' piace, dispone perciò quelli in suffraggio dell'Anima sua propria nel
seguente modo. P.mo
Che detto Giacomo figlio adottivo, doppo la morte del sud.o Mattio compri
due candele ordinarie dandole alla Chiesa di S. Prosdocimo sù la Posta delle
Lastebasse con fargli ivi celebrare un off’zio de morti
all'usanza e costume del Paese con due Messe. 2.do
Sud.o Mattio lascia per legato pio alla Fabrica parocchiale de Brancafora
Rhaenesi n.ro 8 una volta tanto, cioè R.si quattro all'Altar della B.V. del Ss.mo
Rosario, due à quel del Carmine, ed li altri due all'Altar de S. Ant.o, et
questi Rhaenesi esso Giacomo ò eredi sia obligato di darglili in frà il spacio
d'ani due prossimi venturi. 3.zo
Che doppo gli sarà fatto il 3.mo, esso Giacomo gli faci celebrare Messe
continue n.ro 30, cioè una Gregoriana. 4.to
Che R.si dieci gli siano celebrate altre Messe n.ro 30, et questo doppo
l'Anniversario infrà il spacio d'anni cinque, cioè sei all'Anno. Per quinto, ed ultimo
vole, che à Cattarina figlia del sud.o Giacomo siano dati R.si n.ro 20 al tempo
del suo maritaggio à minor dano però di d.o Giacomo, o eredi, et questi d.o
Mattio lascia à sud.a Cattarina, come per legato pio, et suffraggio dell'Anima
sua. Io P. Christian
Rossatto Capp.o Curato (dal 1709 al 1747 ndr.) pregato dal sud.o Mattio fu
Pietro Tamburinaro hò scritto. Omnia
ad Dei Gloria. Et io P. Christoforo
Tamanini Ar.e di Brancafora (da Calceranica, dal 1685 al 1717 ndr.) fui presente
alla notificatione fatta della sopradetta dispositione dal sud.to Matthio à
capo per capo, in fede di che mi sottoscrivo.” Una storia piccola questa, carica della normalità di un tempo che fu, carica di straordinarietà in un tempo come il nostro in cui la frenesia di una vita vissuta "di corsa" sulle strade dell'effimero poco spazio lascia alla riflessione sui valori che contano, sui temi fondamentali della vita e della morte, e… oltre la morte.
Ettore
Baldessari
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