Presepio 2002
     

 

Era il lontano 24 agosto quando si è sentito il primo colpo di martello (a cui ne sono seguiti tanti altri) nel garage di fianco alla canonica dove, da quattro anni i giovani allestiscono il presepio. Dopo aver smantellato quello dello scorso anno Diego, Omar, Giorgio, Michele, Andrea, Alessandro, Riccardo, Andrea, Matteo, hanno rimesso mano ai martelli accompagnati dal rumore degli avvitatori, della motosega, dei badili, delle cazzuole e dell’immancabile musica proveniente dalla loro scassatissima radio inzaccherata di cemento e di colore. Cosa ne è venuto fuori?

Come al solito hanno saputo dare concretezza alla fantasia, alle idee che piano piano, durante l’anno erano venute fuori chiacchierando sul da farsi in questo Natale 2002. E’ così che vi sembrerà di entrare in casa, meglio nella cucina di una qualsiasi casa di qualche anno fa. Non vi troverete televisioni ultimo modello con tanto di DVD e ricevitore satellitare, cellulari sparsi sul tavolo, il forno a microonde o piani di cottura, ma una vecchia credenza, che poggia sul pavimento di legno, la “fornela”, un “seciaro” e tanti altri piccoli oggetti tipici della nostra storia e della nostra cultura. Sono tutti segni della normalità di tante nostre famiglie fino a qualche anno fa, una quotidianità fatta di lavoro, di fatica, di piccole cose, fatta di una fede semplice ma vissuta con il cuore.

Del resto Dio si fa carne nella normalità della nostra vita, viene qui, oggi, nella nostra storia. Per questo con il presepio di quest’anno in un certo senso si è realizzata una casa per Gesù bambino.

Ma il presepio con le sue statuine, con il muschio e i re magi dov’è? Ebbene, non ne troverete uno solo…

Sparsi nella cucina, in netto contrasto troverete delle natività che arrivano da varie parti del mondo: dall’America Centrale, dall’Asia, dall’Africa.

E poi, dal “ponteselo”, potrete allargare il vostro sguardo sulle lande pietrose della Giudea, là dove sorge Betlemme stesa sulle colline dove le pecore brucano quella poca erba che quella terra arida concede.

Troverete tanti presepi in un solo presepio, questo perché così com’è vero che Dio nasce nella nostra vita di tutti i giorni è altrettanto vero che lo fa in ogni parte del mondo dove si vivono culture e stili di vita diversi dal nostro. E questi “stili” non li possiamo dimenticare perché siamo tutti figli di Dio e perché le fatiche che si vivevano nelle nostre case e che per noi sono oggi solo un ricordo per molti sono la normalità ancor oggi.

Lo sguardo sul passato, una sbirciatina sui nostri ricordi, ci permetterà di guardare al presente, di ricordare come anche in questo Natale il Signore Gesù entra nella nostra vita e la scuote, la stimola, perché non ci abituiamo alle sofferenze che segnano la vita del mondo.

Ora non ci resta che aspettare la notte di Natale per vedere l’opera finita.

In quella sera c’è chi sarà contento, chi avanzerà le sue perplessità, chi ostenterà indifferenza o chi sarà critico verso il lavoro fatto. Ma una cosa è certa: è stato bello vedere un gruppo di giovani che hanno preso un po’ del loro tempo per regalarci anche in questo Natale un segno grande della nostra tradizione com’è quello del presepio, un’arte, chiamiamola pure così, iniziata da san Francesco quasi ottocento anni fa. Per questo a loro va un grazie sentito e riconoscente da parte di tutti.

Entrando in quella “casa” lasciatevi coinvolgere dalla presenza del Signore che nel Natale si fa uomo tra gli uomini e ripensate alla parabola dei talenti. Questo vi permetterà di uscire da lì con il sorriso del cuore perché riuscirete a ricordare che il Signore non smette mai di amarci e perché ancor oggi ci sono delle persone che hanno preso in mano i loro talenti e li hanno fatti diventare un dono per tutta la comunità e per tutti quelli che nei giorni di Natale passeranno per il nostro paese.

Cogliamo, infine, lo spazio sul giornalino, per ringraziare quanti hanno dimostrato la loro generosità verso il presepio fornendo gratuitamente legno, compensato cemento e quant’altro

Vedi le foto nella sezione  "I presepi" 

 

 
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