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Restauri ai Servi - La Pietà (2001)

 

Edicola marmorea della Pietà
di Jacopo da Montagnana, affresco del IX decennio del XV secolo, firmato sul petto di San Giovanni con JP,
in basso la scritta: hic tibi monstravi quantum te gratis amavi (qui ti ho mostrato quanto gratuitamente ti ho amato)

All'interno della chiesa dei Servi, sulla parete ovest, dopo l'altare di Sant'Antonio, si trova un'edicola architettonica, marmorea, sormontata da una lunetta interamente decorata a bassorilievo con motivi floreali, a candelabro sui pilastri laterali. All'interno della lunetta è raffigurato l'eterno Padre affiancato da angioletti, nell'edicola un Cristo di tre quarti sostenuto dalla Madonna e da San Giovanni.

L'opera era stata da Venturi (1927) riferita alla stessa mano della Deposizione conservata nella sagrestia del duomo di Padova, che più tardi il Berenson identificò con quella di Jacopo da Montagnana. La Furlan legò l'esecuzione dell'opera alla elezione del pittore come gastaldo della scuola di Santa Maria dei Servi nel 1489. Più tardi, nel 1984, il Lucco si dissociò da questa ipotesi, datando l'opera, per confronto stilistico con il Cristo Passo e i simboli della passione della Basilica del Santo e collocandola attorno al 1485, subito dopo la Pietà di Budapest chiaramente anteriore. Anche il Callegari paragonerà il Cristo Passo del Santo -l'autore del quale appartiene al mondo mantegnesco e probabilmente è da identificarsi con Pietro Calzetta- alla bellissima Pietà di cui quello rappresenta solo un'imitazione formale. Callegari propone di datare la Pietà dei Servi in data successiva al 1485 anche a causa di un blasone applicato sotto la mensola dell'edicola, "inquartato con un leone rampante al primo, tre fasce al secondo e terzo e una figura al quarto, e la sua sagoma è uno scudo al ferro di lancia", tuttora anonimo. Ma anche lo stile sembra più tardo e vicino alla Deposizione del Duomo, dove i personaggi, caratterizzati da una forte carica espressionistica e da una esaltata incisività del segno, dimostrano il medesimo straziante dolore di fronte alla visione del Cristo morto.

Giuliana Ericani, nel Bollettino Parrocchiale, Padova, settembre 2001

 

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Data ultima modifica lunedì 02 gennaio 2006 17.22.46