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Riflessione Pastorale 2004

 

SINTESI DEL TESTO PRESENTATO AL VESCOVO il 9 gennaio 2005

I. LA PARROCCHIA CASA DI COMUNIONE

In un contesto in cui i rapporti tra le persone rischiano di essere funzionali, "interessati", condizionati dal ruolo, nasce il desiderio di una comunità capace di curare la qualità delle relazioni. Tale profonda esigenza di relazione gratuita e di amicizia che investe la comunità cristiana non corrisponde solo a un desiderio ripetutamente espresso, ma anche alla natura essenziale e primaria della chiesa.
a. Prima della catechesi, prima della liturgia, prima della carità viene la comunione, o meglio una comunità capace di accoglienza sincera, di apertura, di condivisione.
b. La salvezza si innesta in un tessuto di relazioni. Il piano salvifico di Dio non è stato realizzato in forma individuale, ma attraverso la formazione di un popolo.
c. La partecipazione di tutti i fedeli laici all'edificazione della chiesa. In una società complessa, c'è bisogno di una comunità che promuova e valorizzi tutti i battezzati, pur nella specificità dei ruoli.
d. La chiesa come segno di unità di tutto il genere umano. La natura della Chiesa che rinveniamo nella Pentecoste è caratterizzata da una comunione interna profonda, dono dello Spirito, e allo stesso tempo da una capacità di relazione con gli uomini di ogni cultura, lingua e popolo.

Linee progettuali
La sfida che si presenta oggi per ridare credibilità alla chiesa è soprattutto quella della visibilità, traducendo una sensibilità di comunione in strutture di comunione attraverso:
I. una spiritualità di comunione. " ... prima di programmare iniziative concrete occorre promuovere una spiritualità della comunione" (Nuovo Millennio, 43). Spiritualità della comunione significa capacità di sentire il fratello di fede come «uno che mi appartiene», capacità di vedere innanzitutto ciò che di positivo c'è nell'altro, saper «fare spazio» al fratello.
2. la cura degli spazi e dei luoghi. Fare spazio, con-dividere cioè "dividere insieme" i luoghi dell'esperienza di vita e di fede. Per una parrocchia che vuole diventare ogni giorno comunità può significare riconoscere e curare in modo attento e rinnovato tre luoghi (o spazi) di comunione:
-  lo spazio personale, come accoglienza interiore, come tempo a disposizione, come capacità di stare insieme, come voglia/disponibilità a condividere iniziative comuni.
-  lo spazio comunitario, rappresentato da tutte le occasioni entro cui accogliere e valorizzare le doti, gli entusiasmi, le sofferenze di ciascuno.
-  lo spazio materiale, fatto di luoghi per pregare e celebrare, sale per incontrarsi, spazi per festeggiare, per mangiare insieme, per esprimersi artisticamente (centro comunitario), ma anche locali per accoglienze d'emergenza (foresteria parrocchiale).
3. la collaborazione tra le parrocchie, la pastorale d'insieme. Preti e laici si rendono, così, accompagnatori gli uni degli altri nel cammino comune di ricerca e di risposta alla propria vocazione umana e cristiana.
4. la cura pastorale della famiglia: valorizzando la comunicazione della fede, il rapporto tra famiglie, l'esperienza di carità.

2. LA PARROCCHIA SCUOLA DI FORMAZIONE

Emerge come prioritaria l'esigenza di interpretare, stimolare e rispondere 0//0 domanda di formazione. Nelle comunità parrocchiali, o ai margini di esse, si constatano esigenze assai diverse: si va da coloro che avvertono il bisogno di una formazione approfondita e si attivano per riceverla nelle forme opportune, a coloro che non sentono alcuna esigenza, che "attendono" le occasioni senza cercarle oppure a coloro che non sanno definire le proprie attese. Un modo corretto di azione in questo senso dovrà poter fornire indicazioni precise sulle possibilità di intraprendere percorsi adeguati: quando, dove, a cura di chi, in quale contesto.

Linee progettuali
Alla luce delle precedenti considerazioni e degli orientamenti emersi dall'ascolto delle comunità parrocchiali e vicariali della città, emergono alcuni itinerari privilegiati di formazione:
1. L'educazione e l'accompagnamento della fede.
2. La formazione al servizio nella comunità ecclesiale.
3. La formazione al servizio e alla testimonianza nella comunità civile.
1.1 L'anno liturgico costituisce un grande itinerario di educazione alla fede, una specie di tessuto connettivo di tutte le altre iniziative. Per questo è necessario porre attenzione ai momenti forti, qualificare l'animazione della liturgia domenicale, far sì che l'omelia costituisca occasione di dialogo fecondo fra fede e vita, favorire la partecipazione di gruppi e dell'intera comunità, curare la comprensione dei segni e dei gesti, coltivare il gusto della preghiera attraverso la cura per il canto, per gli spazi e gli arredi sacri.
1.2 La formazione degli adulti che tenga conto delle condizioni di vita e di lavoro oggi diffuse negli adulti e pertanto collocata strategicamente nel tempo e nella modalità di proposta.
1.3 L'attenzione alle famiglie con percorsi organizzati per gruppi famiglie e per coppie giovani e accompagnati da coppie o famiglie guida.
1.4 L'attività associativa offerta dai gruppi per ragazzi, adolescenti, giovani e adulti anche se vengono segnalati alcuni punti di debolezza nella proposta metodologica e nella formazione degli animatori.
2.1 La formazione al servizio nella comunità ecclesiale (operatori pastorali). Si parla propriamente, in questo caso, di formazione, con il contributo di organizzazione e di competenze che può offrire solo un contesto più vasto della parrocchia (vicariato o città), e con questi elementi fondamentali:
una preparazione biblico-teologica
una formazione sulla spiritualità dell'accoglienza e della comunione: una formazione sulla gestione delle dinamiche relazionali;
una formazione su tematiche organizzative, su tecniche di animazione e di comunicazione.
3.1 Formazione al servizio e alla testimonianza nella comunità civile. Anche rispetto all'essere ponte verso il territorio e la comunità civile, si segnalano delle attenzioni formative privilegiate rivolte a:
la capacità di cogliere in maniera responsabile e non passiva i "segni dei tempi"; sensibilizzazione, preparazione e accompagnamento all'impegno socio-politico; la progettazione coordinata tra comunità ecclesiale e civile nel territorio.

3. PARROCCHIA PONTE SUL TERRITORIO

Il territorio è un termine di uso relativamente recente e può comprendere tre significati diversi che si integrano fra di loro:
a) lo spazio geografico
b) la popolazione che abita una determinata area, con le proprie abitudini, culture e relazioni
c) le istituzioni e le comunità di varia natura (civili, religiose, ecclesiali ... ) realizzate in quel
determinato ambiente.
Il cuore del territorio e dell'ambiente è l'uomo che vi abita.
Tutta la popolazione che vive i confini della parrocchia deve essere con modalità diverse nel cuore del parroco, del consiglio pastorale, della comunità cristiana, nell'impegno della pastorale: la Chiesa, il Signore, l'ha istituita per questo.
La parrocchia non può ripiegarsi su se stessa e lasciarsi assorbire dalle proprie incombenze, ma deve starle a cuore il bene comune, cioè di tutti e di ciascuno.

Linee progettuali
È importante che il territorio rientri nell'interesse pastorale, nei piani pastorali e nella preghiera della comunità cristiana. Pertanto da parte delle comunità cristiane diventa necessario:
1. promuovere iniziative di informazione e formazione per l'ascolto e la conoscenza delle problematiche del territorio.
2. cercare forme di coordinamento e contatto con soggetti, enti e realtà del territorio, particolarmente significative (il Comune, gli ospedali, la scuola, le case di riposo, le attività economiche, le attività istituzionali, volontariato, sport, ecc.)
3. curare la qualità della vita.
4. curare una sensibilità ecologica, per la riscoperta del creato e la tutela dell'ambiente, come casa dell'uomo.
5. custodire il tesoro delle tradizioni culturali e spirituali, la ricchezza della storia e dell'identità del territorio della parrocchia.
6. programmare momenti e strutture per l'osservazione dei mutamenti sociali, civili ed economici del territorio, per valutare le conseguenze degli stessi sulla vita delle persone, la coesione sociale e le relazioni fra i cambiamenti e l'azione pastorale, e suggerire ambiti di impegno comune tra i cattolici.

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Data ultima modifica lunedì 17 gennaio 2005 23.43.23