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Nicola, studente del Valle, e il professor Nalon mostrano i
danni
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SAN CARLO, ASSALTO
ANCHE ALLA GALLERIA
Istituto
Valle, raid vandalico
Distrutti cassonetti e cabine in strada

di Massimo Nardin
Raid vandalico contro il «Valle» e gravi danni a strutture pubbliche:
serrature forzate, campanelli sfasciati e recinzioni devastate alla
scuola, e in strada cabine telefoniche e cassonetti per la raccolta
differenziata della carta bruciati. E' accaduto nella notte tra giovedì e
venerdì in via Pierobon, nella succursale dell'Istituto
grafico-pubblicitario tra la parrocchia di San Carlo e la galleria.
A scoprire il fatto sono stati ieri mattina presto i bidelli e gli stessi
studenti, costretti a rimanere fuori dai cancelli per un'ora abbondante a
causa delle serrature completamente distrutte e riempite di silicone
proprio per impedirne l'apertura. Sul posto è giunta una pattuglia della
polizia e una squadra di tecnici incaricati di aprire il portone
d'ingresso per permettere l'inizio delle lezioni. Davvero interminabile la
lista dei danni causati all'edificio scolastico: serrande abbassate e
imbrigliate fra di loro da metri e metri di fil di ferro intrecciato,
campanelli esterni bruciati, staccati dal muro e infine distrutti per
terra, tutte le otto serrature delle porte d'accesso forzate, siliconate e
riempite di Attak e poi, come se non bastasse, tappate con spessi aghi di
sicurezza. E ancora, tutte le veneziane frangisole strappate e intorcolate
fra di loro nelle vetrate del primo piano, cancelli scassinati, l'intera
rete verde di recinzione laterale sventrata dal terreno e scaraventata per
terra lungo i trenta metri che costeggiano la vietta d'accesso al
parcheggio del piccolo centro commerciale, tutti i paletti di sostegno in
ferro staccati dalla base di cemento e utilizzati probabilmente come
spranghe per il prosieguo dell'irruzione. I vandali dovevano essere in
parecchi, considerata l'entità dei danni.
La preside Albina Aurora Scala si è precipitata. «E' la prima volta che
capita un atto così grave alla nostra scuola e non riesco a capire chi
possa esser stato. Di certo, qualcuno che conosce bene il fabbricato perché
è stata danneggiata anche la porta d'accesso posteriore che conduce alle
aule della torretta». Pensare a qualche suo studente vendicativo per lei
è da escludere: «No, mi "auguro" che sia stata qualche banda,
magari del quartiere, tenuto conto che hanno recato danni anche a una
cabina telefonica in strada». Già, la cabina Telecom nel
piazzale-parcheggio adiacente e il cassonetto dell'Amniup, entrambi
bruciati e sciolti dalle fiamme del raid notturno. Un atto barbaro, non c'è
dubbio, per niente isolato a livello urbano, come hanno confermato le
stesse forze dell'ordine: «Fenomeni vandalici di questo tipo contro
strutture scolastiche sono frequenti in città». Per ora le uniche
certezze sono i milioni da sborsare per rimettere tutto a posto e il fatto
che gli incursori non volevano entrare nell'istituto, altrimenti avrebbero
fatto scattare l'allarme. Violenza fine a sé stessa, insomma. La
peggiore.
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