Sito ospitato da:

 

Il Mattino di Padova

9 marzo 2002

PADOVA

 

 

 

 

 

Nicola, studente del Valle, e il professor Nalon mostrano i danni

SAN CARLO, ASSALTO
ANCHE ALLA GALLERIA
Istituto Valle, raid vandalico
Distrutti cassonetti e cabine in strada
                                            
di Massimo Nardin

Raid vandalico contro il «Valle» e gravi danni a strutture pubbliche: serrature forzate, campanelli sfasciati e recinzioni devastate alla scuola, e in strada cabine telefoniche e cassonetti per la raccolta differenziata della carta bruciati. E' accaduto nella notte tra giovedì e venerdì in via Pierobon, nella succursale dell'Istituto grafico-pubblicitario tra la parrocchia di San Carlo e la galleria.
A scoprire il fatto sono stati ieri mattina presto i bidelli e gli stessi studenti, costretti a rimanere fuori dai cancelli per un'ora abbondante a causa delle serrature completamente distrutte e riempite di silicone proprio per impedirne l'apertura. Sul posto è giunta una pattuglia della polizia e una squadra di tecnici incaricati di aprire il portone d'ingresso per permettere l'inizio delle lezioni. Davvero interminabile la lista dei danni causati all'edificio scolastico: serrande abbassate e imbrigliate fra di loro da metri e metri di fil di ferro intrecciato, campanelli esterni bruciati, staccati dal muro e infine distrutti per terra, tutte le otto serrature delle porte d'accesso forzate, siliconate e riempite di Attak e poi, come se non bastasse, tappate con spessi aghi di sicurezza. E ancora, tutte le veneziane frangisole strappate e intorcolate fra di loro nelle vetrate del primo piano, cancelli scassinati, l'intera rete verde di recinzione laterale sventrata dal terreno e scaraventata per terra lungo i trenta metri che costeggiano la vietta d'accesso al parcheggio del piccolo centro commerciale, tutti i paletti di sostegno in ferro staccati dalla base di cemento e utilizzati probabilmente come spranghe per il prosieguo dell'irruzione. I vandali dovevano essere in parecchi, considerata l'entità dei danni.
La preside Albina Aurora Scala si è precipitata. «E' la prima volta che capita un atto così grave alla nostra scuola e non riesco a capire chi possa esser stato. Di certo, qualcuno che conosce bene il fabbricato perché è stata danneggiata anche la porta d'accesso posteriore che conduce alle aule della torretta». Pensare a qualche suo studente vendicativo per lei è da escludere: «No, mi "auguro" che sia stata qualche banda, magari del quartiere, tenuto conto che hanno recato danni anche a una cabina telefonica in strada». Già, la cabina Telecom nel piazzale-parcheggio adiacente e il cassonetto dell'Amniup, entrambi bruciati e sciolti dalle fiamme del raid notturno. Un atto barbaro, non c'è dubbio, per niente isolato a livello urbano, come hanno confermato le stesse forze dell'ordine: «Fenomeni vandalici di questo tipo contro strutture scolastiche sono frequenti in città». Per ora le uniche certezze sono i milioni da sborsare per rimettere tutto a posto e il fatto che gli incursori non volevano entrare nell'istituto, altrimenti avrebbero fatto scattare l'allarme. Violenza fine a sé stessa, insomma. La peggiore.