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Il Gazzettino

17 marzo 2002

AREE DISMESSE
La Golfetto lascia spazio alle case
 
«Aree produttive dismesse: è là che si gioca il futuro urbanistico e la riqualificazione delle periferie della nostra città. E' in queste aree, infatti che si potrebbero recuperare polmoni verdi e servizi pubblici, luoghi di aggregazione capaci di migliorare la qualità della vita e della salute. All'Arcella le ultime possibilità di ridisegnare la periferia attorno a un progetto unitario potrebbero venire dai grandi spazi lasciati liberi in futuro da Golfetto, Saimp, Idrotermici». Così ha osservato Luisa Calimani nel corso di un incontro pubblico sul Piano dei servizi nel quartiere Arcella-San Carlo -Pontevigodarzere tenutosi giovedì sera nella sala polivalente di San Carlo e sviluppatosi in particolare sul tema "Trasformazioni dell'area Golfetto, un progetto da migliorare". Incontro promosso dalla forze dell'Ulivo (relatori gli architetti Calimani e Vanzan, i consiglieri di quartiere Pantano, Lombardi, Bordignon e comunale, Lilia Manganaro). L'opificio Golfetto, azienda storica padovana specializzata nella produzione di mulini per la trasformazione delle granaglie sorto tra il 1930 e il 1999 su una superficie di circa 21.400 metri quadrati tra via Aspetti e Temanza, proprio nel cuore del quartiere, se ne va. Presto l'azienda si trasferirà nella Zip e parte del complesso industriale verrà abbattuto (nell'edificio d'angolo che rimarrà in piedi dovrebbe essere trasferita la sede Usl dell'Arcella) per far posto a un nuovo insediamento residenziale di 4 condomini tra i 18 e i 22 metri. In tutto la cubatura sarà di 42.800 metri cubi contro i 60.000 esistenti; sono previsti spazi a verde e parcheggi pubblici e la presenza di circa 420 nuovi abitanti. «Difficoltà - è stato sottolineato - sono prevedibili sul fronte della viabilità, anche perchè presto cominceranno in zona i lavori della linea di trasporto pubblico Sir1. Inoltre tutto il traffico dovrebbe immettersi su via Aspetti attraverso piazza Azzurri d'Italia». «Inoltre, hanno sottolineato tutti gli intervenuti, non si può progettare sulle singole aree come se fossero francobolli isolati dal contesto, senza una complessiva analisi del territorio a nord della città». Critiche sono piovute in particolare da Calimani sulla mancata destinazione a servizi pubblici dell'edifico d'angolo. In particolare: la riduzione degli indici di edificabilità, la realizzazione nel complesso anche di edilizia convenzionata pubblica, un amplimento del verde pubblico e dei parcheggi, la risoluzione dei problemi viari, una seria tutela di Piazza Azzurri d'Italia. Inoltre i circa 400 milioni di oneri di urbanizzazione devono essere impegnati in quartiere. Oltre che una battaglia per la migliore riqualificazione dell'area sono stati rilanciati anche i valori legati alla "partecipazione condivisa" dei cittadini. Si è colto nel complesso un desiderio nuovo di riaprire il dibattito. E' stata chiesta un'assemblea con gli amministratori comunali per discutere del futuro di questa ed altre areee dismesse, è stata aperta una raccolta di firme e proposta un'interrogazione in consiglio comunale.

Daniela Borgato