LE PARROCCHIE - San Giuseppe di Palma

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Dedicazione della chiesa 12 maggio 2003

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UNA CELEBRAZIONE INDIMENTICABILE

Lunga e a volte snervante è stata l’attesa, ma finalmente la chie­sa di Palma è stata restituita alla sua comunità debitamente restaurata e rinnovata. Due appuntamenti di preparazione hanno preceduto la celebrazione solenne della dedicazione. Sabato 10 maggio il vicedirettore dell’Ufficio Liturgico Diocesano Giosy Torre e l’architetto progettista Melina Rinaudo hanno presentato liturgicamente ed architettonicamente i nuovi luoghi liturgici, spiegandone segni e simboli e facendo dell’incontro una vera e propria catechesi a due voci. Domenica 11 maggio ci siamo fissati appuntamento per una veglia di preghiera, guidata da don Alberto, attraverso le vetrate della chiesa ricche di significato teologico, cristologico, ecclesiologico. Abbiamo meditato il grande mistero di Amore e di Salvezza di Dio Padre, realizzato per mezzo di Gesù Cristo che vive oggi nello Spirito Santo, alito di vita che nutre la Chiesa. Abbiamo contemplato la simbologia di ogni vetrata ascoltando la Parola, meditando un brano della letteratura patristica e rispondendo con un canto. Lunedì 12 maggio è stato il grande giorno in cui la nostra chiesa (l’unica della P.U.P.) è stata dedicata. Non avevo mai partecipato ad una celebrazione per la dedicazione di una chiesa, credo sia la più completa e significativa delle azioni liturgiche. Attorno al nostro vescovo, Mons. Francesco Micciché, che ha presieduto la celebrazione, si sono riuniti sacerdoti, diaconi e la comunità tutta. Diversi sono stati i momenti forti: l’aspersione dei fedeli, tempio spirituale; la benedizione dell’ambone, dal quale per la prima volta è stata proclamata la Parola; le litanie dei santi e la preghiera di dedicazione, compendio di tutto il mistero della Chiesa e della liturgia; l’unzione dell’altare e delle 12 croci, l’incensazione e l’illuminazione dell’altare e della chiesa. L’unzione dell’altare mi ha dato una forte emozione. L’altare è il luogo essenziale perché la comunità possa celebrare l’Eucaristia “fonte e culmine della Chiesa”. Ci ricorda il vescovo nella Sua omelia: “La Chiesa vive della Pasqua e si costruisce attraverso il memoriale della Pasqua” e l’altare “... è la mensa del corpo spezzato e del sangue versato di Cristo Gesù rappresenta Cristo pietra angolare, solida, preziosa su cui poggia tutto l’edificio spirituale della chiesa”. La base del nostro altare è cubica e poggia sul bema circolare, ciò richiama il concetto di infinito (cerchio) che si fa finito (quadrato), di vero Dio che si fa vero uomo per salvarci, I 4 lati del cubo sono un richiamo ai 4 punti cardinali, quindi alla Chiesa e a tutta l’umanità che da ogni parte della terra converge verso Cristo, pietra angolare. Il cubo, figura perfetta, come perfetto è Cristo sale a spirale formando un rettangolo e quindi facendosi mensa per noi. La lastra di marmo della mensa segna la continuità con il precedente altare della nostra chiesa. Dunque, l’altare è Cristo, centro della Chiesa, punto focale, capo, guida. L’altare è Cristo, principio e fine di tutte le cose, nuova ed eterna Alleanza, cibo spirituale, t’Unto del Signore. Il centro, gli angoli, tutta la mensa di Cristo Altare sono stati unti con il sacro Crisma e così le dodici croci di consacrazione della chiesa. L’incenso che brucia sull’altare appena unto è segno che la preghiera della Chiesa, mediante Cristo, arriva fino al Padre, per opera del Santo Spirito. L’ambone è il “luogo alto” dal quale è proclamata la Parola di Dio, che è il luogo in cui Cristo è vivo nella Parola. Rappresenta il giardino e la tomba vuota di Cristo dalla quale l’Angelo della Risurrezione annuncia il mistero di Cristo Risorto. L’ala d’aquila, scolpita sull’ambone, è simbolo di Giovanni, l’evangelista. Vicino all’ambone sono il fonte battesimale, dal quale si rinasce a vita nuova in Gesù Risorto ed annunziato dall’ambone ed il candelabro con il cero pasquale la cui duplice lavorazione richiama la duplice natura di Cristo. Ogni segno quindi simboleggia la resurrezione. La sede posta a cerniera tra l’altare e l’assemblea è rivolta verso l’ambone perchè anche il presbiterio con la sua assemblea, possa ascoltare la Parola proclamata ed evidenzia il trono vuoto nell'attesa della seconda venuta di Cristo. Il 12 Maggio 2003 resterà una data storica per la nostra parrocchia, ma anche per tutta l'unità pastorale che ha partecipato attivamente e con tanta gioia all’evento. E’ stata per tutti un'esperienza indimenticabile.

 Giusy