Lectio Divina

Corpo e sangue di Cristo

 

Tema: Cristo rimane con noi nel sacramento della sua Pasqua.

I Lettura: Dt 8,2-3.14b-16a

Dal Salmo 147 –Benedetto il Signore, gloria del suo popolo.-

II Lettura: 1Cor 10,16-17

Alleluia: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore;

chi mangia di questo pane vivrà in eterno.” (Cfr. Gv 6,51)

Vangelo: Gv 6,51-58

 

Suddivisione e contesto

v. 1-15: La moltiplicazione dei pani;

v. 16-21: Gesù cammina sulle acque;

v. 22-59: Lungo insegnamento sul pane che dà la vita (è il primo insegnamento di Gesù alla folla):

              v. 22-25: Racconto di transizione;

              v. 26-34: Prima tappa: il cibo che bisogna procurarsi;

              v. 35-48: Seconda tappa: la missione del Figlio;

              v. 49-59: Terza tappa: Il pane è la carne del Figlio dell’uomo.

 

Annotazioni

v 51 - Carne: Nel linguaggio biblico la carne indica l’uomo nella sua fragilità, ma anche comunione, origine comune (Gn 2,23).

- Mondo: Non in senso negativo come in altre occasioni nel quarto vangelo, ma in senso  universale, l’umanità, la vita terrena.

v.52 - Come : I Giudei capiscono sempre meno, perché non si collocano sul piano della fede.

v. 53 – Carne e sangue: Designa l’essere umano nella sua totalità. Nel linguaggio biblico-giudaico il sangue è la vita (cfr. Gn 9,4-5) che appartiene a Dio.

v. 54 - Mangiare: Letteralmente “masticare” evidenzia il realismo del mangiare e bere. Questo realismo è sottolineato ancora dalla ripetizione del termine “vero” davanti a  cibo e a bevanda (cfr.v.55) e giustificato dall’ orrore che doveva provocare a un giudeo mangiare la carne umana e berne il sangue (cfr.Lv.3,17,Dt.12,23,Sl 27,2;Ger 39,17;Zac.11,9) 

-Vita eterna: Intesa come vita di fede del credente (cfr. v. 56-58; 14,23; 15,4), vita ricevuta nel pane eucaristico (cfr. v. 54), vita dopo la morte fisica (cfr. v. 54) “nell’ultimo giorno”(cfr.v.54).

v.57 - Padre : La vita che Gesù comunica agli uomini ha la sua sorgente nel Padre. Colui che si nutre della sua carne e del suo sangue vivrà la stessa vita di Dio.

v. 58 – Non come quello…: Ritorno del paragone della manna nel deserto (cfr. v. 49-50; Es 16).

 Dalle <<Opere>> di san Tommaso d'Aquino, dottore della Chiesa (Opusc. 57, nella festa del Corpo del Signore, lect. 1-4)

 

O prezioso e meraviglioso convito!

L'Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi, da uomini, déi. Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza. Offrì infatti a Dio Padre il suo corpo come vittima sull'altare della croce per la nostra riconciliazione. Sparse il suo sangue facendolo valere come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati. Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino.

O inapprezzabile e meraviglioso convito, che dà ai commensali salvezza e gioia senza fine! Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento? Nessun sacramento in realtà é più salutare di questo: per sua virtù vengono cancellati i peccati, crescono le buone disposizioni, e la mente viene arricchita di tutti i carismi spirituali. Nella Chiesa l'Eucaristia viene offerta per i vivi e per i morti, perché giovi a tutti, essendo stata istituita per la salvezza di tutti.

Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione. Egli istituì l'Eucaristia nell'ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre. L'Eucaristia é il memoriale della passione, il compimento delle figure dell'Antica Alleanza, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.

 Per la “Collatio” e la “Deliberatio”

 1) Quanto la tua fede, i suoi problemi o le sue dinamiche, confluiscono sull’eucarestia?

 2) Quanto la mia partecipazione all’eucarestia genera uno stile e una mentalità di comunione che mi portano ad agire in modo veramente ecclesiale?

 3) La frequenza all’eucarestia mi spinge ad assumere lo stile di servizio e di dono di Cristo?

 

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