Lectio Divina

TUTTI I SANTI - 1 NOVEMBRE

 

Tema: : Tutti chiamati alla santità.

 

I Lettura: Ap 7,2-4.9-14

 

Dal Salmo 23(24) –Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.-

 

II Lettura: 1 Gv 3,1-3

Alleluia: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò sollievo.” (Mt 11,28)

Vangelo: Mt 5,1-12

 

SUDDIVISIONE DEL “DISCORSO DEL MONTE”

v. 5,1-2: Introduzione. Ambiente e circostanze.

v. 5,3-16: Prima parte. La buona novella del regno messianico: le beatitudini e le responsabilità dei discepoli.

v. 5,17-7,12: Seconda parte. La nuova legge, compimento della legge antica.

v. 7,13-27: Terza parte. Esortazione: la via che conduce al regno.

v. 7,28-29: Formula conclusiva. Risultati del discorso.

ANNOTAZIONI

v. 1 - La montagna: Si noti l’articolo definito: la montagna. Si tratta infatti di una collina assai conosciuta dai destinatari dei vangeli (cfr. Mc 3,13; Lc 6,12). Vicina a Cafarnao, la città di Gesù (cfr. 4,13), è forse la collina ancora chiamata “Monte delle beatitudini”. Se Mt parla di “montagna”, lo fa per orientare la mente dei lettori verso un’altra montagna, quella del Sinai, dove Mosè ricevette la legge. Gesù, il nuovo Mosè, sta per dare qui la nuova legge.

- Messosi a sedere: E’ l’atteggiamento del maestro che insegna (cfr. 23,2). Lo stesso avviene in 13,1-2; 24,3. Quel che sta per dare è un insegnamento importante. Lo rileva la solenne formula introduttiva: “Prendendo la parola”; meglio: “Aprendo la sua bocca” (cfr. 5,2).

v. 3 - Beati: Il Vangelo è una buona novella. La prima parola detta da Gesù lo ricorda pubblicamente (cfr. Mc 1,15). Le beatitudini danno valore ad alcuni comportamenti che il senso comune certamente non esalta. Tuttavia non si tratta di paradossi, ma di un invito a giudicare secondo la fede.

- Poveri in Spirito: Non si tratta necessariamente di veri poveri, come invece si ha in Lc 6,20. Dicendo “poveri in Spirito”, Gesù sembra qui indicare quella gente che non fa della ricchezza materiale o della stima sociale il proprio sostegno. Poco importa che la loro sorte sia modesta: essi mettono la loro speranza solo in Dio. Per loro Gesù, investito dallo Spirito, è stato mandato a portare la Buona Novella (cfr. Lc 4,18).

- Regno dei cieli: Espressione che fa da cornice alle beatitudini (cfr. 5,10). Questo dimostra che è proprio il regno l’oggetto dell’insegnamento di Gesù. Il regno è lo stato nuovo e definitivo delle relazioni degli uomini con Dio. Gesù non lo definisce, anche se ne parla molto sovente. Le beatitudini dicono a chi è aperto il regno: agli uomini che hanno il cuore rivolto a Dio.

v. 4 - Consolati: Is annunziava la grande “consolazione” d’Israele (cfr. Is 40,1), cioè la fine dell’esilio; dopo il ritorno, invece, diventa quella che aspettavano i poveri, per esempio l’anziano Simeone (cfr. Lc 2,.25).

v. 5 - Miti: Questa beatitudine orienta verso il prossimo. Le parole “poveri” e “miti” traducono sovente una stessa parola ebraica: chi è povero di fronte a Dio è spontaneamente mite verso il fratello. Questa beatitudine promette ai miti quanto già annunciava loro il Salmo 37,11. Ma questa terra è il simbolo della “terra nuova” (ne parlerà l’Ap 21,1, dopo Is 65,17; 66,22), e non è altro che il regno dei cieli della prima beatitudine. Le prime tre beatitudini annunciano perciò il regno messianico portato da Gesù.

v. 6 - Giustizia: L’A.T. aspettava il Messia come colui che avrebbe ristabilito la perfetta giustizia (cfr. Is 9,6; 11,5; Ger 23,5; Salmo 45,4). Siamo perciò orientati verso il Messia, inviato da Dio. Questa beatitudine infatti indica la giustizia di Dio. L’uomo in ogni modo è chiamato a realizzare nella sua vita questa giustizia che consiste nel conformarsi a quel compimento dell’antica legge che la parte centrale del discorso presenterà (cfr. 5,17-7,12), cioè alla volontà di Dio.

v. 7 - Misericordiosi: Questa beatitudine, come la terza del primo gruppo, descrive un comportamento riguardo al prossimo. Si tratta di un complemento della beatitudine precedente: quando si ha fame e sete di giustizia, si rischia di dimostrarsi severi verso coloro che non sperimentano questa fame e questa sete allo stesso livello: i puri sovente sono duri. La beatitudine invita ad essere misericordiosi per le debolezze dei fratelli.

v. 8 - Puri di cuore: Letteralmente “Puri riguardo al cuore”, come nella prima beatitudine si può letteralmente dire: “poveri riguardo allo Spirito”. Il cuore per un semita è la sede del pensiero, delle scelte. Ha il cuore puro chi è correttamente rivolto verso Dio, come precisa la seconda parte di questa beatitudine: “vedranno Dio”.

v. 9 - Operatori di pace: Stesso equilibrio: l’essere attenti alla volontà di Dio invita a mettere in pratica questa volontà divina nell’ambito delle nostre relazioni con il prossimo.

v. 10 - Per causa della giustizia: Ricordata in 5,6 e qui, la giustizia appare un tema importante per Mt. La ritroviamo abbondantemente descritta in 5,17-48, dove sono indicati i progressi della nuova legge. D’altra parte, è la giustizia che porta con sé la persecuzione per i discepoli.

v. 11 - Beati voi: I vv. 11 e 12 servono da transizione tra l’idea della persecuzione e quella della crescita universale (cfr. 5,13-16). I due versetti applicano ai discepoli l’ottava beatitudine. Si passa perciò alla seconda persona plurale. E, improvvisamente, l’espressione “per causa della giustizia” (cfr. 5,10) diventa più concreta: “per causa mia”. Gli apostoli, infatti, saranno felici di soffrire per Cristo (cfr. At 5,41; Col 1,24; Eb 10,34). Queste persecuzioni portano come conseguenza la crescita del regno, di cui si parlerà nei versetti seguenti (cfr. 5,13-16).

 Per la “Collatio” e la “Deliberatio”

 1) Come le beatitudini ci possono aiutare a verificare i nostri atteggiamenti e comportamenti e ad orientarli secondo la volontà di Dio?

             2) Siamo disposti nel nostro ambiente ad assumere il ruolo di “profeti scomodi” in difesa dei valori del Vangelo?

 

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