Lectio Divina

 VEGLIA PASQUALE – Anno C

 

Tema: Cristo nostra Pasqua.

I Lettura: Gn 1,1-2,2;

Dal Salmo 103(104): –Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.-;

II Lettura: Gn 22,1-18;

Dal Salmo 15(16): - Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.-;

III Lettura: Es 14,15-15,1;

Cantico: Es 15,1-7.17-18 - Cantiamo al Signore: stupenda è la sua vittoria! -;

IV Lettura: Is 54,5-14;

Dal Salmo 29(30): - Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato. -;

V Lettura: Is 55,1-11;

Cantico: Is 12,2.4-6 – Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza. -;

VI Lettura: Bar 3,9-15.32-4,4;

Dal Salmo 18(19): - Signore, tu hai parole di vita eterna. -

VII Lettura: Ez 36,16-28;

Dal Salmo 50(51): - Crea in me, o Dio, un cuore puro. -;

Epistola: Rm 6,3-11;

Alleluia, Alleluia, Alleluia: Dal Salmo 117(118);

Vangelo: Lc 24,1-12

Contesto

23,49: Assistenti agli avvenimenti da lontano;

v. 50-53: Giuseppe d’Arimatea chiede il corpo di Gesù e lo depone nel sepolcro;

v. 54: Annotazione cronologica;

v. 55-56: Le donne osservano il posto della sepoltura e preparano tutto per ungere il corpo di Gesù;

24,1-12: Alla tomba, il mattino, l’annuncio alle donne;

v. 13-35: Sulla strada di Emmaus il riconoscimento dei due discepoli;

v. 36-49: Gesù risorto appare agli Undici e ai loro compagni;

v. 50-53: Ascensione di Gesù e ritorno dei discepoli a Gerusalemme.

 

ANNOTAZIONI

v. 1 – Primo giorno dopo il Sabato: L’espressione è generalmente compresa come un semitismo, cioè il modo ebraico di indicare i nomi della settimana a partire dal sabato. Inizia una nuova settimana; giorno che diventerà “il Giorno del Signore” (cfr. At 20,7; 1Cor 16,2; Ap 1,10). Il riferimento cronologico è completato con l’espressione “di buon mattino” (cfr. Gv 20,1).

– Si recarono: Le donne, anche se seguono Gesù fino alla croce, lo seguono “da lontano” (cfr. 23,49). Il loro recarsi al sepolcro è ancora la visita ad un morto.

v. 3 – Il corpo del Signore Gesù: L’evangelista evidenzia che il corpo è assente, ma dicendo che è quello del Signore Gesù, afferma che Gesù è vivo, chiamandolo Signore (cfr. At 1,21; 4,33).

v. 4 – Due uomini: Secondo la legge ebraica la testimonianza di due uomini era sufficiente per dar corso alla giustizia (cfr. 9,30; 10,1); non era credibile quella femminile. I fenomeni di luce o di vesti sfolgoranti (cfr. 2,9; At 12,7; 9,3; 22,6; 26,13) accompagnano normalmente le manifestazioni soprannaturali nell’AT e nella letteratura rabbinica (cfr. 9,29). Nel racconto dei discepoli di Emmaus, questi due uomini sono identificati come angeli (cfr. 24,23)

v. 5 – Le donne impaurite: La reazione delle donne corrisponde all’atteggiamento religioso dell’essere umano dinanzi ad una presenza soprannaturale (cfr. 1,12.30; 2,9).

- Chinato il volto a terra: Le donne non si prostrano e non cadono a terra, come normalmente succede nelle visioni divine dell’AT (cfr. Gn 17,3; 18,2; Gdc 13,20), ma chinano semplicemente la testa in un gesto, quasi liturgico, di rispetto.

– Perché…?: (Cfr. 2,49). L’assenza di Gesù è da ricercare nella Scrittura e nelle parole di Gesù (cfr. 9,22.44; 12,50; 17,25; 18,31-33; 24,25-27).

– Vivo: Letteralmente “vivente” (cfr. Ap 1,18). Questo linguaggio è più accessibile alla mentalità greca dei suoi lettori, in questo modo l’evangelista esprime l’esperienza della presenza del Risorto vissuta dalla Chiesa. Chiamato così, Gesù è assimilato a Dio ed è Signore della vita (cfr. At 3,15).

v. 6 - Galilea: In Luca questa regione non è il luogo dell’appuntamento del Risorto con i suoi discepoli come in Mt 28 e Mc 16. Ma l’evangelista fa terminare il Vangelo a Gerusalemme; da qui riprende per narrare il cammino della Chiesa negli Atti.

v. 7 – Bisognava: Viene evidenziata una necessità che appartiene all’azione di Dio e che è conforme al suo volere.

v. 8 - Ricordarono: Le donne non sono mandate ad annunziare, ma prima devono far memoria delle parole di Gesù e poi potranno annunciare (cfr. Gv 2,23). Ricordarsi porta a capire che la via alla crocifissione,

prevista da Gesù, era nei piani di Dio e nello stesso tempo che l’assenza del corpo del Signore dal sepolcro conferma la sua resurrezione. Una tale comprensione implica la fede delle donne. La Parola mette in movimento da sola (cfr. 24,33).

v. 10 - Erano: Vengono specificati i loro nomi perché diventano discepole della parola (cfr. 8,2-3 insieme ai Dodici). L’evangelista ci tiene a concludere con i nomi di quelle donne seguaci di Gesù che sono un elemento costante in Lc. Esse salgono con il Maestro a Gerusalemme, assistono alla sua morte e sepoltura, sono le prime testimoni della tomba vuota e messaggere della resurrezione.

- Apostoli: Il nome dato agli Undici.

v. 11 – Vaneggiamento: Questa parola è usata solo qui in tutto il NT. Il motivo dell’incredulità e del dubbio dei discepoli si trova anche in altri evangelisti (cfr. Gv 20,25; Mt 28,17).

v. 12 – Pietro: Rievoca Gv 20,1-10. La nota di Luca sulla corsa di Pietro al sepolcro vuole rafforzare la testimonianza delle donne con quella di un apostolo, infatti, l’evangelista darà particolare rilievo a Pietro come testimone (cfr. 24,34) e come apostolo (cfr. At). Pietro pur constatando che qualcosa di insolito è accaduto non capisce e non giunge alla fede, contrariamente alla donne. Il motivo è nella linea dell’evangelista: la fede dei testimoni ufficiali riposa sull’apparizione del Risorto in persona (cfr. 1,4).

 

Per la “Collatio” e la “Deliberatio”

 

1) Perché crediamo alla resurrezione di Gesù?

2) Quali novità ha portato e porta, nella nostra vita, la resurrezione?

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