Lectio Divina

XXXII DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

 

Domenica della povera vedova

 

Tema: Gesù benedizione del Padre per noi dona tutto se stesso perché impariamo a donare gioiosamente e disinteressatamente.

 

I Lettura: 1Re 17,10-16

 

Dal Salmo 145 –Beati i poveri in spirito: di essi è il regno dei cieli.-

II Lettura: Eb 9,24-28

Alleluia: “Venite, benedetti dal Padre mio, dice il Signore, ricevete il regno preparato per voi fin dall’origine del mondo.” (Mt 25,34)

Vangelo: Mc 12,38-44

 

ANNOTAZIONI

 

v.38 –Scribi: Anticamente erano gli scrivani funzionari della pubblica amministrazione, i soli che sapevano leggere e scrivere, e quindi erano in grado di redigere leggi, documenti, contratti, corrispondenza diplomatica. Divennero perciò consiglieri e ministri dei re. L'Antico Testamento presenta anche gli scribi come esperti della legge di Mosè (la Bibbia). Gli scribi erano nello stesso tempo teologi, avvocati, pastori e medici; erano i depositari del sapere rispettati e ammirati. Quando passava uno scriba tutti si alzavano in piedi in segno di ossequio. Durante l'esilio in Babilonia (586-539 a.C.), essi avevano conservato la memoria e l'osservanza della legge, conciliando le necessità della vita con gli imperativi religiosi. Gli scribi e i dottori della legge diedero anche una valenza giuridica alla Bibbia, interpretandone acutamente tutti i precetti. Così finirono per avere anche una funzione politica di primo piano. Usavano il loro ufficio per ricevere ossequi, le precedenze nelle assemblee religiose e nei conviti, avidi di beni di vedove di cui si fanno consiglieri e simulano una vita di preghiera ininterrotta (cfr. Mt 23,13-32; Lc 11,45-52).

v. 41 - Tesoro: Si tratta del luogo dove erano collocate le cassette destinate a raccogliere le offerte per il culto, non solo dai residenti pii, ma anche dai pellegrini che accorrevano numerosi a Gerusalemme in occasione delle grandi feste, o da donatori perfino pagani, che chiedevano intercessioni.

v.42 – Povera vedova: Le vedove fanno parte di quelle categorie di persone più emarginate nella società del tempo. Non avevano diritto all’eredità del marito (cfr. Nm 27,9-11; I Re 17,8-15), erano povere (cfr. Dt 24,17-22; Is 1,16-17; Sl 68,6; 149,9; Gc 1,27; At 6,1)

- Quattrino : il termine del testo è “kodrantes”, moneta in uso nell’impero romano che corrisponde al valore di ¼ di “asse”, il quale a sua volta è 1/10 di “denaro” romano. Quest’ultimo era circa una giornata di salario. Gli “spiccioli” della vedova corrispondevano ad 1/40 di una giornata di salario di un operaio.

v. 44 - Tutto quanto aveva per vivere: Letteralmente “tutta la sua vita”, tutto quanto possedeva. Gesù evidenzia l’offerta della vedova per la totalità che la caratterizza. Ancora una volta Gesù insiste sull’abbandono totale a Dio come Dio (cfr. 12,30.33; 11,22) e quindi su una fede totale e incondizionata (cfr. Rm 12,1-2).

 

 

 

 

Dai “discorsi” di S.Leone Magno, papa

Nelle opere di pietà vi è posto per tutti

Le opere della pietà sono vastissime e la loro stessa varietà dà ai veri cristiani la possibilità di svolgere per intero il proprio ruolo nella distribuzione delle elemosine, siano essi ricchi e nell’abbondanza, o, al contrario, poveri e mediocri, cosicché coloro che sono ineguali nelle possibilità di largizione, siano almeno simili nell’affetto del cuore. Infatti, quando, sotto gli occhi del Signore, molti buttavano nel gazofilacio del tempio grosse cifre prese dalla loro opulenza, una vedova vi introdusse due monetine e meritò di essere onorata dalla testimonianza di Gesù Cristo per quel dono minimo, preferito all’offerta di tutti gli altri: infatti, davanti ai doni magnifici di coloro ai quali restava ancora molto, il suo, per misero che fosse, costituiva tutto il suo avere (cfr. Lc 21,1-4). Pertanto, se qualcuno è ridotto ad una povertà tale da non poter neppure elargire due spiccioli ad un indigente trova nei precetti del Signore di che adempiere il dovere della benevolenza. Infatti, neppure chi avrà donato ad un povero un semplice bicchiere d’acqua fresca rimarrà senza ricompensa per il suo gesto (cfr. Mt 10,42): oh, quali scorciatoie non ha preparato il Signore ai suoi servi per far loro conquistare il suo Regno, se persino il dono di un bicchiere d’acqua, d’uso gratuito e comune, non deve restare senza ricompensa! E, perché nessuna difficoltà potesse frapporvi ostacoli, è proprio un po’ d’acqua fresca che viene proposto come esempio di misericordia, per timore che qualcuno cui manca la legna per fare il fuoco e farla scaldare, potesse pensare di essere privato della ricompensa.

Il Signore, peraltro e non senza ragione, avvertì che tale bicchiere d’acqua doveva essere dato in suo nome, perché è la fede che rende preziose cose in sé stesse vili, e che le offerte degli infedeli, anche se fatte senza badare a spese, restano nondimeno vuote di ogni giustificazione.

 

 Dio non pesa la quantità ma il cuore

Grande è quel che Egli trarrà dal poco disponibile, poiché sulla bilancia della giustizia divina non si pesa la quantità dei doni, bensì il peso dei cuori. La vedova del Vangelo depositò nel tesoro del tempio due spiccioli e superò i doni di tutti i ricchi (cfr. Mc 12,41-44). Nessun gesto di bontà è privo di senso davanti a Dio, nessuna misericordia resta senza frutto. Diverse sono senza dubbio le possibilità da lui date agli uomini, ma non differenti i sentimenti che egli reclama da loro. Valutino tutti con diligenza l’entità delle proprie risorse e coloro che hanno ricevuto di più diano di più.

 

 Per la “Collatio” e la “Deliberatio”

 1) Come siamo arrivati alla fede?

2)Come cresce in noi per stare alla sequela di Gesù?

 

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