Lectio Divina

XXVI DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

 

Domenica della profezia

 

Tema: Gesù datore dello Spirito perché tutti possano annunziare le opere meravigliose del suo amore.

I Lettura: Nm 11,25-29

Dal Salmo 18(19) –I precetti del Signore danno gioia.-

II Lettura: Gc 5,1-6

Alleluia: “La tua parola, Signore, è verità:

consacraci nel tuo amore.” (cfr. Gv 17,17)

 

Vangelo: Mc 9,38-43.45.47-48

 

ANNOTAZIONI

 

v. 40 - Chi non è contro di noi è per noi: Gesù parla contro la monopolizzazione della fede. La potenza sta nel nome di Gesù che abbatte le barriere.

v. 41 – Bicchiere d’acqua: L’offerta di un bicchiere d’acqua è il più piccolo segno di ospitalità raccomandato sin dai tempi antichi (cfr. Pr 25,21). Questa promessa di Gesù relativizza l’importanza dell’attività esorcistica e delle grandi opere, perché è nel servizio umile e poco appariscente che si attua l’incontro con Dio.

v. 42 - Chi scandalizza...: Nei versetti 42-48 è ricorrente il termine scandalo: pietra di inciampo, che significa mettere un ostacolo o verso coloro la cui fede è ancora fragile (cfr. 1Cor 8,12) o verso sé stessi (9,43-48). Lo scandalo è l’opposto del servizio, anzi è rendere un cattivo servizio ai fratelli.

- Macina girata da asino: Questa costituiva nei mulini più grandi la pietra superiore ed era chiamata così perché veniva comunemente fatta girare da un asino.

- Piccoli che credono: Originariamente si tratta dei bambini, in quanto esseri particolarmente sprovvisti di fronte alle seduzioni dei grandi; l’aggiunta dell’espressione “che credono” allarga l’orizzonte e include gli ultimi della comunità, quei cristiani cioè che occupando posizioni marginali ed ininfluenti possono facilmente essere manipolati e traviati.

vv. 43-48 - Mano...piede...occhio: Occorre vedere in questo riferimento al corpo un’immagine implicita del corpo sociale ossia la comunità (cfr. 1Cor 12,12-30). La mano indica il possedere (cfr. Salmo 112(111),9), il piede indica il cammino della vita (cfr. Salmo 40(39),3; Sir 51,15), l’occhio indica la relazione con gli altri (cfr. Salmo 18(17),28; 101(100),5).

v. 43 - Geenna: Indica storicamente la valle dei figli di Hinnon a sud di Gerusalemme, valle caduta in discredito all’epoca dei Re perché vi si sacrificavano i figli al dio Moloch (cfr. 2Re 23,10), maledetta da Geremia (cfr. Ger 7,32 ss) era diventata sempre più il simbolo dove sarebbe avvenuto il castigo finale. Era la valle a dirupo ai piedi della collina del tempio. Serviva alla città come discarica pubblica. Là si putrefacevano i detriti vegetali e carcasse di animali, e ardeva in permanenza il rogo dove si bruciava quanto poteva venir bruciato (cfr. 9,48). La Geenna è diventata l’immagine dell’inferno “dove il fuoco non si estingue”.

vv. 44-46: Questi due versetti omessi sono simili al v. 48. Mancano nei migliori manoscritti del vangelo di Mc.

v. 48 – Il loro verme non muore e il fuoco non si estingue: Queste immagini tradizionali (cfr. Is 66,24) sottolineano plasticamente una condizione di annientamento totale e di pena eterna.

 

Dal Carmen de poenitentia di Isacco di Antiochia

 

Nell’anima, e non nel corpo, si deve combattere il peccato

Se uno dei tuoi membri ti è d’inciampo, taglialo e gettalo via da te come ci vien comandato" (Mt 5,30). E ancora: "Se un tuo occhio ti è di scandalo, strappalo e gettalo via dal tuo viso" (Mt 5,29; Mc 9,47). Ma l’agiografo non ti insegna a distruggere in realtà le tue membra: tu non devi annientare ciò che Dio ha creato, perché egli ha creato tutto bene. L’occhio non ha mai commesso un adulterio, perché questo peccato non rientra nelle sue azioni; e neppure la mano ha mai commesso furto, perché essa è per sua natura priva d’intelligenza. Vi sono adulteri ciechi e ladri monchi; non pensare, perciò, che la causa dei peccati sia nella mano o nell’occhio. Ma è il tuo spirito piuttosto che vede qualcosa e lo brama; contro di lui devi combattere. E’ la bramosia cattiva che ti è di impaccio: taglia essa via da te e gettala lontano: ciò ti è comandato. Il pazzo si recide le membra, ma non allontana, con ciò, il male da sé. Una parte del suo corpo in tal modo è stata asportata e gettata, ma il peccato è ancora attivo in lui. Le membra ubbidiscono alla tua anima come docili discepoli, e configurano le loro azioni secondo il modello da essa proposto. All’uomo esteriore corrisponde quello interiore, e l’uomo percepibile al di fuori è simile a quello nascosto, all’uomo spirituale. Anche l’uomo interiore ha occhi, ha orecchie e mani, proprio come quello esteriore e ha i suoi sensi. Chiudi i tuoi occhi e comprenderai che non solo l’organo visivo corporeo può vedere; tappa le orecchie e odi il tumulto dei tuoi pensieri! Vedi: esso ti travolge in una guerra crudele; perché tendi le tue orecchie a ciò che sta di fuori? Vedi: in casa tua vi sono i ladri; dove corri tu, dietro di loro? Perché dunque le tue membra hanno peccato? Combatti contro la tua anima! Ciò che è esterno non è in te causa di peccato: con l’interno devi sostenere battaglia. Ma anche se riuscissero a tagliare dal loro corpo la concupiscenza malvagia coloro che si son mutilati delle proprie stesse membra, non otterrebbero con ciò la giustizia.       Anche l’Apostolo, come abbiam visto sopra, biasima quei vili che sono crudeli col loro corpo, ma non vivono in onore, come conviene. Secondo la tua idea, quale tuo membro sarebbe tanto aggravato di peccati che, amputando esso solo, tu possa allontanare il male dal tuo corpo? I tuoi discorsi sono peggiori di un adulterio e ciò che ascolti è più perverso del furto; la tua bocca commette continuamente il grave crimine dell’omicidio, le tue labbra sono come un arco teso e le tue parole producono ira; senza pietà ricopri di ridicolo coloro che si rivolgono a te. La tua lingua è più acuta di una spada e il tuo occhio è rivolto al male. Tutto ciò è in te nascosto, e tu credi che vi sia un unico male? Se tu vuoi tagliarti un membro, taglia piuttosto questo male che hai dentro. Invece che un membro, che non ha peccato, colpisci la causa di tutte le colpe, non essere un giudice ingiusto tra il tuo corpo e la tua anima; come arbitro, non condannare l’innocente invece del colpevole. Rimprovera l’uomo spirituale che sta nascosto in te e rivolgi il tuo furore verso chi in te si cela, non verso chi in te è visibile!

 

Per la “Collatio” e la “Deliberatio”

1) Sappiamo accogliere l’altro con i suoi carismi e i suoi doni?

2) Cosa dobbiamo togliere o eliminare dal nostro stile di vita per non essere scandalo per gli altri?

 

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