Lectio Divina

XXVII DEL TEMPO ORDINARIO – Anno B

 

Domenica del sacramento dell’amore

 

Tema: Gesù parola creatrice del Padre perfeziona e santifica l’amore coniugale.

I Lettura: Gn 2,18-24

Dal Salmo 127(128) –Ci benedica il Signore, fonte di vita. -

II Lettura: Eb 2,9-11

Alleluia: “Se ci amiamo a vicenda, Dio è in  noi,

e la sua carità in noi è perfetta.” (1Gv 4,12)

 

Vangelo: Mc 10,2-16

 

ANNOTAZIONI

 

v. 4 - Mosè ha permesso: I farisei si riferiscono al testo del Dt 24,1-4, in cui veniva data la possibilità del ripudio quando venisse riscontrato “qualcosa di vergognoso” nella moglie. I rabbini del tempo di Gesù lo interpretavano in vari modi: chi come infedeltà o adulterio, chi come disattenzione da parte della donna (es. lasciar bruciare il cibo), chi come bellezza estetica (es. se il marito trovava un’altra donna più bella). Alla donna non veniva data nessuna possibilità di opporsi.

v. 5 - Durezza di cuore: Tema costante nella Bibbia (cfr. 3,5; Es: Israele nel deserto). E’ l’incapacità dell’uomo a comprendere la volontà di Dio ed entrare nei suoi disegni. La domanda trabocchetto dei farisei al v. 2 è un esempio di questa durezza di cuore.

v. 6 - All’inizio: Gesù contesta la prescrizione del ripudio richiamando l’intenzione del Creatore (cfr. Gn 1,27; 2,24). Gesù non si pone sul piano della legge quasi a voler sostituire ad una disposizione permissiva una disposizione più intransigente, bensì sul piano della rivelazione divina.

v. 11-12 - Adulterio: Gesù non parla della separazione dei coniugi, prende in considerazione solo il ripudio del coniuge per sposarsi con altri e questo lo chiama “adulterio”, qualunque sia la legislazione. Qui Gesù afferma una cosa nuova per la mentalità giudaica: né all’uomo né alla donna è permesso divorziare (cfr. Ef 5,21-32).

v 13 - Bambini: Non si tratta di bambini piccoli, la parola adoperata indica piuttosto l’età di coloro che hanno raggiunto l’uso di ragione. I bambini non hanno sicurezze, non accampano diritti e pretese, sono totalmente dipendenti dagli altri. Gli sono presentati, perché possano fare esperienza di lui (=toccare).

v 14 - Non glielo impedite: I discepoli si oppongono, sono un ostacolo tra Gesù e i bambini (cfr. 9,42).

 

 Dal commento al vangelo secondo Matteo di San Giovanni Crisostomo

Due in una sola carne

"Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina, e disse: Per questo l’uomo abbandonerà il padre e la madre sua e si unirà alla sua donna e saranno i due in una sola carne? Pertanto non sono più due, ma una carne sola. Non separi dunque l’uomo ciò che Dio congiunse" (Mt 19,4-6; Gen 2,24). Ammira la sapienza del Maestro. Interrogato, infatti, se sia lecito ripudiare la propria moglie, non risponde subito: Non è lecito, per non turbare e confondere i suoi ascoltatori. Ma, prima di pronunciare la sua sentenza, chiarisce la questione dimostrando che quel comando veniva dal Padre suo e che egli ordinava questo non per opporsi a Mosè. E notate che non si limita a confermare la verità di quanto dice solo con la creazione dell’uomo e della donna, ma con il comando stesso del Padre. Cristo non dice soltanto che Dio ha fatto un solo uomo e una sola donna, ma che ha dato anche questo comando: che l’uomo deve unirsi a una sola donna. Se Dio avesse voluto che l’uomo, lasciata una donna, ne sposasse un’altra, dopo aver creato l’uomo, avrebbe creato molte donne. Il fatto è che, con il modo stesso della creazione e con la sua legge, Dio ha dimostrato che un uomo deve convivere sempre con una sola donna e che l’unione non deve mai essere spezzata. Considera le parole stesse di Cristo: «Il Creatore da principio li creò maschio e femmina»; essi cioè uscirono da una stessa radice e si unirono in una stessa carne. E aggiunge che i due saranno in una carne sola. Poi, volendo intimorire chi pretende condannare questa legge e per fissare bene questa norma, non dice: Non dividete e neppure non separate. Ma che dice allora? «Non separi dunque l’uomo ciò che Dio congiunse». E se voi - aggiunge - mi citate Mosè, io vi cito il Signore di Mosè e ve lo confermo inoltre riferendomi al tempo. Infatti «Dio da principio li creò maschio e femmina». Questa infatti è una legge antichissima, anche se sembra che sia io a introdurla ora, e venne stabilita con grande vigore e fermezza. Dio infatti non presentò semplicemente all’uomo la donna, ma gli comandò che per lei abbandonasse il padre e la madre. E non ordinò soltanto di accostarsi alla donna, ma di congiungersi a lei, indicando, con la forma stessa delle espressioni, l’inseparabilità dei due. E neppure di questo si contentò, ma ricercò e aggiunse un altro vincolo più intimo: «Saranno i due in una sola carne». Dopo aver riproposto la legge antica, promulgata con fatti e con parole, e aver dimostrato il rispetto che meritava a causa di colui che l’aveva emanata, ora con autorità egli stesso la interpreta e sancisce, dicendo: «Pertanto non sono più due, ma una carne sola». Ebbene, così come è delitto tagliare carne umana, è un crimine separare il marito dalla moglie. E non si limita a questo, ma si appella anche all’autorità di Dio, dicendo: «Non separi dunque l’uomo ciò che Dio congiunse». Dimostra così che tale separazione va contro natura e contro la legge: contro natura, perché si taglia ciò che è una sola carne; contro la legge, perché avendo Dio congiunto e comandato che non si separi ciò che egli ha unito, essi non pensino ugualmente a separarlo.

Per la “Collatio” e la “Deliberatio”

1) In che modo le famiglie cristiane vivono la loro tensione missionaria all’interno della comunità e nel territorio?

2) In che modo ognuno di noi, a modello del sacramento coniugale, accoglie l’altro e vive la comunione con lui?

 

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