Il 19 Aprile 1378 Gian Galeazzo Visconti eredito’ dal padre il governo di tutto il ducato. Volendo questi premiare la fedeltà  dei suoi consiglieri diede a Manfredi Barbavara (diploma del 24 luglio 1402 ) in feudo, Oleggio e altri possedimenti nei territori circostanti.

Due terreni entrano in questo tempo nella storia oleggese: “il prato della forca” dove avvenivano le impiccagioni e “il prato della torta” sotto le fortificazioni di Porta Pozzolo.

La leggenda intorno alle corsa della torta, gara podistica ancora oggi disputata il giorno di Pasqua e anticamente il lunedì dell’Angelo, fra i giovani scapoli oleggesi non  mancano.

La più famosa racconta che “in uno dei tempi lontani, gente straniera avida di rapine e saccheggi, abbia cinto d’assedio il nostro borgo. I cittadini al sicuro dentro le mura s’erano preparati a vendere a prezzo forte, la loro libertà. Il capitano delle forze avversarie vedendo come vana fosse ogni offesa e incrollabile la resistenza degli assediati e fosse vicino alla sconfitta di sua gente, lancio’ ai giovani del borgo una sfida. Tra i migliori di essi e i prescelti fra i suoi uomini, sarebbe stata disputata una gara. Ai vincitori il decidere della guerriglia. I giovani oleggesi accettarono la sfida.  La gara disputata in uno dei prati ai piedi del borgo, fu da essi vinta: la città fu cosi liberata dalle minacce”. Questa la leggenda.

La manifestazione della “Corsa della Torta” è registrata tra i privilegi goduti dal borgo di Oleggio, quando nel 1447 avvenne l’infeudazione. Dai documenti si legge della “permissione data dalla signoria degli Sforza di correre il Palio”.

Ancora manoscritti del 1500 e del 1600 parlano della gara pasquale quale, ad esempio, “avanzi di un processo contro diversi concorrenti al corso per lite mossa conferite tra i vincitori e vinti” Ed ancora: il 6 gennaio 1896 il sindaco in seduta comunale tuonava contro coloro che queste tradizioni volevano stroncata.

In tempi di calamita’ o guerra la manifestazione veniva sospesa.

Dal 1970, un gruppo di cittadini in difesa delle antiche tradizioni oleggesi, la Corsa della Torta ha assunto una impostazione storica trasformandosi in Palio. Novità introdotta in quell’anno è il variopinto corteo in costume medievale.

Il territorio è stato suddiviso in Quartieri (la zona del borgo) e in Cantoni (le frazioni).

I concorrenti pertanto gareggiano in difesa dei colori dei proprio Quartieri o Cantoni. Possono prendere parte alla gara i cittadini celibi nati o figli di nati in Oleggio o i qui residenti da almeno 5 anni. Il percorso è di circa 800 metri. Attualmente si snoda lungo le vie cittadine con partenza e arrivo in piazzi Martiri mentre le campane del campanile suonano a distesa. In premio al vincitore “la focaccia di formento”, la  cui antica ricetta rimane segreta e nota solo a pochi “mastri pasticciere” e il possesso per un anno del palio della manifestazione. In caso di vittoria per tre anni consecutivi dello stesso concorrente il Palio resterà definitivamente di proprietà del Cantone o del Quartiere.

Dal 1994 si senti la necessità di estendere la gara sportiva anche ai ragazzi che frequentano le scuole medie istituendo un mini Palio della Corsa della Torta che si svolge con le stesse regole e modalità del Palio tradizionale ma con un percorso di solo 400 metri.

Il Magistrato del Comune, con la Castellana, rappresenta l’autorità comunale. Legge il proclama che da inizio alla gara e premia i vincitori. Il Capitano delle guardie sovrintende alla regolarità  della gara podistica e alla consegna del Palio.

Da qualche tempo i figuranti, circa 400, in costumi medievali danno luogo, prima della gara ad una rappresentazione scenica di sapore medievale, ogni anno diversa.

Chiude la manifestazione del Palio della Corsa della Torta l’atto di apporre le firme dei vincitori del Palio in un Albo d’Oro presso gli uffici comunali alla presenza delle massime autorità cittadine.