C’era la mia coscienza in quella domenica di
metà ottobre, riscaldata da un gran sole. Ho partecipato alla marcia Perugia -
Assisi, a nome di nessun altro se non di essa e così la marcia è diventata
un’esperienza unica per incontri e per scoperte, proprio come me l’ero augurata.
Ho camminato dietro ad una grande bandiera curda, fra gli studenti e fra i
membri di partiti; ho avuto al mio fianco, papà che portavano sulle spalle i
loro bambini. Ridevano assieme, amici e complici. Ho camminato con una donna dai
capelli bianchissimi e che ho perduto perché il suo passo era più lento del mio
(o il mio troppo veloce del suo?), ho avuto vicino anche due cani che andavano
zigzagando, liberi come i sogni ... E poi, canzoni di scout, suoni di bonghi
lontani, mille colori che dipingevano l’aria e l’orizzonte. Ho visto una folla
allegra e io avevo il cuore caldo. Oggi sono ancora commossa nell’aver visto e
compreso che siamo stati capaci di riunirci in un’idea, in un’idea talmente
forte che ha reso secondarie le diversità di un ampio movimento: l’idea di pace.
Una pace ... senza aggettivi. Pace. Un’esperienza bella, indimenticabile e
grande: davanti, dietro, a fianco, c’era, sono sicura!, la migliore gente di
questo nostro paese, gente che non vuole il mondo così come è, che non vuole una
libertà che opprima un’altra, che non vuole adoperare le armi perché la vita non
è da buttare... Pace.
Lucia
