I Vasi Sacri

Pisside

E’ un vaso sacro di forma simile al calice (pùxis = scatola), ma munito di coperchio, che serve a contenere le ostie consacrate. Quanto è stato detto per il calice vale anche per la Pisside: deve essere di materia solida e nobile. Ai tanti materiali possibili per la loro realizzazione sono sempre da preferire quelli che non si rompono o che non si deteriorano facilmente. Questi vasi sacri che servono a contenere le ostie (pisside, patena, teca, ostensorio), possono essere realizzati con materie tra le più apprezzate nelle varie regioni, come per es. l’avorio o alcuni legni particolarmente duri, e comunque sempre adatti all’uso sacro (Cfr. Praenotanda 292). Anticamente la pisside era sempre ricoperta da un velo lavorato; oggi, il più delle volte è spoglia e varia di forme.

Papa Paolo VI nel discorso tenuto il 14 Ottobre 1968 sull’applicazione della Costituzione sulla sacra liturgia dichiarò di essere molto preoccupato per coloro i quali avrebbero voluto spogliare il culto liturgico del suo carattere sacro, sostituendo i sacri vasi con quelli di uso comune e volgare.

Patena

Si tratta di un piatto di metallo prezioso, dorato nella parte superiore, dello stesso stile del calice, su cui viene deposta l’ostia da consacrare. In alcuni casi ha una forma molto capiente per contenere le numerose ostie grandi per la celebrazione.

Piattino

Il piattino è un vero e proprio piatto di metallo, anche in oro, usato per la distribuzione della comunione in modo tale da evitare la caduta delle ostie, o frammenti di esse, a terra, nel momento in cui il sacerdote passa l’ostia dalla pisside al fedele.

Croce

Segno dei segni per eccellenza, la croce richiama sia la figura biblica del serpente di bronzo, innalzato da Mosé nel deserto, sia il cardine della salvezza riattualizzata misticamente sull’altare. Tutto le è configurato perché tutto lei configura al Cristo: unzione, benedizione,consacrazione, riconciliazione, elevazione delle mani per lode o supplica…

I Praenotanda dei Nuovi libri liturgici, al numero 270, raccomandano di porre sull’altare o accanto ad esso, una croce, ben visibile allo sguardo dell’assemblea riunita. Secondo alcuni liturgisti tale croce dovrebbe essere posta al centro dell’altare, in quel punto in cui rivolgono lo sguardo tanto il sacerdote che l’assemblea. Cristo è il riferimento centrale di tutti i cristiani, la sua croce, la sua passione e la sua resurrezione.