Il libro della Sapienza

 

“La sapienza è una realtà misteriosa, nascosta nel cuore dell’uomo, essa si rivela a chi la cerca con tutto il cuore ed è concessa come un dono di Dio”.

 

Scrittore e sue finalità

Il libro della Sapienza è stato scritto in lingua greca  verso il sec. 50 avanti Cristo. Rispetto agli altri libri sapienziali esso compie un passo avanti verso il Nuovo Testamento, in modo particolare quando prospetta la vita eterna oltre la morte.

Il suo autore, un membro della comunità giudaica di Alessandria d’Egitto, l’ha redatto lontano dalla Giudea, tentando di rileggere la fede giudaica con le categorie del mondo greco (che conosceva bene). Egli prende come modello di uomo saggio il re Salomone che è stato istruito da Dio e che ha coltivato anche le scienze della botanica, della zoologia, l’amministrazione economica e politica del suo regno. Salomone fu tanto abile nel fare alleanze che sposò la figlia del faraone egiziano.

Lo scrittore attraverso il libro  intende spiegare che Dio creò l’uomo mediante la Sapienza, suscitando una visione positiva della storia e delle realtà umane e cosmiche.

 

Contenuto del libro

Il libro è formato da 19 capitolo che si possono ricondurre a tre parti principali:

Prima parte (cap. 1-5)

In questa parte viene presentata la possibilità di due diversi atteggiamenti che derivano dal senso che si dà all’esistenza e cioé: a) o siamo nati per caso, per cui dopo questa vita non esiste niente; b) oppure (e lo scrittore acceta questa seconda teoria) veniamo da Dio e a Lui ritorniamo conducendo una vita santa e restando saldi nel suo amore. Al di fuori di tale sapienza vi è la morte. Poiché il Signore non vuole la morte ma la vita, il libro della Sapienza indica proprio qual è il destino dell’uomo.

 

Seconda parte (cap. 6,1-11,3)

Questa parte ci invita a ricercare la Sapienza di Dio, “amica degli uomini”, così da farne “la compagna della nostra vita”, lasciandoci attirare dalla sua bellezza. Il re Salomone tesse un elogio alla Sapienza con parole che di fatto non sono sue. L’autore del libro, infatti, per sviluppare il tema, usa la storia del re così come viene riferita nel 1 libro dei Re al cap 3 e dal secondo libro delle Cronacre. In base ai due racconti Salomone trascorse la notte in preghiera nel santuario in cima al monte Gabon, per chiedere al Signore la saggezza necessaria per governare il suo popolo.

In questa seconda parte la Sapienza si rivela come presenza di Dio nel mondo e nell’uomo, per condurre quest’ultimo sulle vie di Dio.

 

Terza parte (cap. 11,4 - 19,22)

In questa parte la Sapienza sembra quasi scomparire dalla storia del popolo israelita. L’autore allora tenta di dimostrare la grandezza di Dio e la missione del popolo in un momento in cui nuove culture lo stanno seducendo.

 

Quale la vera Sapienza?

Il termine sapienza, in ebraico hokma, designa nella Bibbia un dono molto prezioso e ricercato, perché permette all’uomo di vivere in pienezza la sua condizione umana, in sintonia con il progetto di Dio.

Secondo lo scrittore l’uomo saggio è l’uomo giusto chiamato a vivere nell’eternità di Dio. E poiché la Sapienza è una realtà misteriosa nascosta nel cuore del mondo, essa si rivela a chi la ricerca con tutto il cuore ed è concessa proprio come dono di Dio.

Dio partecipa all’uomo la Sapienza con cui ha creato il mondo, ma per riceverla in dono è necessario che l’uomo stia lontano dal male allontanandosi dalla superficialità.

La Sapienza non è dunque una filosofia  che  insegna l’arte del vivere, piuttosto indica una scelta di fede che permette di entrare e rimanere in relazione con Dio.

Il popolo d’Israele è il depositario di questa Sapienza e ha il compito di farla conoscere alle genti in mezzo alle quali si trova disperso.

 

Verso Gesù Cristo

Pian piano la Sapienza assume i tratti e le funzioni della rivelazione di Dio agli uomini che agisce nel cuore umano e che prepara, lentamente all’accoglienza di Gesù Cristo, Sapienza del Padre, come viene presentato specialmente nel Vangelo di Giovanni e nelle lettere di san Paolo. Il mistero di Gesù non si esaurisce identificandolo con la Sapienza dell’Antico Testamento, ma ne riceve luce riguardo alla presenza di Dio tra gli uomini.

Il Nuovo Testamento annuncerà la Sapienza come mediatrice, presente nel cuore umano.

La Sapienza mediatrice per eccellenza tra Dio e l’uomo è Gesù Cristo che pone la sua dimora in mezzo a noi e che, con la Sapienza della Croce, sconvolge qualsiasi altra Sapienza.