Il Santo Rosario e le sue origini
Era il 29 ottobre del 1978 quando Papa Giovanni Paolo II, all’Angelus diceva: "Oggi, ultima domenica di ottobre, desidero attirare la vostra attenzione sul Rosario. Ottobre è infatti in tutta la Chiesa il mese dedicato al Rosario".
Il Santo Padre definì il Rosario, in quella occasione e in altre, la sua preghiera prediletta per la sua semplicità e la sua profondità poiché sullo sfondo delle parole dell’ "Ave Maria" passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo e tutti i fatti che compongono la vita di ciascuno di noi, della famiglia, della nazione, della Chiesa, dell’umanità.
Il Papa esorta dunque a recitarlo e ancora oggi, non perde occasione per regalare corone di Rosario anche ai capi di stato che gli fanno visita.
Ma, quando e perché nacque il Rosario?
Gli storici lo fanno risalire ai tempi oscuri del secolo IX e precisamente in Irlanda. A quei tempi, come oggi, la recita dei 150 Salmi del re Davide, era una delle più importanti forme di preghiera monastica. I laici apprezzavano molto tale recita ma, pochi erano coloro i quali sapevano leggere e scrivere e troppo lunghi erano i salmi per essere imparati a memoria, così tale preghiera non potevano farla propria.
I 150 Salmi furono chiamati "le tre cinquantine" e venivano usati dai monaci in due circostanze particolari: come "penitenza" dopo la confessione dei peccati (la confessione frequente nacque proprio in Irlanda), e come preghiera per i defunti. Un antico documento del monastero di Kemble (sec. IX) recita che i suoi componenti dovevano recitare due cinquantine di Salmi per ogni benefattore defunto.
Verso l’850 un monaco irlandese suggerì ai fedeli di recitare una serie di 150 Padrenostro al posto dei 150 Salmi; era questo il "Salterio del Pater". Inizialmente, per contare i 150 Padrenostro, i fedeli portavano con sé 150 sassolini in piccole borse di pelle. Poi passarono all’uso di cordicelle con 150 o 50 nodi e infine, cominciarono ad usare una specie di spago con 50 pezzetti di legno.
Accanto al "Salterio del Pater" si affermò anche il "Salterio della Beata Vergine", la cui diffusione prevalse sul primo. Al "Pater" cominciò a sostituirsi il "Saluto dell’angelo" come menziona san Pier Damiano morto nel 1072.
Durante il secolo XIII si sviluppò un’altra forma di preghiera che presto avrebbe dato al Rosario i suoi misteri. Parecchi teologi del Medioevo consideravano i 150 Salmi come profezie velate sulla vita, morte e resurrezionedi Gesù. Alcudi studiosi composero i "Salteri di nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo". Si trattava di 150 lodi in onore di Gesù.
Si passò quindi a comporre anche "Salteri" con 150 lodi dedicate a Maria. Quando un salterio di preghiere mariane aveva 50 anziché 150 lodi, veniva chiamato "rosarium", raccolta o mazzetto. I Salteri mariani furono molto numerosi ed i loro autori rimasero spesso ignoti.
L’unificazione di questi 4 salteri avvenne verso il 1365 con il tedesco Enrico di Kalkar, certosino, che raggruppò i 150 Saluti Angelici in decine e pose un Padre Nostro prima di ogni decina.
Un suo confratello, Domenico di Prussia, nei primi decenni del 1400, propose un Rosario di 50 Ave Maria, in cui ad ogni Ave, dopo il nome di Gesù (con il quale allora terminava la preghiera), si aggiungeva una frase o "clausola" che si riferiva ad un episodio della vita di Gesù o della Vergine: 14 tratti dalla vita nascosta, 6 dalla vita pubblica, 24 dalla passione di Gesù e 6 dagli episodi dopo la resurrezione di Gesù. La prima Ave Maria si recitava nel seguente modo: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta tra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo, Gesù Cristo che secondo l'annuncio dell'Angelo hai concepito per opera dello Spirito Santo. Amen". Ma vi erano altre clausole che sono rimaste invariate, o quasi, in alcuni paesi europei, in particolar modo in Germania. Nacque così la triplice divisione dei misteri in Gaudiosi, dolorosi e gloriosi.