I libri di Samuele

 

Samuele, in ebraico Shemuel, vissuto nel sec. XI a.C. fu l’ultimo dei giudici. Egli apparteneva alla tribù di Efraim ed era figlio di Elqana, un abitante di Ramataim o Rama, e di Anna. Nato da una speciale grazia divina da madre sterile, fu  promesso a Dio prima della nascita e portato ancora fanciullo nel santuario di Shilo dalla madre: per quella occasione la donna ringraziò Dio con il celebre cantico di 1 Sam 2, 1-10, che ispirerà il magnificat di Maria. Eli, il sommo sacerdote a cui fu affidato, era vecchio e debole, e i suoi figli non adempivano onestamente i loro doveri sacerdotali. Quando il fanciullo iniziò il suo servizio levitico nel santuario, la situazione politica e religiosa delle dodici tribù era assai compromessa e il magistero profetico quasi assente. Una notte la voce divina si fece sentire al giovane e gli annunciò il castigo divino sulla famiglia di Eli. Dopo non molto tempo i filistei  occuparono Shilo e uccisero tutta la famiglia di Eli. Dopo circa vent’anni egli iniziò la sua attività di giudice e profeta su tutte le tribù Israele, unico esempio, dopo Mosé e Giosué, di guida riconosciuta dall’intera nazione.

Samuele purificò il culto, amministrò la giustizia a Rama, oltre che a Betel, a Ghilgal e a Mizpa. In quest’ultima città sconfisse i filistei dando al popolo lunghi anni di tranquillità.

La storia di Samuele è narrata nel primo dei libri di Samuele dell’Antico Testamento. I due libri di costituiscono un’opera letteraria unica che solo recentemente è stata divisa in due parti. Il titolo del libro risale, probabilmente, alla tradizione giudaica che considerava Samuele autore dei due libri.

Dal titolo, poi, potremmo incorrere nell’errore che i libri raccontano solo di Samuele. Di fatto Samuele svolge un ruolo importante solamente nei primi 15 capitoli del primo libro. L’opera in generale ci fornisce notizie storiche riguardanti un periodo di storia di circa 80 anni (1050 - 970 a.C.).

I due libri di Samuele si dividono in quattro parti distribuite secondo le grandi figure di cui sono narrate le vicende:

Nella prima parte (1Sam 1-7) è descritta la carriera di Samuele, nel contesto del servizio sacerdotale di Eli, dalla nascita alla vocazione profetica, fino a quando diventa salvatore di Israele.

Nella seconda parte (1 Sam 8-15) è raccontata l’istituzione della monarchia e l’inizio del regno di Saul.

Nella terza parte (1Sam 16 - 2 Sam 4) è illustrata la carriera di Davide, dalla sua elezione e ingresso alla corte di Saul fino al momento in cui viene proclamato re su tutto Israele. Particolare importanza viene data al conflitto scoppiato fra Saul e Davide, alla sua fuga nel deserto e alla sua permanenza presso i Filistei.

La quarta parte (2 Sam 5-20) descrive l’attività politica militare e religiosa di Davide, le promesse a lui fatte dal profeta Nataan, gli intrighi di corte nei quali furono coinvolti il figlio di Saul, Merib-Baal, Salomone e Assalonne.

Il capitolo 20 del secondo libro di Samuele continua nel primo libro dei Re.

Di contro, l’appendice ai libri di Samuele non contiene l’epilogo degli eventi raccontati, bensì due composizioni liriche e due racconti di eventi naturali.

L’esame dell’opera dal punto di vista letterario mette in luce la presenza di diversi doppioni (fatti raccontati due volte in modo anche diverso), delle divergenze sull’attività di Samuele e sull’unzione regale di Davide. La primissima parte del primo libro è stata redatta utilizzando lo stile delle storie popolari, mentre l’ascesa al trono di Saul contiene dei tratti romanzeschi. La parte che presenta invece una sua compiutezza letteraria è 2 Sam 9-20.

I libri di Samuele dunque appaiono come una collezione piuttosto varia e non armonizzata di tradizioni e documenti diversi per origine, natura e qualità. Racconti, sommari, brani midrascici, liturgici, discorsi, massime sapienziali, liste provenienti da archivi civili e militari.

I libri hanno avuto un lungo processo di formazione ma si presentano con una struttura organica e  un intento unitario. Dalla redazione definitiva emerge l’intento di dimostrare la necessità della monarchia,  porne in evidenza l’investitura divina e offrire un’immagine esemplare di Davide sottolineandone la grandezza d’animo, il valore in guerra, la sagacia in pace, lo spirito profondamente religioso, e dando rilievo alla parte da lui avuta nella progettazione del tempio di Gerusalemme e nell’organizzazione del culto.