L'acquasantiera
L'acquasantiera è un recipiente di forme e materiali diversi (marmo, pietra, argento, ottone, avorio ecc.) destinato a contenere acqua benedetta. L'uso di un vaso in cui conservare l'acqua santa venne reso obbligatorio da Papa Leone IV (IX secolo), ma i primi esemplari di acquasantiera risalgono al X secolo e sono portatili (acquasantiera in avorio dell'arcivescovo Gottofredo, Milano, Tesoro del Duomo). Più tardi, nel corso del Medioevo, l'acquasantiera diventò un accessorio fisso della chiesa, o come elemento architettonico a sé stante, o come vasca sporgente da un pilastro o dalla parete stessa. A partire dal XIII sec. assunse caratteri di sempre maggiore ricchezza e monumentalità (acquasantiera di Nicola e Giovanni Pisano a San Giovanni Fuorcivitas in Pistoia), che raggiunsero il culmine, col Barocco, nelle famose acqua-santiere di G. L. Bernini in San Pietro.
Entrando in Chiesa siamo soliti accostarci all'acquasantiera, immergere la mano nell'acqua benedetta, ivi contenuta e segnarci col segno della croce. Questo gesto, molto semplice, richiama alla nostra attenzione alcune realtà fondamentali:
1) La fede in Dio Trino ed Uno;
2) la consapevolezza che con la morte in Croce Cristo ha redento il mondo;
3) la partecipazione alla salvezza per mezzo del battesimo.
Infatti l'acqua benedetta ci ricorda l'acqua battesimale, nella quale tutti siamo stati immersi, lavati e purificati. Ecco perché il benedizionale suggerisce alcune preghiere da recitare a piacimento ogni qualvolta si fa uso dell'acqua benedetta.
Ne riportiamo una:
"Ravviva in noi, oh Padre,
nel segno di quest'acqua benedetta il ricordo del Battesimo
e l'adesione a Cristo Signore
crocifisso e risorto
per la nostra salvezza. Amen!"
Facciamo nostra questa preghiera e recitiamola tutte le volte che entriamo in Chiesa e ci segniamo con l'acqua benedetta, attinta all'acquasantiera.