Spazi Liturgici: Il Confessionale

Osservando le nostre chiese spesso ci imbattiamo nei confessionali di forme architettoniche e plastico a volta notevoli, che sono entrati in uso subito dopo il Concilio di Trento: essi volevano riaffermare, in un momento di crisi per la cristianità, il valore della confessione, dopo la riforma cattolica.
Anticamente ci si confessava davanti ad un seggio del celebrante provvisto di inginocchiatoio per il penitente e comunque, sempre in Chiesa nella parte absidale. Dopo il Concilio Vaticano II, erroneamente si pensò di togliere il luogo della riconciliazione: ogni spazio divenne buono per confessarsi.
Oggi invece si rivalorizza questo spazio poiché esso è il luogo dove la comunità riunita, prende coscienza del peccato comune, si allontana temporaneamente dall'assemblea per la celebrazione del sacramento, torna di nuovo all'assemblea. Questo ritorno visibile all'assemblea contiene un significato penitenziale. Si comprende bene allora come il luogo della riconciliazione non è un semplice arredo, ma un vero e proprio spazio di celebrazione. Al suo interno devono essere presenti quegli elementi (Bibbia, Crocifisso, Stola...), che consentono la confessione singola, non escludendo però quella comunitaria.
Il nuovo rito della penitenza del 21 aprile 1974 ribadisce che "la dimensione ecclesiale del sacramento risulterà particolarmente evidente se, come luogo proprio della celebrazione, verrà utilizzata l'aula della chiesa, dove normalmente troverà posto la sede confessionale".
Il confessionale però può anche essere collocato in prossimità dell'ingresso della chiesa, a richiamare il significato della Penitenza come punto d'arrivo del cammino di conversione. Ma è prevista anche la sua collocazione vicino al fonte battesimale, per comprendere meglio il significato della Penitenza come recupero della grazia battesimale.